Ancora una volta il paesaggio ed i beni monumentali della Basilicata sono a rischio, a causa di impianti eolici da ubicare in siti non idonei. Dopo il Castello di Lagopesole l’assalto eolico questa riguarda l’area del Castello di Monteserico, nel territorio di Genzano di Lucania. Una fortificazione normanna, sorta nel luogo ove probabilmente sorgeva in precedenza un fortilizio romano, a presidio del territorio durante le guerre servili (70 a.c) e durante lo scontro tra il console Marcello ed Annibale a “Serra Battaglia”, lungo il percorso tratturale di collegamento tra la Lucania interna e la via Appia antica.
La Ola ricorda che per il Castello di Monteserico vige il decreto dell’ex ministro della pubblicazione istruzione del 14 marzo 1960 e più di recente le norme della Regione Basilicata di cui la delibera di giunta regionale n.903 del 7/7/2015 che stabiliscono quali sono le aree da escludere da progetti di energia rinnovabile, proprio per le valenze paesaggistiche e, tra queste, i manieri ed i monumenti isolati in altura, quali castelli e fortificazioni nel “buffer” visivo con raggio di 10 Km.
Il TAR Basilicata con recente sentenza n.560 del 12 settembre 2015 in un primo grado di giudizio, potrebbe consentire di oscurare con le onnipresenti torri eoliche il Castello di Monteserico e il suo splendido paesaggio.
Auspichiamo in proposito che Regione e Soprintendenza ricorrano al Consiglio di Stato senza indugio, per non correre il rischio di veder sfregiato paesaggi e beni monumentali unici in Basilicata. Inoltre
sull’area di Monteserico si affaccia anche un secondo progetto, in fase di esame VIA presso l’ufficio compatibilità ambientale del dipartimento ambiente della Regione Basilicata, sul quale la Ola preannuncia le proprie osservazioni/opposizione, che prevede di realizzare ben 22 aerogeneratori alti 100 mt situati a poche centinaia di metri dal castello di Monteserico.
Insomma un vero e proprio assalto eolico contro il malcapitato Castello di Monteserico così come per quello di Lagopesole. La Ola auspica che gli enti di tutela pongano un argine contro questa invasione delle pale eoliche in luoghi inidonei ad ospitarle, prima che sia troppo tardi.