“Sono incoraggianti le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Sogin, Giuseppe Nucci, in occasione dell’approvazione del bilancio 2012, sull’attuazione dei programmi di decommissioning dei siti nucleari d’Italia”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (Pdl), capogruppo del Pdl in commissione ambiente e lavori pubblici della Camera. “L’avanzamento dei progetti di bonifica e di messa in sicurezza dei siti rappresenta una risposta alle attese di molti territori che da anni aspettano la realizzazione di tali obiettivi di sicurezza. Si tratta peraltro come e’ stato osservato, della più grande bonifica ambientale del territorio che potrà attivare un ciclo interessante di investimenti e di lavoro di cui c’e’ assoluto bisogno. Speriamo che anche in Basilicata nel sito di Trisaia di Rotondella si possano sviluppare in tempi brevi le attese ricadute economiche ed occupazionali. Su questi argomenti svilupperemo un’ azione di stimolo perché si concretizzino gli obiettivi annunciati”.
Mag 29
In effetti nel 2007, quando alla guida di Sogin arrivo Massimo Romano in sostituzioni di Giuseppe Nucci, gli investimenti per il decommissioning passarono da circa 20 milioni di euro a circa 50 in un solo anno; contemporaneamente il personale fu ridotto contenendo anche i costi della Società.
Da allora gli investimenti per il decommissioning sono cresciuti gradualmente, fino ai circa 60 milioni attuali.
In compenso, come dice l’articolo del fatto quotidiano on line del 01/dic/2012 di cui lascio il link per chi fosse interessato:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/01/422688/422688/
pare che la sede di Roma sia talmente piena di nuovo personale da aver innescato un qualche tipo di conflitto generazionale.
Certo, 18 milioni di risparmi dovuti agli sconti che le imprese esecutrici esterne praticano sui costi stimati a preventivo dalla Sogin non sono pochi, un po’ meno del costo mensile attuale di Sogin (circa 20 milioni mese) tutto compreso.
A leggere i giornali si vede poi che negli ultimi tempi è successo di tutto: fusti di rifiuti corrosi a Caorso (indaga la procura di Piacenza), al Garigliano indaga la procura di Santa Maria Capua Vetere, perdite (almeno per ora e piccole per fortuna) a Saluggia (esposto del sindaco di Verolengo alla procura), depositi di rifiuti alle porte di Roma (Casaccia, servizio Adnkronos) costituiti da capannoni vecchi di circa trenta anni che non sembrano proprio il massimo della sicurezza. Se poi guardiamo ai lavori portati a termine, a parte alcune cose sicuramente positive (allontanamento combustibile da Caorso, svuotamento della piscina del combustibile proprio di Saluggia, ecc..) realizzate negli anni passati (con molto meno personale al libro paga), si vede che la velocità di avanzamento dei lavori è stata, in un arco di 10 anni circa, poco più dell’1% annuo, con una spesa ad oggi di circa 1.7Miliardi di euro.
Ma dove si sono qualifica queste 378 aziende, facendo cosa visto che il lavoro è al 10% circa?
Oppure si è qualificata solo la Consip, facendo attività all’interno di siti industriali con delle convenzioni attivate per lavorare dentro uffici pubblici?