La senatrice del Movimento 5 Stelle, Margherita Corrado insieme ad altri Senatori M5S ha interrogato i ministri Patuanelli e Costa in riferimento alla concessione “Policoro” di Gas Plus Italiana Srl, società di Fornovo di Taro (PR) che fin da ottobre 2018 ha chiesto al Ministero dello Sviluppo Economico e alle Regioni coinvolte (Basilicata e Calabria) il rinnovo per altri dieci anni della concessione in scadenza a settembre 2020. Di seguito la nota integrale.
Il relazione alla concessione “Policoro” di Gas Plus Italiana Srl, società di Fornovo di Taro (PR) che fin da ottobre 2018 ha chiesto al Ministero dello Sviluppo Economico e alle Regioni coinvolte (Basilicata e Calabria) il rinnovo per altri dieci anni della concessione in scadenza a settembre 2020, insieme ad altri Senatori M5S ho interrogato i ministri Patuanelli e Costa con l’Atto Senato n. 3-02038, pubblicato il 28 ottobre (http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/18/Sindisp/0/1179056/index.html). Mi preme sapere perché in Basilicata, omettendo costantemente di applicare il principio di precauzione, si consenta l’estrazione di gas a poca distanza dal centro nucleare ITREC di Rotondella e perché la si consenta in zone agricole, a breve distanza dalle abitazioni e dai campi coltivati, tant’è che in una vasta area rurale di Policoro l’inquinamento delle falde ha ormai imposto di inibire l’emungimento delle acque dei pozzi, nonché in zone a rischio alluvionale. Ho chiesto anche quali iniziative i due Ministri intendano assumere affinché siano chiarite le ragioni per cui, dopo l’incendio del pozzo “Policoro 001 dir bis” nel 1991, sia mancata un’indagine sullo stato delle falde acquifere infiltrate dal gas, così come manca tuttora una Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) per conoscere gli effetti di quell’evento acuto sulla popolazione, e perché si permetta alla Gas Plus di chiedere il rinnovo della concessione senza le verifiche di cui sopra. In fine ho chiesto loro “se non ritengano di stigmatizzare la costante ritrosia degli Enti lucani preposti al monitoraggio sanitario e ambientale a fornire informazioni in materia ai cittadini”. Quanto sopra ricordato per grandi linee, infatti, è più che sufficiente, a mio avviso, per negare il rinnovo e per avviare, qualora nelle caratterizzazioni previste su altri pozzi della stessa “Policoro” fossero riscontrate contaminazioni delle falde, un piano di bonifiche e di indennizzi alle popolazioni a carico delle società petrolifere responsabili dell’inquinamento, facendo valere anche le loro polizze fidejussorie, ammesso che esistano.