Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani: “Più che di calcio, Eni farebbe bene a parlare dei calci che da venti anni dà ai lucani”:
Amo il calcio e sono un tifoso della nostra nazionale. No, non sono un hooligan, ma tra le mie prestazioni sportive più intense posso annoverare Italia-Brasile dei mondiali 1982. I calciatori persero 3-4 kg in campo e io almeno 5 in poltrona.
Per festeggiare quel leggendario 3-2, con un gruppo di amici tirammo calci ad un pallone fino a tarda sera.
Ecco, adesso che ho fatto outing, posso anche dire che,più che di calcio, Eni farebbe bene a parlare dei calci che da venti anni dà ai lucani.
Da sportivo, da tifoso, da innamorato di uno sport che nonostante tutto continua a far sognare e a dispensare gioie e dolori, voglio esprimeretutto il mio disappunto per la visita del CT Mancini a Villa d’Agri.
Roberto Mancini, che ne sia o meno consapevole, si appresta a diventare strumento della propaganda Eni in Basilicata.
Strumento nelle mani dell’ottimo Rizzi che, da par suo, saprà capitalizzare al meglio questa visitaper raccontarci una volta di più che il Centro Olio Val d’Agri è una sorta di Mulino Bianco e che Eni, Shell e Total sono in realtà munifici benefattori, dame di carità.
Son certo, anche se spero di essere smentito, che l’atmosfera in quel di Villa d’Agri sarà degna dei documentari prodotti dall’Istituto Luce (Unione cinematografica educativa)nel ventennio,con Rizzi intento a raccogliere grano e Mancini calato nei panni del trasvolatore Italo Balbo.
Una volta di più viene in mente Giovenale e il suo “panem et circenses”.
Sappia, il nostro CT, che i grandi player dell’Energia che operano da oltre un ventennio in Basilicata non hanno mai fatto “gioco di squadra”. Lor signori hanno piuttosto acquistato con poco l’anima di una terra bellissima e hannoprodotto inquinamento non solo ambientale.
Signor Commissario Tecnico, chieda ai suoi interlocutori della perdita di oltre 400 t. di idrocarburi dal Centro Olio Val d’Agri, chieda dei siti inquinati, chieda verità sul suicidio dell’ing. Gianluca Griffa.
Chieda, signor Commissario Tecnico, e non si rassegni a diventare mero strumento di una propaganda dal vago sapore goebbelsiano.
Ott 17