“Gli interventi di difesa della costa di Metaponto realizzati negli anni 2014-2015 e consistenti in undici barriere soffolte poste di fronte la spiaggia centrale di Metaponto, costate quasi 2 milioni di euro, hanno disatteso le aspettative in ordine alla mitigazione del fenomeno erosivo. Risultano oggi strutturalmente molto compromesse poiché in larga parte scomposte, affondate e scalzate nelle testate”.
A sostenerlo è Nicola Mastromarino nella sua qualità di presidente dell’Associazione Leucippo, che rappresenta molti operatori turistici di Metaponto, in occasione della visita lampo dell’assessora regionale alle Infrastrustrutture e Mobilità di Basilicata, Donatella Merra.
“Per la stessa ragione abbiamo detto no all’avvio delle procedure previste per gli inizi del 2020 in ordine all’attuazione del Progetto del secondo stralcio priorità B, redatto nel 2016 e che prevedeva la realizzazione di tre barriere soffolte per un importo di circa 2,7 milioni di euro, anche per la cifra che a noi pareva davvero elevata. E poi perché erano previste le stesse modalità costruttive in termini di caratteristiche dimensionali, di materiali, di rilievi batimetrici per la conoscenza dell’andamento morfologico del fondale marino, con minimi accorgimenti tecnici a fronte di grandi criticità evidenziate nella relazione finale redatta dall’Università di Basilicata relative alle opere già realizzate”.
Marino tiene a precisare chela Regione Basilicata, per le sollecitazioni e le rimostranze degli operatori turistici, prese atto del fallimento delle opere di difesa realizzate e decise, a Giugno 2020, l’abbandono del progetto di estendimento in fase di attuazione, al fine di evitare di disperdere risorse importanti, pari a 9 milioni di euro. Si chiedeva che la prosecuzione delle opere doveva essere preceduta dalla costituzione di un qualificato comitato tecnico scientifico con altissime competenze professionali, atte a valutare ed a monitorare le barriere già realizzate, al fine di indicare le soluzioni progettuali più indicate per la costa metapontina. Un progetto che dovrà mitigare la forza del mare per tutti i 6,5 chilometri compresi tra le foci dei fiumi Basento e Bradano.
“Purtroppo – prosegue fortemente deluso il presidente della Leucippo – ad un anno di distanza, con 9 milioni di euro messi a disposizioni dallo Stato, con l’erosione che prosegue e crea un notevole impatto ambientale oltre che economico, la nostra spiaggia rimane in attesa di risposte.La nomina del commissario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, Domenico Tripaldi, avvenuta a maggio 2020, aveva lasciato sperare, dopo tanta attesa, in una accelerazione delle dinamiche atte a creare un percorso virtuoso per la messa in campo degli interventi. Ma a quanto pare nemmeno questo è bastato. Noi speriamo che l’assessora Merra mantenga la promessa di spingere politicamente per superare la stasi progettuale che si registra in questo momento”.
Cosa farà la politica che governa la Regione Basilicata? Quali provvedimenti riuscirà a tradurre subito in atti di governo, utilizzando le notevoli risorse economiche disponibili da tempo? Lo scorso anno una forte mareggiata fagocitò le ultime due file di ombrelloni del Lido Ermitage, mettendo in ginocchio un’azienda vivace e produttiva e mandando in fumo gli investimenti di anni di lavoro e di sacrifici di un’intera famiglia, importanti posti di lavoro e l’indotto collegato.Un dramma nel dramma che tutti dovrebbero capire.
Pino Gallo
Di seguito alcuni dati tecnici relativi al nuovo progetto di realizzazione delle barriere soffolte a protezione di tutta la spiaggia di Metaponto
Il nuovo progetto di realizzazione delle barriere soffolte a protezione di tutta la spiaggia di Metaponto, da Bradano a Basento, dovrà non solo mitigare l’azione fortemente erosiva sull’arenile da parte delle mareggiate soprattutto invernali, ma anche dello scompenso nella capacità di trasporto della sabbia ad opera delle correnti marine lungo la costa, nonché la quantità dei sedimenti disponibili nel sistema litorale, ridotti quasi a zero per effetto delle dighe costruite sui fiumi Sinni, Agri, Basento e Bradano, ad eccezione del Cavone.
Un fenomeno largamente previsto nella Valutazione d’Impatto Ambientale, ragion per cui la provincia di Matera espresse parere negativo in ordine alla costruzione del porto turistico degli Argonauti nel Comune di Pisticci, con delibera di Giunta del 16 gennaio 2002. Perchè “l’opera progettata comunque intercetterà il flusso delle sabbie e sedimenti in genere trasportati dalla corrente marina che dal Sud ridistribuisce i materiali di trasporto fluviale verso il Golfo di Taranto, con pregiudizio della stabilità delle dune di pregio ambientale e paesaggistico”.
La delibera, afferma, inoltre che “i bracci (del porto) da realizzare determineranno un accumulo di sedimenti verso Sud e conseguente erosione a Nord e ciò contribuirà alla demolizione della spiaggia e della duna con gravissimi danni dal punto di vista paesaggistico e naturalistico. Non va inoltre trascurato – sottolineava la delibera – che la tratta immediatamente a nord dell’opera portuale è caratterizzata da dune bianche su cui insiste la vegetazione tipica ritenuta di pregio internazionale da parte della CEE, tanto da essere annoverata tra i Siti d’Interesse Comunitario”.
La costruzione del porto degli Argonauti fu poi autorizzata con delibera della Giunta regionale di Basilicata n. 526 del 9 marzo 2004 poiché l’Amministrazione Provinciale di Matera ed il Comune di Pisticci non espressero il loro parere nei 60 giorni dal deposito dello studio d’Impatto Ambientale e pertanto si intese espresso positivamente.