Il materano Mario D’Imperio, specialista in Igiene e Medicina Preventiva e Direttore Sanitario della Casa di Cura “Villa Sandra” a Roma in una nota fa il punto sulle trivellazioni in mare in vista del referendum del 17 aprile.
Ci sono due momenti di ogni ricerca petrolifera: l’esplorazione e le trivellazioni. Entrambe le fasi presentano rischi prevedibili e non prevedibili. Esiste un potenziale danno ambientale da esplorazione e un potenziale danno da trivellazione ed estrazione. “Il permesso di ricerca concesso alla società Petroceltic – ha spiegato il ministro Guidi prima delle sue dimissioni – riguarda soltanto, e in una zona oltre le 12 miglia, la prospezione geofisica e non prevede alcuna perforazione…” Non per questo motivo, risponderei al ministro, possiamo affermare che queste ricerche siano esenti da rischi.
La metodica oggi adoperata nelle esplorazioni petrolifere in mare è il cosiddetto air-gun:è questa una tecnica di ispezione dei fondali marini che permette di individuare gli strati geologici e quindi la presenza di falde petrolifere. Vengono emesse, attraverso una strumentazione posizionata al di sotto delle navi da ricerca, una serie di esplosioni, ogni 5 o dieci minuti, di aria compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo. Spesso, però, questi spari possono causare lesioni ad organi interni della fauna ittica, e soprattutto la perdita dell’udito. In molte specie marine il senso dell’udito è indispensabile per orientarsi, per accoppiarsi e per trovare cibo. Già in provincia di Foggia, a Peschici sul Gargano, ci sono stati spiaggiamenti di sette capodogli che potrebbero essere dovuti a queste tecniche.
Ora scendiamo nel dettaglio riportando quanto descritto da un comitato di esperti nel testo della delibera della Giunta Regionale Pugliese: “…i metodi geofisici di prospezione in mare sono finalizzati alla ricerca di idrocarburi, in quanto affidabili ed in grado di determinare l’andamento strutturale e stratigrafico di un’intera serie sedimentaria.Si basano su fenomeni di riflessione e rifrazione delle onde elastiche generate da una sorgente artificiale, la cui velocità di propagazione dipende dal tipo di roccia, ed è variabile tra 1.500 m/s e 7.000 m/s. Una sorgente artificiale dà luogo ad un’onda d’urto che si propaga nel sottosuolo;quando incontra una superficie di discontinuità, ossia di separazione tra due strati elasticamente diversi, cioè a diversa impedenza acustica, l’onda, a seconda dell’angolo di incidenza con tale superficie, può riflettersi totalmente verso l’alto o può in parte penetrare nel mezzo sottostante, rifrangendosi, e in parte riflettersi verso l’alto.Esistono molte tipologie di sorgenti, tra cui quella ad aria compressa: l’air-gun risulta essere la più utilizzata.Nelle indagini geosismiche vengono generate meccanicamente onde a bassa energia da fonte sonora e direzionate verso il fondale. Una parte di questa energia viene riflessa verso la superficie in maniera diversa a seconda delle costituzione dei differenti strati sedimentari di roccia sotto la superficie terreste. L’onda riflessa viene catturata da un ricevitore, idrofono, che trasmette ad un misuratore a bordo il quale registra accuratamente le caratteristiche dell’onda e il tempo impiegato dall’onda per attraversare diversi strati della crosta terrestre e tornare in superficie. Queste registrazioni vengono analizzate, trasformate in immagini e danno come output un’immagine della costituzione e della natura degli strati sotto la superficie della crosta…Si sottolinea che questi rumori di origine antropica possono avere effetti sulla vita degli organismi marini acquatici; le specie interessate non sono solo i mammiferi marini, soggetti comunque maggiormente sensibili, ma anche pesci, tartarughe marine e invertebrati marini. Le informazioni sugli effetti delle onde acustiche sulla vita acquatica sono varie e complesse: tali effetti infatti dipendono dal tipo di fonte acustica utilizzata, dalla fisiologia e struttura anatomica delle specie e dal loro habitat…Gli studi del The NorwegianInstitute of Marine Research hanno messo in evidenza una diminuzione delle catture di pescato fino al 50% in un’area distante fino a 2 kmq dalla sorgente durante l’utilizzo di air-gun. È stata anche dimostrata una diminuzione della disponibilità di uova di pesce probabilmente causata della prolungata esposizione di specie ittiche a suoni a bassa frequenza…. L’esposizione a rumori molto forti, come le esposizioni a breve distanza da batterie di air-gun, possono produrre nei cetacei anche emorragie ad altri apparati, oltre a quelli uditivi, fino a provocare effetti letali….Lo stesso rapporto presentato dalla NorthernPetroleum ammette che l’air-gun provoca mortalità a distanze ravvicinate dal punto di sparo.Visto dunque che forti rischi sussistono, come illustrato dagli studi menzionati in precedenza, il principio di precauzione impone che prima di intervenire su sistemi delicati e complessi, come nel litorale in esame, vi sia la più totale certezza della mancanza di danni.”
“Abbiamo sospeso la ricerca del petrolio nel mare Adriatico e penso che dovrete farlo anche voi in Italia” sono state le parole di LlijaZelalic, delegato dell’Ambasciata di Croazia in Italia. Che ha spiegato: “Questo è un grande pericolo. Bisogna salvaguardare le coste e il nostro turismo”. Anche il presidente degli Stati Uniti Obama nei giorni scorsi aveva annunciato il blocco alla ricerca di petrolio in Alaska.
Metà della popolazione croata si è dichiarata contraria alle perforazioni, mentre la Slovenia le ha già vietate.Di fatto in Croazia già da tempo le compagnie petrolifere rinunciano ai permessi per la mancata convenienza economica delle estrazioni, anche in considerazione dei giganteschi risarcimenti che sarebbero richiesti a seguito si eventuali disastri ambientali.
E in Italia? In attesa del referendum contro le trivellazioni entro le 12 miglia dalla costa e sul territorio proposto da 9 Regioni (che chiedono l’abolizione di parte dell’articolo 38 della legge ‘Sblocca Italia’ e dell’articolo 38 dell’ultimo Decreto Sviluppo) ciascun territorio porta avanti la propria battaglia, in totale scollegamento col governo centrale. “Abbiamo il record mondiale delle autorizzazioni alle trivellazioni petrolifere in mare in relazione alla lunghezza della nostra costa” dice il governatore della Puglia Michele Emiliano, ventidue, per l’esattezza. E qualche mese fa la Rockhopper ha vinto il ricorso al TAR della Basilicata, contro la decisione della Regione di fermare il progetto di ricerca di idrocarburi ‘Masseria La Rocca’.
Ma se le ricerche marine sono costellate di rischi e di polemiche, le trivellazioni petrolifere in terraferma non sono altrettanto immuni da rischi geologici, sismici e ambientali. Specialmente con l’impiego massivo della tecnica estrattiva del fracking.