“Affrontare un problema sensibile in maniera risolutiva e non con ipotesi palliative: lo Stato che ha prodotto il materiale radioattivo si preoccupi del suo smaltimento e della rimozione”
“Risolvere le criticità ambientali connesse al sito Itrec di Rotondella in maniera risolutiva senza ricorrere a cure palliative”. Così il consigliere Michele Napoli alla conferenza stampa di presentazione della mozione, di cui è primo firmatario,relativa alle vicende che caratterizzano il sito Itrec di Rotondella.
Napoli ha richiamato la direttiva n.70 del 2011 dell’Euratom, adottata dal Consiglio dell’Unione Europea nel luglio 2011 che istituisce un quadro comune per la disciplina della gestione del combustibile nucleare irraggiato e dei rifiuti radioattivi.
“Con tale direttiva – ha spiegato Napoli – si stabilisce che la responsabilità ultima per la gestione del combustibile e dei rifiuti radioattivi è dello Stato che li ha prodotti. E nel caso dell’Itrec la responsabilità è in capo agli Stati Uniti d’America che devono provvedere allo smaltimento e alla rimozione del materiale radioattivo presente presso il sito lucano. Si tratta di scorie radioattive di categoria 3, le più pericolose e che impieganomigliaia di anni per diventare innocue. Materiale nucleare – ha aggiunto il consigliere – che non può essere gestito solo dalla Regione Basilicata”. E per dare forza a questa ipotesi il consigliere Napoli ha citato un precedente che ha interessato la centrale nucleare di Patten in Olanda.
“Chiediamo, pertanto, l’impegno della Giunta regionale – ha concluso Napoli –a praticare ogni utile iniziativa finalizzata al raggiungimento di una soluzione europea della vicenda Itrec, che favorisca una fattiva partecipazione della Commissione Europea alla risoluzione delle criticità in essere presso l’impianto di Rotondella, tanto sotto il profilo del know-hou tecnico-scientifico necessario a garantire la sicurezza del territorio e la salute umana, quanto sotto il profilo della responsabilità giuridica derivante dalla circostanza che il combustibile uranio-torio presente nel sito Itrec è stato prodotto dal Governo degli Stati Uniti d’America”.
Nicola Locuratolo replica alla nota del consigliere regionale Michele Napoli
OIn merito alla posizione del consigliere di Noi per l’Italia, Michele Napoli, vice-presidente del Consiglio regionale, la stessa è pretestuosa e strumentale in quanto, il Napoli, o non sa o fa finta di ignorare la vicenda storica che ha determinato la presenza sul nostro territorio di tale “monnezza” e quindi resta pretestuosa ed anche strumentale perché è destinata ad essere senza risposta ( peraltro già pervenuta in forma laconica), ma serve a mostrare a tutto l’elettorato la propria aggressività e risolutezza nella prossima evoluzione procastinabile all’infinito futuro.
La fine della seconda guerra mondiale fu determinata dal lancio di due ordigni nucleari sul territorio giapponese e qualche tempo dopo due Generali (5stellette), uno USA ed uno francese (de Gaulle) liberavano insieme Parigi. Erano i tempi successivi del dopoguerra, si era costituita la NATO e la Francia si apprestò ad un grande progetto, la realizzazione del reattore “autofertilizzante” Superphoenix” collocato nel Massiccio centrale nel S/E della Francia. Si lavorò con l’entusiasmo dilagante della “ grandeur de la France” ma restava il problema del combustibile di partenza che verrà sopperito mediante un trasferimento in Francia del combustibile nucleare irraggiato della Centrale di Elk River,base di partenza per l’approvvigionamento del “plutonio” (periodo di semidimezzamento di 10.000 anni).
C’è da spaventare chiunque, tranne i coraggiosissimi lucani che, per salvaguardare le popolazioni che verranno in discendenza fra 20.000 e più anni, hanno già deciso di sacrificare i loro diretti discendenti nei prossimi quaranta- cinquant’anni.(bell’esempio di responsabilità per le generazioni future, ma anche di irresponsabilità per le prossime?!)
Ma la storia continua perché le altre nazioni europee non vogliono restare a guardare l’escalation della”grandeur de la France” e viene costituito un nuovo organismo europeo, l’EURATOM che deve però pagare il prezzo di assorbire proporzionalmente la distribuzione delle barre irraggiate. Il pacchetto di barre italiane viene distribuito dapprima tra Saluggia e Trino vercellese in Piemonte, la Casaccia di Roma e la Centrale di Garigliano e qui finisce la storia,ma no… qui comincia la nostra storia.
A quel tempo tutti i politici lucani di tutti i partiti,a veder spartire una torta succulenta ed a restare a guardare,non va giù e si inventano la opportuna localizzazione in Trisaia di Rotondella di un Centro per il riprocessamento delle scorie che, in prima istanza, vengono mandate a Cadarache, in Francia e,poi, vengono riconfinate definitivamente in Trisaia in attesa di … miglior vita o nelle argille di Sant’Arcangelo o nel salgemma di Scanzano.
Il colpo finale ce lo siamo dati con i moti popolari di “Scanziamo le scorie”che ci ha assicurato la permanenza delle stesse in mezzo a noi e con tutti i rischi connessi collegati alle vasche, ormai obsolete, quarant’anni e pur sempre provvisorie, alle acque di scarico di raffreddamento scaricate direttamente in mare, alla contaminazione diretta e consequenziale del sottosuolo della Trisaia e della eventuale falda acquifera sottostante.
Non ci basta? Dobbiamo per forza fare riferimento a studi epidemiologici che ci prospettano inspiegabili incrementi di patologie oncologiche per questa terra contadina da sempre.
Ma noi no! Le scorie non le vogliamo, ne vada anche della vita, si, ma della vostra, io, alla mia, invece ci tengo.
A grande profondità, c’è un thermos di argilla con una grossa bolla di salgemma, un contenitore ottimale per la bisogna e volete ancora attendere?