Monte Crugname, il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica fa ritornare sui propri passi la Soprintendenza archeologica della Basilicata. Consiglieri regionali Carlucci e Leggieri (M5s): “I cittadini di Melfi chiedono l’intervento del Capo dello Stato, vigilare per impedire altri scempi ambientali”. Di seguito la nota integrale.
Nei giorni scorsi alcuni cittadini, residenti ed imprenditori operanti nelle vicinanze di Monte Crugname, nel territorio del Comune di Melfi, hanno notificato alla Regione Basilicata e ad altre controparti, compresa la Cementeria Costantinopoli di Barile, un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. I ricorrenti chiedono l’annullamento della delibera dirigenziale dell’Ufficio Compatibilità ambientale del Dipartimento del 27 aprile scorso con la quale si concludeva positivamente la conferenza di servizi relativa alla realizzazione di una cava di quarzareniti da parte della società Cementeria Costantinopoli. Il ricorso straordinario, che annovera tra i ricorrenti pure le associazioni “Per la tutela dell’Ambiente e della Salute Basilicata” e “Liberiamo la Basilicata”, è stato presentato dagli avvocati Mattia Crucioli, Arnaldo Lomuti, Alessia Tiragallo e Gennaro Grimolizzi. Oltre a Crucioli e Lomuti, senatori della Repubblica del MoVimento Cinque Stelle, anche un altro esponente pentastellato, l’onorevole Luciano Cillis sta sostenendo convintamente questa battaglia a fianco di cittadini e imprenditori.
Con questa battaglia – appena iniziata e di cui abbiamo sostenuto convintamente ogni spesa legale – abbiamo potuto constatare le grandi preoccupazioni della popolazione di Melfi e delle sue frazioni.
I cittadini stanno dimostrando un notevole attaccamento verso il territorio e verso una località che va preservata dai tentativi di attacchi da parte degli sfruttatori di turno. Noi, come sempre, saremo al fianco delle popolazioni che rivendicano la tutela dell’ambiente e della salute e porteremo sempre le loro istanze nella massima istituzione locale: il Consiglio regionale.
Il sito di Monte Crugname è ritenuto di grande valore naturalistico e paesaggistico, a poca distanza dai laghi di Monticchio e dal Parco regionale del Vulture, recentemente istituito. Giustificate le preoccupazioni dei cittadini di Melfi, dei residenti e degli imprenditori che operano in quella zona. La realizzazione di una cava di quarzareniti darebbe un duro colpo alle attività imprenditoriali locali e porrebbe una serie di questioni di carattere ambientale. Si pensi ai problemi legati alla rumorosità, alle vibrazioni e alle emissioni di polveri. Gli avvocati Crucioli, Lomuti, Tiragallo e Grimolizzi hanno evidenziato una serie di anomalie nell’iter autorizzativo della cava. L’area di Monte Crugname, contrariamente a quanto dichiarato dall’azienda che vorrebbe svolgere le attività di estrazione, è caratterizzata da un’elevata valenza naturalistica con habitat naturali e seminaturali in equilibrio da millenni con le attività agro-silvo-pastorali. Tale area rappresenta le specificità e l’identità del territorio del Vulture-Melfese e ospita produzioni agroalimentari di assoluta eccellenza.
Il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica è stato notificato altresì alla Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio della Basilicata, che lo scorso 5 settembre, proprio in riferimento alla delibera dirigenziale dell’Ufficio Compatibilità ambientale del Dipartimento del 27 aprile 2020 impugnata, ha voluto fare un passo indietro, sospendendo “in via cautelativa il parere rilasciato a tutela del paesaggio interessato dalla realizzazione del progetto di coltivazione e mineraria della cava in località Monte Crugname”. Secondo la Soprintendenza, è molto probabile che sull’area interessata insistano evidenze archeologiche riguardanti la presenza di una viabilità antica.
Chi adesso vuole vestire i panni del paladino dell’ambiente farebbe bene a ritirarsi in un rispettoso silenzio.