Antonio Materdomini, Consigliere comunale del Movimento 5 stelle al Comune di Matera commenta la nota inviata da Italcementi rispetto alla mozione sul tema rifiuti e incenerimento. Di seguito la nota integrale.
Il Movimento 5 stelle di Matera, che ha recentemente depositato una mozione finalizzata allo stop dell’incenerimento dei rifiuti, commenta la nota stampa di Italcementi pubblicata il 20 gennaio 2016. “Italcementi ha avvertito l’esigenza di puntualizzare la sua posizione rispetto alla mozione sul tema rifiuti e incenerimento. Il M5S vuole eliminare ogni ombra di dubbio sui danni che potrebbero essere provocati all’uomo ed all’ambiente dall’utilizzo di sostanze utilizzate come combustibile” ha dichiarato Antonio Materdomini.
L’azienda, proprietaria del cementificio situato in località Trasanello a pochi km dal centro abitato di Matera, ha tenuto a puntualizzare che “Le alte temperature dei forni da cemento […] garantiscono una combustione assolutamente efficiente e sicura, senza che si verifichi alcun aumento delle emissioni, come certificato anche da una recente ricerca del Politecnico di Milano”. Sulla ricerca citata dal cementificio il M5S auspica che questa non sia la stessa commissionata dall’ AITEC (Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento) di cui Italcementi è azienda associata. Sempre nella nota di replica all’attività in Comune del M5S si legge testualmente che ”l’azienda utilizza in parziale (si sottolinea: parziale) sostituzione dei combustibili tradizionali, una frazione selezionata dei rifiuti”. Ma esistono dati frutto di un monitoraggio di enti terzi che certificano quanto sostenuto dall’azienda? Questi dati escludono ogni tipo di pericolo per l’uomo e per l’ambiente? E’ questo quello che i pentastellati hanno chiesto già qualche mese fa al Sindaco De Ruggieri in un’interrogazione che ha trovato una risposta tutt’altro che rassicurante. Un lungo elenco di materiali bruciati dal cementificio che attesta un aumento del ricorso alle plastiche usate come combustibile (Cer 19.12.04): nel 2010 non erano utilizzate, mentre dalle 9.351 tonnellate del 2012 si è passati alle 11.821 t. nel 2014, con un incremento di oltre il 25%; il petcoke è passato da 35.112 tonnellate del 2010 alle quasi 50.000 del 2014. In barba alla letteratura scientifica che sconsiglia tale pratica.
Stop all’incenerimento. Le ragioni dei pentastellati. La Direttiva europea 98/2008, recepita in Italia il 16 aprile del 2010, giustifica l’incenerimento con recupero energetico solo subordinandolo al recupero di materia, perché tutto ciò che può essere recuperato non può essere bruciato. Sull’utilizzo del Combustibile Solido Secondario (CSS), nei Paesi del Nord Europa è in atto un vero e proprio ripensamento su tutto ciò che riguarda le attività di incenerimento, primo su tutti la Danimarca che sta lavorando su pratiche vicine alla strategia “Rifiuti Zero”. La Germania ha addirittura imposto ai cementifici limiti emissivi sempre più restrittivi da adottare entro il 2018. Inoltre un articolo intitolato “Utilizzo delle scorie da incenerimento di rifiuti e rischi per la salute e l’ambiente” – a cura della Dott.ssa Patrizia Gentilini e del Dott. Agostino Di Ciaula pubblicato su Medicina Democratica – sostiene che a prescindere dalla qualità del cemento, rimane il fatto che all’interno dello stesso vengono incorporate le ceneri della combustione dei rifiuti, la cui composizione è tossica e il cui rilascio nell’ambiente può provocare gravi conseguenze sulla salute umana.
Prosegue Materdomini “Sappiamo tutti che bruciare plastiche genera emissioni nocive, che lo smaltimento dei filtri rimane un gravoso problema per l’ambiente, che il petcoke in sensibile aumento nel 2014 usato come combustibile è altamente inquinante per il suo elevato contenuto di zolfo. Per questo chiediamo, così come ribadito anche dall’Assessore all’ambiente Stefano Zoccali, un monitoraggio costante e certificato sulle emissioni dell’attività di Italcementi, e non solo, e degli effetti sull’uomo e sull’ambiente. Se questa Amministrazione – conclude Materdomini – ha la volontà di adottare la strategia Rifiuti Zero, questo è il momento migliore per farlo, scongiurando il pericolo di aumento di incenerimento dei rifiuti così come da richiesta di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) del Gruppo Italcementi S.p.A. per aumentare di 5 volte (da 12 mila a 60 mila tonnellate/anno) i rifiuti da bruciare come combustibile nella Cementeria.
Il sì a Rifiuti Zero. Se il CSS per Italcementi è una “soluzione vantaggiosa per tutti”, come Movimento 5 Stelle ribadiamo che il vantaggio esiste solo se c’è la certezza che i cittadini e l’ambiente siano al sicuro. Il nostro è un no all’incenerimento, ma un si all’uso dei rifiuti come risorsa non inquinante percorrendo l’unica strada possibile: Rifiuti Zero.
Guardate mi sono appena trovato ad interloquire sull’argomento e non per contraddire la Gentilini che è una professionista molto seria ,anzi. Lei fa riferimento al Cer 19.01.12, ceneri pesanti non pericolose prodotte dagli inceneritori, e che sono utilizzate in una certa percentuale nella produzione del clinker sia che l’impianto utilizzi CSS sia che non lo utilizzi. Nel caso di Italcementi le ritirava da Fenice quando questo aveva in funzione l’impianto di inertizzazione, ottobre 2011 se ben ricordo. Quell’impianto fu fermato perchè ufficialmente non si trovavano più i ricambi e le ceneri , Fenice , le inviò a Brescia per la inertizzazione. Successivamente Italcementi ritirava le ceneri da Brescia , oggi non ho seguito ma basta leggere c’è tutto. I cementifici usano le ceneri pesanti in una certa percentuale per produrre clinker sia che usino Css sia che usino solo Pet.coke come combustibile. Se usano CSS le recuperano in casa e non c’è bisogno di inertizzarle perchè le utilizzano contestualmente altrimenti le debbono recuperare da produzioni esterne. Il cemento prodotto è identico che piaccia o meno. La Gentilini contesta proprio questo processo e dice che le ceneri pesanti a prescindere da come sono ottenute non bisogna utilizzarle nella produzione del clinker
per il resto c’è apposita nota