Riceviamo e pubblichiamo la nota del consigliere comunale materano Paolo Manicone a seguito delle precisazioni diffuse da Italcementi rispetto alla richiesta di aumentare a 60 mila le tonnellate di rifiuti da bruciare nella cementeria di Matera. Di seguito la nota integrale.
Dopo la nota di qualche giorno fa della multinazionale Italcementi, riguardo la convenienza nell’incenerire “rifiuti” nel ciclo produttivo, mi è sembrato di aver riletto pari pari un comunicato stampa del giugno 2013, come se nel frattempo nulla fosse avvenuto, e la prima cosa che mi è venuta da dire è stato: nulla è cambiato.
Mi sarei aspettato dopo due anni, e dopo una serie di inviti all’Italcementi, tesi a tener conto della delicatezza del nostro territorio e del rispetto verso la nostra comunità, che in primis dovevano consegnarci dati di monitoraggio certificati e completi, visti i protocolli sottoscritti, e successivamente, visto il ruolo odierno di Matera, mi sarei aspettato uno squarcio nella loro indifferenza, riguardo l’uso di combustibili fossili inquinanti, e una conversione verso l’uso di gas metano.
Credo che se non ci sarà nulla di significativo nei prossimi giorni, e si andrà verso l’ennesima autorizzazione ( concessione tout court ) all’Italcementi, avremo perso tutti, specialmente la nostra comunità, che subisce da anni lo strapotere di una multinazionale, da poco estera, che continua a chiedere dialogo con chiunque agisca nello stesso modo.
Dico all’Italcementi che custodire la propria Natura, fa parte della storia di una comunità.
Non possiamo trattare il territorio come un sottoprodotto dalle risorse infinite, o peggio usa e getta.
In questa ricerca di verità e di giustizia, c’è in gioco la nostra grande bellezza, che difenderemo fino in fondo, senza demagogie o populismi, ricercando con tenacia soluzioni che abbiano alla base il rispetto della sostenibilità ambientale e la difesa della salute pubblica.
Fino a quando controllore e controllato coincideranno e le rilevazioni sulla qualità dell`aria saranno effettuate dall`arpab saremo ben lontanti dal conoscere quali realmente sono gli effetti delle emissioni della cementeria