Arnaldo Lomuti, senatore M5S e componente della Commissione Ecomafie: “Area protetta di Maratea non ha bisogno di “cappelli” e consigli della vecchia politica”. Di seguito la nota integrale.
Non appena proponi un quadro normativo o un atto che va a promuovere l’economia del territorio, ecco che gli esponenti della vecchia politica vanno in fibrillazione.
Iniziano sia a mettere il cappello sull’iniziativa, loro che da 20 anni hanno disinvestito nella “perla” lucana del Tirreno, e sia a riproporre luoghi comuni e disvalori con i quali hanno alimentato le paure di determinate categorie sociali e commerciali. Favorendo divisioni e contraddizioni, il cui unico scopo è sempre stato il mantenimento dello status quo politico, di produrre arretratezza economica, e di generare politica clientelare. Aumentando negli anni il gap infrastrutturale, economico e persino attrattivo con le altre aree turistiche del Paese.
L’area marina protetta di Maratea, contrariamente alle ultime dichiarazioni lette sulla stampa, non ha bisogno di mediatori locali né di ulteriori studi né di fondi regionale né di ulteriori garanzie agli operatori portuali. In quanto, l’iniziativa, concordata da attivisti e ambientalisti di Maratea, con il M5S al governo e con il ministro Sergio Costa, è comprensiva di ogni valutazione e considerazione per portare unicamente al rilancio di questa importante area economica e turistica della Basilicata. Per farla tornare a essere la “Perla” del Tirreno.
Il ministro Costa ha di fatto immediatamente stanziato le somme necessarie per dare avvio alle indagini ambientali e di fattibilità per l’iter necessario all’Istituzione dell’Area Marina Protetta.
Perché bisognava smuovere 20 anni di immobilismo, perché dovunque sia stata istituita un’area protetta marina in Italia (ce ne sono 32 e tutte località turisticamente concorrenti di Maratea), le economie, il turismo e l’occupazione nei luoghi coinvolti sono migliorati a beneficio di tutte le categorie sociali: famiglie, imprese locali, commercianti e portuali.
Anche i pescatori traggono benefici enormi. Perché le aree marine protette incrementano il pescato nelle aree circostanti lasciate libere dai vincoli ambientali.
Ci vuole un modo nuovo di fare politica, di pensare ai territori, fatto di azioni e di capacità di fare le cose per trasformare le potenzialità dei nostri territori in benessere per la popolazione, in quanto, una cosa è la potenzialità, un’altra è rendere questa potenzialità produttiva per tutti.