Prosegue il dibattito acceso sul presunto primato di Matera città più verde d’Italia. Matera Civica, rappresentata in Consiglio Comunale dal consigliere Pasquale Doria, risponde alla nota congiunta di Movimento 5 Stelle Matera e assessore comunale all’urbanistica Rosa Nicoletti. Di seguito la nota di Matera Civica e le prime due già pubblicate nei giorni scorsi.
Matera Civica: “Il verde immaginario del Movimento 5 Stelle e dell’Assessora Nicoletti
Tra la città e la sua comunità ciò che diviene passione è assimilabile a una stagione. E se nel nascere questa stagione si annuncia come un tripudio di verde, al suo appassire è solamente un mucchio di foglie morte.
Replica di Matera Civica al Comunicato Stampa del Gruppo Consiliare Movimento 5 stelle e dell’Assessora all’urbanistica arch. Rossella Nicoletti del 27/8/2021 rispetto al primato attribuito a Matera di città più verde d’Italia.
Il comunicato dice che – il perimetro non intacca la zona agricola;
ci mancherebbe, visto che si parla di Regolamento Urbanistico (RU), cioè tutto ciò che è nel perimetro urbano e la zona agricola non rientra non essendo oggetto del RU.
Nella nota si dice che il RU – introduce parametri ambientali ed ecologici (indici di piantumazione arborea e arbustiva, indice di permeabilità, criteri premianti per l’edilizia sostenibile…;
Parametri condivisibili, ma i criteri premianti per l’edilizia sostenibile su quali suoli vengono realizzati?
Si fa notare che il RU – introduce meccanismi per l’acquisizione di aree destinate a verde e attrezzature dai tempi del PRG del 75, mai espropriate, ma da sempre utilizzate nei piani precedenti per il calcolo degli standard, con enorme sacrificio da parte dei cittadini proprietari;
Si può essere più specifici sui meccanismi introdotti per acquisire aree destinate a verde e attrezzature mai espropriate? A quale enorme sacrificio da parte dei proprietari ci si riferisce? Quello di non veder riconosciuto un diritto edificatorio (sic)?
Si afferma che il RU – introduce misure premianti per l’incremento di edilizia residenziale sociale.
Non bastano le misure premianti già esistenti del Piano Casa, che si introducono ulteriori premialità per l’edilizia residenziale sociale, che va solo a vantaggio delle imprese.
Ma avete dimenticato che nel vostro programma c’è scritto:
è pertanto necessario rivedere gli spazi e la città in funzione di un nuovo corso: va privilegiata la riqualificazione, l’apertura di spazi pubblici di socialità,…
Adozione di un regolamento urbanistico che preveda lo stop al consumo di suolo
Individuazione… , delle aree a vocazione ambientale (aree verdi già tutelate) e delle aree urbanizzate.
La domanda che sorge spontanea è: dove si evince nel RU approvato lo stop al consumo di suolo?
Perché a tale proposito non annullate le delibere della precedente amministrazione (cosa possibile), che consentiranno un enorme consumo di suolo?
Non avete forse detto di avere – “introdotto meccanismi per l’acquisizione di aree destinate a verde”?
Nella vostra risposta a Matera Civica affermate: Il PRG di Piccinato, sebbene contemplasse oltre 2 milioni di metri quadrati di verde, servizi e parcheggi, era costruito immaginando una città di 84.000 abitanti (sic!), utilizzando inoltre anche una rilevante quota di zone ancora oggi agricole, per il dimensionamento degli standard di piano.
I piani successivi non hanno consumato il suolo del PRG di Piccinato, si sono solo progressivamente ridimensionati su un numero inferiore di abitanti e dunque maggiormente aderente alla realtà, riducendo in maniera corrispondente le quantità di aree a verde, parcheggi e servizi.
Un aspetto del vostro ragionamento è veramente interessante:
Siccome il Prg di Piccinato era costruito per 84 mila abitanti, mentre da trent’anni non abbiamo superato i 60 mila abitanti, è stato giusto consumarne (rimodulare termine da voi utilizzato) più della metà.
Dove hanno vissuto l’Assessora Nicoletti e il M5S negli ultimi trent’anni?
Per essere più precisi, in merito agli standards del PRG “75 il prof. Nigro nella sua relazione afferma quanto segue:
“dall’analisi dei dati si può osservare che nelle previsioni del PRG ’75 la quantità di Standard per abitante di mq 29,43/ab (ben superiore alla quantità minima stabilita dal DM 1444/68, pari a mq18/ab) era calcolata in riferimento a una popolazione prevista (90.693 abitanti) che si è rivelata di gran lunga maggiore di quella effettivamente poi insediatasi e presente oggi nel territorio dello Spazio Urbano (60.459 abitanti).
Ciononostante gli Standard locali previsti dal PRG ’75 non sono stati raggiunti, soprattutto per quanto riguarda gli Spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport come anche per i parcheggi”.
Negli ultimi trent’anni sono stati divorati circa 1.530.651 mq/ab di verde, parcheggi e servizi (2.669.094 – 1.138.442 =1.530.651 mq/ab). Se avessimo attuato quegli standard oggi si, saremmo una città veramente verde.
Per quanto attiene il soddisfacimento degli Standard territoriali, il RU 2013 ripropone gli stessi dati del RU 2007 e 2010. I parchi pubblici urbani e territoriali oggetto del RU 2013 risultano pari a mq 331.157 che corrispondono a 5,33 mq/ab a fronte di un indice di legge di 15 mq/ab.
I mancanti 9,67 mq/ab, necessari per il soddisfacimento dello standard relativo agli abitanti dello Spazio urbano, anche in questo caso vengono soddisfatti all’esterno del perimetro urbano oggetto di analisi del Regolamento Urbanistico. Secondo l’amministrazione comunale tale indice deficitario potrà essere recuperato all’interno del perimetro extraurbano del Parco Regionale delle Chiese rupestri del Materano e dalla nostra lettura dei dati, ci sono sempre circa 351.000 mq di verde locale in più, che risultano recuperati dalle aree intorno ai borghi rurali.
Questa operazione non fa che falsificare l’indirizzo della legge, che prevede la quantità di standard per aree omogenee nell’ambito urbano e direttamente fruibili dagli abitanti. La situazione delineata dal RU 2013 comporterebbe che un abitante di San Pardo/Piccianello o di qualunque altro quartiere della città debba recarsi nei borghi o nel Parco Regionale delle Chiese rupestri del Materano per usufruire del proprio standard di verde.
Tale soluzione non ci sembra conforme alla legge.
Il Regolamento d’Attuazione della LR 23/99 introduce il Bilancio Urbanistico (BU) tra gli elaborati a corredo del Regolamento Urbanistico, in particolare esso viene individuato come strumento necessario per valutare dal punto di vista quantitativo e qualitativo lo stato di attuazione della pianificazione comunale vigente (vale a dire il PRG’99 entrato in vigore nel gennaio 2007 e i relativi strumenti di attuazione), rispetto al quale definire i nuovi strumenti di pianificazione, come appunto il Regolamento Urbanistico.
Il resto del territorio comunale, posizionato fuori dal perimetro urbano, non è oggetto del Regolamento Urbanistico e, dunque, anche dal BU (Bilancio Urbanistico). In detta porzione del territorio comunale vale infatti la disciplina dello Spazio extra e periurbano definita dalla Variante relativa alla disciplina dello Spazio Extra e Periurbano (VEP DPGR n. 296/1996).
Ultima considerazione: il RU approvato è la bozza dell’amministrazione del Sindaco Adduce, poi ripresa dall’amministrazione De Ruggieri a seguito dell’ingresso del PD nella maggioranza, abbandonando la bozza del 2017 elaborata dall’allora assessora Cangelli. Le due amministrazioni Adduce/De Ruggieri – che avete avversato, salvo evidenti ripensamenti – non sono riuscite ad approvarlo in dieci anni e voi vi vantate di averlo approvato in 4/5 mesi. Ma quanta solerzia!
Infine, affermate che – “Il regolamento urbanistico non è il libro dei sogni”.
Invece deve essere il libro dei sogni per costruire una città a misura d’uomo, inclusiva, verde e all’altezza della sua storia.
Tutto questo in attesa della formazione del Piano Strutturale Comunale dove ci auguriamo si apra una vera partecipazione della comunità che non abbiamo visto sino ad oggi.
Matera città più verde d’Italia, Gruppo consiliare Movimento 5 stelle e assessore all’urbanistica Nicoletti replicano a Matera Civica
Gruppo Consiliare Movimento 5 stelle e l’assessore all’urbanistica Rossella Nicoletti in una nota replicano al movimento “Matera Civica” rappresentato in consiglio comunale da Pasquale Doria rispetto al primato attribuito a Matera di città più verde d’Italia. Di seguito la nota integrale.
La politica urbana a Matera oltre i falsi miti.
La storia di Matera città più verde d’Italia non è una bugia. È invece falso che il regolamento urbanistico abbia recuperato 315.000 mq di aree verdi intorno ai borghi. Il RU ha compiuto passi ben più coraggiosi: ha sostituito i tessuti del vecchio PRG con nuove aree verdi per la protezione e la valorizzazione paesaggistica e ambientale dei borghi e ha classificato gli insediamenti come centro storico. Ha compiuto cioè un riconoscimento di valore, non solo storico e architettonico, ma anche testimoniale e identitario per la comunità materana, che da quel momento ha dato vita al nuovo racconto dei Sassi di Matera e della nostra civiltà contadina.
I dati sul consumo di suolo, per i quali l’ISPRA produce la classifica annuale, vede un andamento in crescita per la maggior parte dei 7.904 comuni monitorati (https://www.isprambiente.gov.it/it/events/presentazione-del-rapporto-consumo-di-suolo-dinamiche-territoriali-e-servizi-ecosistemici-edizione-2021) e dunque anche per Matera. È falso affermare che la nuova pianificazione recentemente approvata non abbia agito per contrastare il fenomeno, delineando un quadro netto di maggiore sostenibilità, intesa secondo la moderna accezione del termine, ovvero sociale, economica e ambientale.
Ponendosi questi stessi obiettivi, il Regolamento urbanistico che il Movimento 5 stelle ha fortemente sostenuto nella fase di approvazione, fa scelte coraggiose, quali:
– il perimetro non intacca la zona agricola;
– respinge tutte le osservazioni che proponevano nuova edificazione nello spazio extra-urbano;
– introduce parametri ambientali ed ecologici (indici di piantumazione arborea e arbustiva, indice di permeabilità, criteri premianti per l’edilizia sostenibile…);
– introduce meccanismi per l’acquisizione di aree destinate e verde e attrezzature dai tempi del PRG del 75, mai espropriate, ma da sempre utilizzate nei piani precedenti per il calcolo degli standard, con enorme sacrificio da parte dei cittadini proprietari;
– introduce misure premianti per l’incremento di edilizia residenziale sociale.
Il PRG di Piccinato, sebbene contemplasse oltre 2 milioni di metri quadrati di verde, servizi e parcheggi, era costruito immaginando una città di 84.000 abitanti (sic!), utilizzando inoltre anche una rilevante quota di zone ancora oggi agricole, per il dimensionamento degli standard di piano.
I piani successivi non hanno consumato il suolo del PRG di Piccinato, si sono solo progressivamente ridimensionati su un numero inferiore di abitanti e dunque maggiormente aderente alla realtà, riducendo in maniera corrispondente le quantità di aree a verde, parcheggi e servizi.
Il regolamento urbanistico non è il libro dei sogni, è uno strumento che prova a restituire concretezza a questioni che si trascinano da tempo: capiremo se funziona con la gestione e se così non dovesse essere abbiamo il dovere di ri-orientarlo, di migliorarlo. Ma il problema non risiede certo solo nelle quantità: questa amministrazione sta provando a fare un ragionamento che punti sulla qualità progettuale, sulla rigenerazione e riorganizzazione degli spazi pubblici, sulla salvaguardia del verde esistente e la gestione dello stesso, anche attraverso i patti di collaborazione previsti dal Regolamento dei beni comuni.
Inoltre a breve si inizierà il percorso del piano strutturale comunale che dovrà affrontare sfide all’altezza di questa delicata fase storica per l’Italia e l’Europa. Di certo l’amministrazione Bennardi non si sottrarrà a costruire uno scenario di alto profilo in risposta alla crisi che attraversiamo, ambientale, economica e sociale, con la consapevolezza di dover condividere questo pezzo di strada con i cittadini, i progettisti e gli stake-holders, per costruire una politica che permetta alle cose di accadere. Diversamente sarebbe solo uno slogan.
Matera città più verde d’Italia, Matera Civica: “Tutta la verità sulla questione del verde da primato”. Di seguito la nota integrale.
Sono anni che va avanti la storia mendace di Matera città più verde d’Italia.
Bisogna dirlo, non per amore di polemica, ma per affermare quel principio caro all’urbanistica che persegue la qualità della vita dell’individuo quale parte integrante di una comunità nel suo naturale territorio di appartenenza.
È necessario tenere a mente i dati del verde urbano, quello della vita quotidiana, ovvero altra cosa da quello che invece urbano non è, come i parchi extraurbani. Utile potrebbe tornare il riferimento al Regolamento urbanistico approvato lo scorso aprile per affermare senza timore di smentita alcuna che quanti si aspettavano un sostanziale alleggerimento dei carichi edilizi, non ha potuto fare a meno di esprimere la propria delusione.
Lo ha ammesso anche il pianificatore in Commissione urbanistica e lo ha ripetuto in aula, al momento del dibattito, che abbiamo perso il 10 per cento del verde urbano. Non è poco, perché al suo posto ci sarà nuovo cemento, ovunque.
Cosa è successo? Per pareggiare i conti sono stati conteggiati circa 351.000 metri quadrati di verde locale in più, che risultano recuperati dalle aree intorno ai borghi rurali.
In termini di buona divulgazione ed estrema sintesi, il verde urbano o pubblico non è altro che il polmone verde della città. Nella maggior parte dei casi si tratta di piccoli spazi o porzioni del tessuto urbano dominate dal verde e dalla natura. A questa definizione possono corrispondere anche i parchi, purché compresi nel perimetro urbano, ma anche aiuole, viali alberati, aree spartitraffico piantumate. A proposito di alberi e riscaldamento globale, forse è il caso d’implementare al massimo la loro presenza e magari ricordare che non esiste nessuna tecnologia che sia complessa e perfetta come quella di un albero.
Sono esseri viventi che non hanno la possibilità di muoversi e dunque hanno sviluppato strategie estremamente sofisticate per sopravvivere. Vivono a lungo, in modo pacifico, e possono aiutarci a stare meglio: la loro ombra rinfresca le nostre giornate estive, aumentano l’umidità dell’aria e dunque abbassano la temperatura, assorbono l’anidride carbonica e le polveri sottili, temi attuali di cui il nuovo strumento urbanistico dovrà tenere debito conto nell’elaborazione di una visione futura in rapporto al territorio di riferimento e a ulteriori spinte al consumo di suolo.
Siccome a luglio sono già stati stanziati 250 mila euro per iniziare a muovere i primi passi verso il nuovo piano regolatore, oggi definito Piano Strutturale, bisognerebbe considerare che se il riscaldamento globale aumenta in misura esponenziale, non si potrà certo pianificare il territorio come si faceva in passato, anche il modo di immaginare le città future dovrà cambiare.
A questo proposito, ecco gli ultimi dati sul consumo di suolo in città. Per comprendere ciò che è accaduto negli ultimi decenni basta confrontare i dati con il Piano regolatore di Luigi Piccinato del 1975. A conti fatti, sono stati divorati circa 1.530.651 metri quadrati di verde, parcheggi e servizi.
Il Piano del 1975 prevedeva circa 2.669.094 metri quadrati di verde, parcheggi e sevizi collettivi; l’attuale piano regolatore del 2007 dispone di circa 1.138.442 metri quadrati di verde, parcheggi e sevizi collettivi; negli ultimi decenni la speculazione edilizia si è divorato circa 1.530.651 mq di verde, parcheggi e servizi collettivi. Un trend di puro consumo che va radicalmente rivisto.