Gli attivisti del Movimento 5 stelle di Matera affrontano in una nota la questione delle discariche della Provincia di Matera. Di seguito la nota integrale.
Siamo giunti al capolinea. A metà settembre 2014, le discariche della provincia materana saranno sature e non riusciranno a contenere più alcun rifiuto. Le nostre discariche sono letteralmente al collasso, rimane un’autonomia di appena 45 giorni. Quello che avremo nella provincia di Matera e in tutta la Regione, sarà uno stato di default del sistema.
Annunciare di portare i rifiuti in Puglia, come ha fatto l’amministrazione comunale di Matera nei giorni scorso, non solleva dalle proprie colpe e responsabilità. Può una regione dalla bassa produzione di rifiuti pro capite coma quella lucana, chiedere aiuto esterno? Quanto ci costerà? La puglia accetterà i rifiuti di Matera? E se si, per quanto tempo potrà andare avanti questa situazione?
Sono mesi che con convegni, sollecitazioni varie, petizioni, chiediamo che si cambi rotta nella gestione dei rifiuti, che si chiudano le discariche e si avvii una gestione sostenibile dei rifiuti. In Italia, ci sono stati comuni virtuosi, come Santa Croce Camerina in provincia di Ragusa, che i nove mesi hanno avviato il porta a porta spinto arrivando al 42% della differenziata. Non è necessaria alcuna tecnologia particolare, è solo una questione organizzativa e di volontà.
La soluzione a lungo periodo non può essere quella di trasportare i rifiuti da una regione all’altra, piuttosto avviare per tempo una politica che consideri il rifiuto come una risorsa, non un problema, con la strategia Rifiuti Zero che da mesi stiamo proponendo.
Se ci avessero ascoltato un anno fa, oggi non saremmo in questo stato di emergenza. Ma gli interessi sull’immondizia si sa, sono intoccabili! L’attuale amministrazione comunale materana in quasi cinque anni non è stata in grado di risolvere in modo sostenibile la questione rifiuti con un vero programma di raccolta differenziata porta a porta. Ha solo fatto proclami, promesse non mantenute e richieste di rinnovo dell’AIA scaduta per una discarica fuori norma, quella de La Martella, che la Regione giustamente ha respinto.
Il fallimento di questa amministrazione sulla gestione rifiuti è totale!
Gli attivisti del Movimento 5 stelle di Matera
La drammatica situazione delle discariche della provincia di Matera condiziona inevitabilmente anche la città dei Sassi Matera,con una capacità di conferimento che non potrà andare oltre settembre; Pomarico e Salandra hanno volumetrie esaurite; Tricarico è oramai chiusa. Non ci sono scuse: si registra un fallimento totale sulle politiche ambientali e l’onere maggiore è in capo alla gestione politica regionale, provinciale e comunale. Da non sottovalutare che la responsabilità più grave rimane in capo all’attuale Amministrazione comunale perchè non ha saputo spingere per una vera raccolta differenziata e non ha fatto nulla per pressare al rispetto di quanto programmato nel bando di gara. Di seguito la nota integrale del consigliere comunale Adriano Pedicini sul tema.
All’improvviso la politica si accorge che le discariche del materano sono straripanti e si sarà costretti a trasferire i rifiuti altrove. Ma non ci sono scuse, le responsabilità sono politiche e ben indirizzate, mostrano l’enorme inabilità a gestire questioni basilari per la comunità e per l’ecosistema regionale. Da anni si richiama l’attenzione su tali aspetti; non si è dato ascolto alle varie interpellanze consiliari rimaste inevase, lo si era detto che il sistema era al collasso. Che questo accadesse era evidente da tempo, sin da quando nel 2011 il sindaco Adduce sottoscrisse a La Martella “il patto della mondezza” lo fece solo per placare la rivolta del rione, o ci credeva veramente in quei punti programmatici? Oggi tutto è evidente e tracciato nel solco dell’improvvisazione e dell’incompetenza: è stato un semplice rimandare il problema, un prender tempo, si perché da quel patto la situazione della discarica è andata peggiorando: di chiusura non se ne è mai parlato concretamente; percolato e compostaggio sono nella più grave dimensione di sempre e non c’è più spazio per conferire altri rifiuti. Nulla di quel decalogo contrattuale, pattuito con i cittadini è stato rispettato, di qui in caduta tutte le conseguenze oggi visibili. Se a quell’accordo si fosse data attuazione e rispettati solo alcuni degli impegni sottoscritti, non ci troveremmo in queste condizioni, invece come spesso accade si agisce nell’emergenza ed il ritardo grave nella richiesta di aumento delle volumetrie, presentata solo il 18 aprile 2014, ne è dimostrazione. Tutti lo sapevano che i tempi erano ristretti e che il rischio era di trovarsi nell’impossibilità di conferire ulteriori rifiuti. Adesso si parla di trasferire i rifiuti in Puglia, ma anche questo diventa un punto dubbio che deve essere eventualmente contrattato tra regione Basilicata e Puglia. La soluzione più probabile è quella che sia Massafra, nel suo inceneritore ad accogliere la spazzatura del materano, con un aggravio di circa 200 € a tonnellata, ma questa purtroppo resta la soluzione più conveniente, qualunque altra avrebbe dimensioni economiche ben più ampie con ricaduta grave sull’utenza con l’inevitabile aumento dei costi del servizio. La drammatica situazione delle discariche della provincia, vede Matera con una capacità di conferimento che non potrà andare oltre settembre; Pomarico e Salandra hanno volumetrie esaurite; Tricarico è oramai chiusa. Non ci sono scuse: un fallimento totale sulle politiche ambientali e l’onere maggiore è in capo alla gestione politica regionale, provinciale e comunale. Da non sottovalutare che la responsabilità più grave rimane in capo a questa amministrazione, nel non aver saputo spingere per una vera raccolta differenziata, nel non aver fatto nulla per pressare al rispetto di quanto programmato nel bando di gara. Riuso, riciclo parole usate ed abusate da una amministrazione che sino ad oggi ha conferito in discarica volumetrie che poteva fortemente ridurre con una seria e spinta differenziata, che non ha saputo adeguare e migliorare la raccolta dei rifiuti, che dice di mantenerla al 30% ma che nella realtà nascondendo la verità, continua ad improvvisare.
Adriano Pedicini, consigliere comunale Forza Italia