La sede operativa di Matera dell’Associzione B.R.I.O. Brillanti Realtà in Osservazione in un nota torna ad occuparsi della questione ambientale che riguarda la cementeria di Matera visto che la Regione a breve potrebbe autorizzare Italcementi a bruciare un quantitativo di CSS pari a 60 mila tonnellate. Di seguito la nota integrale.
Assistendo agli sterili scontri tra i consiglieri comunali di Matera dopo la giusta mozione relativa al no incenerimento dei rifiuti, approvata la settimana scorsa dal Consiglio Comunale medesimo, desta ancora molta perplessità nel mondo ambientalista la vaghezza dell’atto suddetto che, dopo aver condivisibilmente dichiarato la contrarietà all’art. 35 del cosiddetto sblocca Italia sulla strategicità degli inceneritori, tace in modo incredibile sul cementificio di c.da Trasanello che da anni brucia migliaia di tonnellate di taluni rifiuti plastici speciali e pet coke, quindi opera in modo simile ad un inceneritore, e a breve potrebbe essere autorizzato dalla Regione a quintuplicare i rifiuti da bruciare, nella forma del cosiddetto CSS, (come da richiesta inoltrata a maggio 2013).
Questa eclatante omissione fa il paio con le posizioni favorevoli espresse ASM, Provincia, e poi da sindaco di Matera e dall’assessore comunale all’ambiente, rispetto alla predetta richiesta di incremento della combustione dei CSS, corredata dall’enumerazione di blande e impalpabili condizioni da porre al tavolo regionale sul tema, già sentite svariate volte in altre dozzinali note e poco attuati protocolli d’intesa siglati nel recente passato. Senza contare che “nei cementifici come quello dell’Italcementi di Calusco (e Matera, ndr) che usano come combustibile CSS (Combustibile Solido Secondario, quello che una volta si chiamava CdR, Combustibile da Rifiuto) le ceneri tossiche sono riciclate nel cemento. Ben l’11% del cemento prodotto è composto da ceneri tossiche, con cui costruiamo le nostre case” (cit. Stefano Montanari). Questa pare la differenza principale rispetto agli inceneritori ufficiali, come traspare dal video https://www.facebook.com/155448954832164/videos/166797680363958/.
Si consideri inoltre che nel mentre in tutta Italia, a partire da Calusco d’Adda e Firenze, si conducono forti opposizioni popolari all’incenerimento dei rifiuti, in qualunque modalità, documentate da pareri medici qualificati, in particolare di ISDE Italia, sulla pericolosità sulla salute umana delle sostanze derivanti da tale processo, tra cui diossina, PCB (policloro bifenile), metalli pesanti, IPA (idrocarburi policiclici aromatici), furani e ossidi di azoto.
Proprio in considerazione della capacità della scienza medica attuale di individuare esattamente ed a priori gli effetti sulla salute umana degli inquinanti e veleni prodotti dalla combustione dei rifiuti plastici e del Pet Coke, lo scarto del petrolio, è ancora più preoccupante non conoscere qual è l’impatto prodotto dalla ricaduta al suolo delle particelle inquinanti PM 10, 2,5 e ultra sottili (dal millimetro al micrometro, corrisponde a un milionesimo di metro), in vario modo emessi in questi anni anche dal cementificio a pochi km da Matera; come ricordato da medici, oncologi e ricercatori, tra cui Patrizia Gentilini e Agostino Di Ciaula, tali sostanze si accumulano nella catena alimentare, vengono inalate e ingerite e sono ritenute responsabili di molteplici patologie degenerative e tumorali che colpiscono tutte le fasce di età.
La gravità della della situazione materana è data proprio dal fatto che non è mai stata mai condotta finora alcuna valutazione sull’incidenza sanitaria delle predette sostanze venefiche sulla popolazione locale, ragione in più per ascoltare l’appello in tal senso del Comitato No Inceneritore, firmato da centinaia di cittadini e consegnato qualche settimana fa a Sindaco e presidente della Regione, affinchè questa sia la priorità da perseguire, prima di qualsiasi assenso ad autorizzare la quintuplicazione dei rifiuti bruciati (da 12 mila tonnellate attuali a 60 mila). Ciò da solo basterebbe a negare l’AIA richiesta nel 2013, anche in nome del principio di precauzione e della prevenzione primaria.
E bene in ultimo ricordare al sindaco e all’assessore all’ambiente succitati che non esistono filtri o altre tecnologie in grado di trattenere le nano-particelle emesse dalla combustione ad alta temperatura che “hanno capacità illimitate di penetrazione in un organismo umano o animale” (cit. ing. V. Caprioli http://www.agoravox.it/Killer-invisibili-le-nano.html) ed è invece prioritario ascoltar le ragioni di tutela della salute di decine di migliaia di cittadini del territorio.