Memorandum Val d’Agri, No Scorie Trisaia: “Acqua e bonifiche per uscire dal petrolio e creare lavoro”. Di seguito la nota integrale.
Riteniamo che la regione Basilicata con il governo italiano non debba perseguire gli errori commessi già nel 2011 con il memorandum sul petrolio visti i risultati di questi ultimi anni in tema di sviluppo ,occupazione ,problemi ambientali ( https://www.quotidianodelsud.it/basilicata/cronache/benevento/2011/04/29/petrolio-firmato-memorandum ) e sia necessaria una svolta per salvare e creare nuovi posti di lavoro con un memorandum eco sostenibile, rispettoso della salute dei cittadini che permetta di uscire dal fossile.
La Val d’Agri è abitata da circa 30.000 abitanti, nonostante l’esigua popolazione residente, il petrolio non può di certo condizionare la vita di milioni di persone che utilizzano l’acqua lucana, messa rischio da attività altamente inquinanti e impattanti. Basterebbero 20 centesimi al mc, sui 150 milioni di acqua disponibili mediamente nell’invaso del Pertusillo, per compensare con milioni di euro una valle e le loro istituzioni locali che invece ancora si fanno abbagliare dal miraggio del petrolio. È stato stimato che, con l’acqua, potrebbero essere disponibili a vita 30 milioni di euro l’anno, contro gli attuali 70 milioni di euro derivanti dalle royalties del petrolio (dati 2017 https://unmig.mise.gov.it/images/dati/royalties.pdf ) che invece sono a termine in pochi anni. Soldi che la Regione Basilicata farebbe bene a investire per la manutenzione ordinaria degli ecosistemi, creando occupazione stabile, duratura e non a termine, come nel petrolio, invece di sperperarli in interventi a pioggia per finanziare anche sagre locali. Nessuna comunità si opporrebbe a riconoscere alle zone di produzione dell’acqua fondi per tutelare gli ecosistemi produttivi. Questo riconoscimento va fatto ora con il governo centrale per tutelare le aree di produzione dell’acqua proprio nel momento in cui il governo ha trasferito la gestione di dighe e condotte dall’Eipli in una spa governo- regioni.
Gli attuali lavoratori del petrolio, attraverso un piano di bonifiche e dismissioni che il governo deve programmare ora e non tra 10/20 anni (cosi come accaduto per altre aree industriali diventate anche SIN) possono essere tranquillamente accompagnati verso il pensionamento, salvando gli attuali posti di lavoro nel petrolio. Chiudendo così definitivamente il ciclo sporco che alimenta lo sfruttamento fossile in Basilicata e per il quale si generano rifiuti difficili da trattare e da smaltire .
In questo modo gli ecosistemi si potranno rigenerare negli anni attraverso le bonifiche e con esse anche l’immagine della valle, questo permetterà di recuperare i posti di lavoro persi in questi anni nelle economie locali come agricoltura e turismo. Vedasi circa il 60% delle aziende agricole chiuse nell’ultimo decennio secondo i dati Istat in Val d’Agri. La valle ha grosse potenzialità anche in ambito turistico con il parco Appennino Lucano che dovrà essere liberato, dai “commissariamenti forzosi” calati dall’alto dai vari governi e burocratizzato dagli stessi interessi che tengono asservite le popolazioni locali al miraggio del petrolio. Di conseguenza ci sarebbe poi una rivalutazione del patrimonio immobiliare della valle e dei centri storici, vera ricchezza delle famiglie, attualmente svalutato per i problemi ambientali collegati alla zona estrattiva.
Lungi da progetti di chimica verde che non hanno avuto successo in altre regioni e o da fondi sovrani inattuabili perché la legislazione nazionale non lo prevede, è necessario basare l’economia regionale sui cicli puliti e l’utilizzo durevole dei beni comuni dove anche la Spa governativa sull’acqua che sostituirà l’Eipli non dovrà rischiare di finire in mano ai privati.
Se non s’inizia a uscire da subito dalle fonti fossili con una riduzione progressiva dei barili prodotti in Basilicata, fino allo spegnimento dei pozzi esistenti si rischia a nostro giudizio di fare la fine della Val Basento, con l’aggravante che la Val d’Agri rischia di riempirsi di reflui e rifiuti petroliferi difficili da smaltire e trattare in loco e con i problemi ambientali già evidenziati dalle inchieste giudiziarie e dalla Vis . E’ necessario ritrovare la volontà di riconsiderare la Basilicata capace di uscire dal petrolio attraverso la tutela di un bene molto più raro e più prezioso del petrolio, rappresentato dall’acqua, che è utilizzato da ben 4 regioni dell’Italia meridionale. Anche l’acqua potrà essere come per il bonus gas distribuita in percentuale gratuita alle popolazioni della Val d’Agri.
La proposta sarà elaborata con i comitati locali della Val d’Agri e trasmessa ai sindaci, agli amministratori, sindacati e alle associazioni e movimenti delle regioni dell’Italia meridionale, per stimolare azioni dal basso capaci di uscire dalla dipendenza delle fonti fossili in Italia ma anche da quelle di una politica che è stata capace di disperdere sperperare e impoverire i valori autentici delle nostre Comunità.
I concetti espressi sono condivisibili……ma quanti errori ed omissioni anche pure mancanze di conoscenze specifiche!!!!!!