Filippo Massaro di Csail-Indignati contesta l’intervento del senatore e coordinatore lucano del Nuovo Centro Destra Guido Viceconte, uno dei “padri” del Memorandum sul petrolio lucano. Di seguito la nota integrale.
Fuori tempo massimo e senza alcuna credibilità. Dovremmo bollare così, con un commento lapidario, le paginate dedicate oggi al sen. Guido Viceconte che dopo anni di sottosegretario e parlamentare senza presentarci il conto del suo agire ripete ancora le stesse cose. Forse perché ha cambiato casacca pensa di essere in dovere di rifarci conoscere le sue idee e i bellissimi propositi per la “Basilicata Saudita” purtroppo rimasti tutti sulla carta del Memorandum.
Quanti hanno visto i Tg ieri non hanno potuto non osservare la scritta “Zona Franca” fissata al podio della manifestazione di Forza Italia con Berlusconi a sostegno del candidato Governatore della Sardegna. Ebbene “Zona Franca” è il nostro cavallo di battaglia che ha trovato esponenti di governo e parlamentari lucani, come Viceconte, a cui aggiungiamo Bubbico e l’ex Governatore-sceicco De Filippo, sempre sordi. Certamente in Sardegna ricorrono condizioni (innanzitutto geografiche) diverse da noi, ma l’istituzione di una Zona Franca nel comprensorio petrolifero Val d’Agri-Sauro ha anche analogie a partire dalla produzione energetica con il risultato di offrire un pacchetto di agevolazioni a chi viene ad investire nel comprensorio, a cominciare da energia ed acqua gratis. Con i tempi che corrono sapere per gli imprenditori che non ci sarebbero bollette di gas, luce ed acqua da pagare è un vantaggio da non lasciarsi sfuggire. Accade invece che ci si azzuffa tra piccole comunità locali su chi possa accaparrarsi qualche metro cubo di gas gratuito invece di pensare principalmente alle industrie che danno lavoro. Sarebbe stato sufficiente un impegno in questo senso e per garantire al posto della card carburanti sconti alla pompa (sempre in Val d’Agri e nel Sauro) tutto l’anno agli automobilisti per non presentarsi oggi a mani vuote e a riproporre la litania del Governo “cattivo e insensibile” alle rivendicazioni del popolo del petrolio, quel Governo che si regge con i voti dei Viceconte e parlamentari Pd eletti nella nostra regione. E allora come dare fiducia sui nuovi propositi annunciati? Il pallino è nelle mani del Presidente Pittella che non ha caso si è riservato la delega del petrolio e che siamo convinti non ci farà rimpiangere il Governatore-sceicco che l’ha preceduto e che ha collezionato in otto anni un centinaio di convegni, conferenze ed incontri con i risultati n ti a tutti.
Filippo Massaro, Csail-Indignati
Antonio Autilio, già consigliere regionale e Vittorio Prinzi, consigliere provinciale di Potenza contestano l’intervento del senatore e coordinatore lucano del Nuovo Centro Destra Guido Viceconte, uno dei “padri” del Memorandum sul petrolio lucano. Di seguito la nota integrale.
L’intervento del senatore e coordinatore lucano del Nuovo Centro Destra Guido Viceconte, uno dei “padri” del Memorandum sul petrolio, non crediamo faccia fare un solo passo in avanti alla questione. Piuttosto, come nel gioco dell’oca, siamo tornati alla casella di partenza. Eppure da chi condivide e sostiene, insieme al Pd, l’attuale Governo Letta ci sarebbe da aspettarsi di più di un impegno ad “insistere presso il MISE per far riprendere i lavori del tavolo del Memorandum”. Non pensiamo, tra l’altro, di aver bisogno di “lezioni di ripetizione” sugli obiettivi contenuti nel Memorandum che conosciamo a memoria. E ci si aspettiamo decisamente di più della chiamata in causa del Presidente Pittella, atto dovuto perché in linea con la strategia delle Grandi Intese (Letta-Alfano), una strategia che sinora in Basilicata non ha prodotto significativi risultati in termini di programmi e progetti e di conseguenza di spesa pubblica. Al contrario, sul petrolio, il Governo prima e il segretario Pd Renzi poi, continuano a sostenere la volontà di gestire centralisticamente ogni cosa, per non parlare del tentato scippo dei fondi destinati allo schema irriguo Basento-Bradano (Genzano). Dunque, a nostro parere, prima di tutto il sen. Viceconte e i parlamentari lucani del Pd dovrebbero spiegare ai lucani come intendono battersi perché non sia il Ministero dello Sviluppo Economico a gestire direttamente e centralisticamente il fondo (anche se tutto ancora da contrattare) derivante dall’art. 16 del decreto liberalizzazioni.
Specie per l’esperienza che abbiamo vissuto con il patto di stabilità che ha imbrigliato le royalty derivanti dal petrolio, non possiamo avallare alcuna scelta centralistica che ripeterebbe l’esperienza sinora consolidata in Val d’Agri, attraverso il precedente Governo Monti, con lo Stato che incassa il gettito fiscale, le compagnie che fanno profitti e la Regione che non riesce nemmeno a spendere le briciole delle royalties. In questo scenario si inseriscono i “lobbisti del petrolio” che alla luce del sole (Chicco Testa) o in segreto lavorano per dare campo libero alle compagnie in nome e per conto degli interessi del Paese. Va sottolineato che il comma 1 del’art. 16 ha come obiettivo la promozione di nuovi investimenti di ricerca e sviluppo delle risorse energetiche nazionali strategiche di idrocarburi nel rispetto del dettato dell’articolo 117 della Costituzione, dei principi di precauzione, di sicurezza per la salute dei cittadini e di tutela della qualità ambientale e paesistica, di rispetto degli equilibri naturali terrestri e acquatici, secondo i migliori e più avanzati standard internazionali di qualità e sicurezza e con l’impiego delle migliori tecnologie disponibili. E’ questo comunque un aspetto che non ci mette del tutto tranquilli perché estrarre più petrolio non equivale, automaticamente, a più strumenti di tutela del territorio, come insegna la vicenda dell’Eni in Val d’Agri, nonostante il nuovo impegno, atteso da prove difficili, del neo Assessore Berlinguer che, malgrado la buona volontà, ha comunque bisogno di tempo per conoscere la complessa problematica petrolio-ambiente-territorio-salute.
La nostra posizione in proposito è chiara non da oggi: le royalty devono essere quantificate in almeno il 50% con una quota affidata direttamente alla Regione e una quota ai Comuni del comprensorio della Val d’Agri. Siamo in una fase cruciale per il futuro della comunità regionale e c’è bisogno di una scelta coraggiosa per non accontentarci né di qualche punto percentuale in più di royalty e né di qualche milione di euro in più dallo Stato per costruire qualche infrastruttura.
Dunque, non basta dichiarare a parole che continueremo a difendere gli interessi del nostro territorio e delle comunità residenti se poi non si dà seguito ad una diversa interlocuzione con il Governo che, non va dimenticato, è sostenuto anche dai voti dei parlamentari lucani di Pd, Pdl e Lista Civica.
Le parole, per ora lette solo su facebook, del Presidente Pittella disposto almeno a mettere in discussione la “linea Renzi” e del Governo sul petrolio, sono attese a breve da fatti che, ci auguriamo, si sottraggano al rituale del tavolo con i parlamentari di “defilippiana memoria”.