Il medico materano Nicola D’Imperio, grande appassionato di trekking, cultura e territorio materano, in una nota contesta i lavori in corso per la realizzazione del Parco della Storia dell’uomo a Murgia Timone, nel Parco della Murgia materana. Di seguito la nota integrale.
La Murgia la conosco da bambino, quando a primavera andavo a raccogliere i “capelli degli angeli” con mia madre, oppure le lumache subito dopo un temporale estivo, o la rucola selvatica che dava un sapore forte all’insalata; sono impressi nella mia mente gli affreschi, allora ancora integri, della chiesa rupestre della Madonna delle Tre Porte, o di quella della Madonna degli Angioli, o di San Falcione, o di San Vito alla Murgia. Per decenni sono stato via da Matera, ma quando tornavo non perdevo l’occasione per continuare le mie escursioni sulla Murgia, la Gravina, le chiese rupestri, i villaggi neolitici. In tal modo ho imparato ad amare questo territorio unico, pieno delle sensazioni, della spiritualità e della storia dell’uomo. Nella mattinata di giovedì 31 dicembre 2020, per l’ennesima volta, sono andato a dare un’occhiata ai lavori in corso finalizzati a dar vita al “parco della storia dell’uomo”: questa volta, obbedendo quasi ad un’istinto naturale, dopo essere disceso verso il torrente Gravina, che ho attraversato sul ponte sospeso e, dopo essere risalito sino a porta Postergola, sono tornato di corsa nella mia casa nei Sassi e mi sono messo a scrivere tutto d’un fiato.
Stanno violentando una natura, un paesaggio, la stessa storia dell’uomo, altro che creare un parco della storia dell’uomo all’interno del parco della Murgia.
I sentieri sono stati ricoperti da un inutile un ghiaino sottile, che le piogge stanno già portando via, in quanto non è stata creata alcuna canaletta per il deflusso dell’acqua piovana. Alcuni sentieri sono abnormemente larghi e quindi molto impattanti con l’ambiente. In alcuni punti più esposti del sentiero a mezzacosta, che corre sotto l’ipogeo di San Vito alla Murgia sino a quello di Sant’Agnese, sono state inserite delle ingombranti, sproporzionate e antiestetiche passerelle metalliche, appoggiate su terra di riporto che, la pioggia slaverà e porterà via con tutta la terra (come è avvenuto alcuni anni fa con i due graziosi ponticelli tirolesi che furono costruiti sul torrente Gravina e che, dopo meno di un anno, furono spazzati via dalla furia delle acque), quanto sarebbe bastata una sistemata al fondo, un muretto di tufo di sostegno del sentiero su cui fissare un passamano in corda metallica. Credo che chi sta costruendo questi sentieri non solo non ha mai costruito sentieri di montagna, ma non è mai stato su sentieri di montagna. Il tutto con un grande dispendio economico!
Muretti a secco in pietra di fronte alla chiesa ipogea di San Falcione e altro muretto che parte dal Belvedere in direzione della chiesa della Madonna delle tre porte. Inutili, antiestetici, antistorici, ma molto dispendiosi se si pensa che sono stati costruiti a mano incastrando le singole pietre.
Villaggio neolitico di Murgia Timone: costruzione di passerelle di legno che solcano in lungo ed in largo il villaggio. Sono inutili, antiestetiche, costose, dureranno non più di due anni a causa delle notevoli escursioni termiche del pianoro della Murgia. Sarebbe bastato delineare dei sentieri in terra battuta e destinare il denaro sprecato per le passerelle a mettere in luce, adesempio, la grande trincea a forma di otto, che circonda il villaggio, o altre tombe a grotticella che sono ancora sommerse dal terreno, e così creare un vero percorso didattico.
Non si dica che questo è stato fatto per permettere l’accessibilità ai disabili perché non solo non è vero, ma è una presa in giro per chi invece va rispettato: non servono tratti percorribili in carrozzella se prima o dopo ci sono percorsi impervi! I percorsi per disabili vanno selezionati e creati ad hoc insieme ad esperti del settore.
Ne avrei ancora molte di obiezioni ma mi si permetta un’ultima nota e poi la smetto: nella valletta di fronte allo Jazzo Gattini c’è l’ultima grande cisterna a tetto coi canaletti di raccolta, col tetto, e anche con l’interno intonacato di cocciopesto, ancora integri, ma in grave stato di degrado, per cui non durerà a lungo: perché non si risparmia sulle cose inutili, e non si restaura questa?
Spero che il nostro ex Sindaco non vada mai a vedere quanto è in corso sulla Murgia Timone perché egli è stato uno di coloro che negli anni sessanta del secolo scorso aveva già previsto uno sviluppo di turismo storico e culturale della Murgia Timone, ma non una Disneylandizzazione e credo che riceverebbe un duro colpo alla vista di quello che stanno facendo.
Di seguito i lavori in corso documentati da Nicola D’Imperio (foto www.SassiLive.it)
Almeno ora finirà di essere solo il “parco giochi” di alcuni ambientalisti con visione proprietaria e potrà portare sviluppo dell’attività turistico ambientale a Matera. Diversificando e potenziando la l’offerta.
Buon anno.
Gioca ha ironizzato bene. Non mi dilungo perchè non ne vale la pena ma se moderna Dysneland si intende perchè bisognerà pagare il biglietto di ingresso alle aree ebbene si sarà una nuova Dysneland. Una cosa è certa è che si è perso già molto tempo e bisognerà attrezzare velocemente una gestione pubblica e ben regolamentata dell’area.
A mio avviso si poteva fare qualcosa di meglio, che valorizzasse tutta la murgia materana, anche la parte più bassa, quella verso Montescaglioso, bellissima e poco conosciuta ma di difficile accesso anche per l’ostilità dei proprietari terrieri, da sempre “poco inclini” ad accogliere escursionisti nelle loro proprietà. Probabilmente sarebbe stato necessario aprire un dialogo con loro per eventualmente indennizzarli per favorire il passaggio di persone. I muretti a secco costruiti ex-novo probabilmente sono una cosa inutile se non dannosa, così come alcune passerelle che ho visto nelle foto. La murgia è di tutti, ma gli sprechi vanno sempre condannati.
Ben detto Gioca!! Tra l’altro la “visione proletaria” ha sempre un tornaconto economico.