La clava dell’assessore Mancusi
Che la regione Basilicata sia un Circo non c’erano dubbi; i numeri nei quali i vari artisti si cimentano non si conoscono.
Non è dato sapere chi è il domatore delle tigri e chi il clown ma è noto il giocoliere. E’ l’assessore Mancusi, la sua specialità sono le clave, qualche volta perde il controllo di qualcuno di questi attrezzi e gli arriva con una certa violenza sul capo.
Ultima, in ordine di tempo, fu la clava con la quale si esibiva in occasione della firma del protocollo d’ intesa con Italcementi e nel corso della “Cerimonia” ebbe a dichiarare che stessa cosa si sarebbe fatta con Siderpotenza.
Ovviamente il nostro non era a conoscenza che Italcementi attraverso un revamping costato 100 Meuro aveva completamente rinnovato l’impianto riducendo sia le emissioni che il consumo di energia, che la cifra messa a disposizione per la rete di monitoraggio era di 500 mila Euro, che il rinnovo dell’impianto aveva comportato due A.I.A.- la prima concessa nel 2007 e la seconda nel 2010 ed assorbiva anche la precedente-, che le emissioni al camino sono rilevate in continuo, che in buona sostanza l’impianto è tenuto sotto controllo momento per momento .
Tutto questo non significa che in atmosfera non siano disperse sostanze inquinanti ed è per questo che si è resa necessaria la rete di monitoraggio esterna che permette di conosce cosa accade in un raggio di 15 chilometri intorno all’impianto.
Ciò detto veniamo alla clava che si è posata piuttosto violentemente sul capo dell’assessore Mancusi.
Come tutti gli impianti che destano qualche preoccupazione, in Basilicata, vengono semplicemente ignorati ed è così che Fenice è in attesa di A.I.A. dal 2006 e la stessa cosa dicasi per Siderpotenza che attende la sua dal 31 gennaio del 2006; manca il personale per poterle esaminare, stranezze che riguardano solo gli impianti che presentano delle criticità.
Siderpotenza non ha un controllo in continuo delle emissioni al camino perché la normativa non lo prevede ed infatti l’ultimo monitoraggio Arpab risale al 2009- epoca Sigillito, tuttoapposto-
In letteratura quel tipo di impianto non emette diossina ed infatti non siamo in grado di rilevarla perché Arpab non è attrezzata ; in regione unico punto dove è rilevata è presso Fenice ma con le reti di rilevazione di proprietà ed i dati restano in famiglia. Le centraline che si andranno ad impiantare intorno ad Italcementi saranno in grado di rilevarla ed il dato sarà pubblico. Il Direttore Generale del Dipartimento Ambiente ha dichiarato, nel corso dell’intervento fatto in III commissione, che i limiti di emissione in Regione sono ben più rigorosi rispetto a quelli previsti con leggi nazionali.
Conoscendo la serietà dell’interlocutore diremo che è stata la foga del giornalista di regime a riportare una tale affermazione; solo la Regione Lombardia, è dato conoscere, ha fissato dei limiti di emissione al camino ben più bassi di quelli che sono dettati dalla normativa nazionale. A Barile, nel corso di un dibattito, si chiedeva che quei limiti fossero abbassati così come è accaduto a Calusco d’Adda per un impianto di Italcementi posto in paese e la risposta fu che la regione Basilicata si atteneva ai limiti imposti dalla normativa nazionale ed ancora, in diverse occasione , anche per la Val d’Agri è stato richiesto l’abbassamento di alcuni valori ma la risposta è stata negativa.
Torniamo alla clava pazza e diremmo che forse è il caso che il nostro assessore Mancusi si reclini sui documenti veda un po’ la possibilità che venga rilasciata l’AIA a Siderpotenza e tenuto conto della specificità dell’impianto si stabilisca una rete di monitoraggio più stringente e che vada oltre il dettato nazionale.
In buona sostanza la strada da percorrere è lunga e bisogna ancora incamminarsi ed il tempo delle chiacchiere è passato.
Pio ABiusi – Città Plurale – Matera