Antonio Mattia (M5s): “L’Ente Parco Appennino Lucano va commissariato, basta sprechi, malagestione e clientele negli organismi pubblici lucani. Intervenga il Ministro Costa”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
In Basilicata sono tanti gli enti e gli organismi pubblici dove occorre intervenire per ripristinare le regole, le norme e far emergere il rispetto delle procedure al fine di eliminare inaccettabili e scandalose sacche di malagestione, clientelismo, sprechi, inefficienza amministrativa e operativa.
Tra questi, c’è l’emblematica e gravissima gestione dell’Ente Parco Appennino Lucano-Val d’Agri-Lagonegrese, uno dei presidi più importanti per la tutela del patrimonio ambientale e naturalistico della nostra regione.
Le vicende di tale Ente, da anni al centro di ombre, inchieste e esposti, riguardano le evidenti, molteplici e preoccupanti presunte irregolarità formali e sostanziali e un quadro di illegittimità e incapacità, che si sarebbero susseguite nel tempo nella gestione del Parco.
A confermarlo, non ci sono solo denunce, notizie di stampa e prese di posizione politiche e di associazioni ambientaliste, c’è anche una circostanziata inchiesta avviata a dicembre 2017 dalla Procura contabile della Corte dei conti della Basilicata. La Procura ha citato in giudizio il direttore dell’Ente Parco e alcuni componenti del consiglio direttivo per presunto danno erariale relativo a vari sprechi di pubbliche risorse, a partire dalla discutibile gestione della pianta organica e dalla mancata osservanza di direttive ministeriali.
Davanti a questa situazione, riteniamo che l’unica strada da percorrere sia quella del commissariamento da parte del Ministero dell’Ambiente.
Da troppi anni, il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano e i suoi vertici hanno generato un clima di sospetti e di incapacità operativa e dimostrato di non essere in grado di garantire una gestione trasparente, corretta ed efficiente per offrire alla collettività un organismo pubblico così importante e strategico per un territorio come la Val d’Agri, già devastata dalle estrazioni petrolifere.
Invece di operare per valorizzare il territorio con atti e azioni lungimiranti, seri e programmati, e di dare prestigio al ruolo che sono chiamati ad assumere i parchi naturalistici, la vecchia politica, dei passati governi di centrosinistra e di centrodestra e la Regione Basilicata, ha consentito che l’organismo diventasse uno strumento per “sistemare” personale e per utilizzare risorse economiche pubbliche con metodi intrisi di criticità gestionali e amministrative.
Per uscire da questa impasse occorre prima la nomina di un commissario libero da condizionamenti, competente e autonomo, e poi la nomina di un gruppo dirigente di alto profilo capace di ripristinare le regole e di creare un rapporto di fiducia con la popolazione per mettere a valore il grande patrimonio naturalistico, paesaggistico e culturale che il Parco può esprimere.
Per troppi anni il Ministero dell’Ambiente, cui per legge compete la vigilanza sui Parchi Nazionali, ha girato la faccia dall’altra parte. E non è un caso. Negli ultimi cinque anni il Governo è stato a guida Pd. Attuale presidente dell’Ente è Vittorio Triunfo, fratello del sindaco di Abriola nonché primo firmatario del vergognoso documento con cui, solo a luglio scorso e qualche giorno prima dello scandalo della Sanità, circa ottanta sindaci del Pd chiedevano la ricandidatura a governatore di Pittella. Per fortuna ora alla guida del Ministero dell’Ambiente c’è un uomo dello Stato senza legami con il potere. Chiediamo allora al Generale Costa, pur consapevoli dei grandissimi problemi di cui si sta occupando, di dedicare la sua attenzione anche alla nostra regione da lui tanto amata. Gli chiediamo di mandare un fermo segnale di ripristino della legittimità e di forte discontinuità rispetto al passato. Perché anche i lucani hanno il diritto di sperare nel cambiamento. E l’unico cambiamento vero è quello rappresentato dal M5S che ha voluto fortemente al Governo persone libere che per tutta la vita hanno servito lo Stato con rigore e dedizione assoluta.
Costa è latitante non risponde neppure alle interrogazioni parlamentari, lo cercano a chi l’ha visto prima che lo trovino i Carabinieri