La recente morìa di pesci che si è verificata lungo il tratto del fiume Basento ricadente nel territorio di Pisticci e che ha suscitato allarme nella popolazione anche alla luce della più vasta problematica sull’inquinamento generale è stata oggetto dell’ordinanza sindacale n. 156 del 30 settembre scorso, con la quale si vieta l’attingimento delle acque, sia per fini irrigui che per dissetare mandrie e greggi, o per qualunque altro scopo, lungo il tratto del fiume di competenza del territorio di Pisticci, che va dal confine comunale con il territorio di Ferrandina sino all’idrovora del Lido “48”. L’ordinanza del sindaco Vito Di Trani è stata a notificata tutti gli organi di controllo ed alla Polizia municipale, incaricata per il controllo, e all’ufficio tecnico di concerto con l’ufficio Ambiente per la predisposizione lungo il tratto del Basento di un adeguato numero di cartelli informativi che riportano il divieto. Nell’ordinanza si fa riferimento allo sversamento, lungo il fiume Basento, di sostanze chimiche di provenienza industriale che ha ucciso migliaia di pesci, avvelenando il fiume per cause in fase di accertamento anche da parte della Procura e dell’ARPAB. In tale fase di incertezza sulle cause della morte dei pesci e solo al fine della salvaguardia della salute pubblica, e al solo scopo precauzionale, è vietato l’attingimento di acque sia a scopo irriguo che per abbeverare mandrie e greggi. Nella premessa dell’ordinanza si fa riferimento alla emanazione del decreto ministeriale di sperimentazione del sito inquinato di interesse nazionale della Valbasento e delle diverse decisioni assunte nelle conferenze di servizio presso il Ministero dell’Ambiente. La regione Basilicata ha avviato una serie di iniziative e indagini, tra cui la realizzazione di 75 piezometri per l’analisi delle acque di falda; l’analisi di 265 campioni di suolo e sottosuolo della Valbasento; l’installazione di sei stazioni di biomonitoraggio e due di monitoraggio della qualità dell’aria gestite dall’Arpab; l’analisi in dieci transetti delle acque di superficie e dei sedimenti del fiume. Le analisi sul suolo a maglia per 200 m. hanno evidenziato la presenza di superamenti dei limiti tabellari e, in attesa dei interventi di Bonifica integrale, i comuni interessati sono stati invitati ad assumere misure urgenti per la salvaguardia dell’area perimetrata. La Conferenza presso il Ministero dell’Ambiente del 2 agosto 2005 non ha restituito agli usi legittimi le aree agricole e in particolare, per Pisticci, tre aree di circa ventidue ettari. Una ordinanza del sindaco di Pisticci del 20 dicembre 2006 vietava inoltre le pratiche agronomiche e il pascolo delle superfici inquinate e delle acque sotterranee per scopo idropotabile e irriguo in alcune aree sino alla bonifica definitiva o alla acquisizione del parere degli organi competenti sul livello di tossicità delle sostanze inquinate riscontrate. Nella stessa ordinanza era disposto che l’eventuale utilizzo di acque sotterranee nei processi industriali della Valbasento era subordinato all’accertamento del loro stato qualitativo e che in caso di superamento dei valori dovevano essere considerate rifiuti e come tali trattate.
Giuseppe Coniglio