No all’inceneritore mascherato da cementificio. Per difendere la salute delle nuove generazioni le associazioni Legambiente Matera, WWF Matera e Comitato No Inceneritore a Matera (NIM) si sono ritrovate in mattinaa in piazza Vittorio Veneto per approfondire con i cittadini le questioni legate allo smaltimento dei rifiuti, alle discariche e agli inceneritori. Nel gazebo allestito presso la fontana ferdinandea si sono ritrovati gli attivisti del Comitato no inceneritore rappresentato da Mimmo Genchi e Angela Calia, Pio Acito per Legambiente, Domenico Rizzi per il WWF Matera, Agostino Di Ciaula dell’ISDE Medici per l’ambiente di Puglia, Federico Valente, chimico ambientale e già presente nell’Istituto Tumori di Genova. Nel corso della mattinata si sono alternate diverse testimonianze di medici e esperti e video messaggi di rappresentanti di altri comitati che combattono in tutta ‘Italia per difendere i loro territori e la salute dei cittadini dalla spregiudicatezza di imprenditori ed amministratori compiacenti.
Il comitato “No inceneritore a Matera” ha ribadito che le materie prime presenti nei rifiuti rappresentano una ricchezza che non va bruciata, ma recuperata, riciclata, riusata. Più si differenzia, si recupera e si ricicla, minori saranno i costi della raccolta e smaltimento dei rifiuti e, quindi, diminuirà, e di molto, anche la TARI, la tassa sui rifiuti che per colpa della irresponsabilità e dell’incompetenza della vecchia e della nuova amministrazione comunale è più che raddoppiata nel 2015.
Al danno si aggiunge la beffa: bruciare i rifiuti significa, presto o tardi, finire con il mangiarseli o con il respirarli.
“Siamo qui per denunciare il sistema malavitoso dei rifiuti in Basilicata – ha dichiarato Mimmo Genchi. Da due anni denunciamo le questioni che riguardano l’inceneritore di Matera, ma in realtà c’è un sistema più complesso che consente di bruciare il css (combustibile solido secondario), la raccolta dei rifiuti, il trasporto di rifiuti verso le discariche private e il conferimento di rifiuti in cementifici come quello di Matera per bruciarli. Parliamo di un business che costa alla collettività 1500 euro per ogni tonnellata di rifiuti all’anno”.
Con questa manifestazione facciamo un appello al sindaco De Ruggieri e al presidente della Regione Basilicata Pittella affinchè non autorizzino la quintuplicazione dei rifiuti che devono essere bruciati nel cementificio di Matera. Se davvero ci tengono alla salute dei cittadini potrebbero consentire di bruciare il gas con la concessione di agevolazioni alle aziende interessate”.
Michele Capolupo
APPELLO AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE BASILICATA, PITTELLA E AL SINDACO DI MATERA, DE RUGGIERI
Le sottoscritte cittadine e i sottoscritti cittadini residenti in Basilicata
Visti gli articoli:
– 32 della Costituzione Italiana secondo il quale “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”;
– 41 della Costituzione Italiana che impone di coniugare l’imprenditoria privata con la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini;
– la salute è diritto prevalente e prioritario rispetto a tutti gli altri;
considerato che:
– bruciare i rifiuti nei cementifici li trasforma da risorsa recuperabile in emissioni e ceneri tossiche;
– i cementifici sono tra gli impianti industriali più inquinanti in assoluto che emettono ossidi di azoto, metalli pesanti e numerosi altri inquinanti per la maggior parte dei quali non è prevista una soglia minima al di sotto della quale sono considerati innocui per la salute umana;
– non esistono filtri in grado, ad esempio, di bloccare le emissioni di arsenico e di mercurio, sostanze la cui tossicità, in età infantile, si misura nell’ordine del miliardesimo di grammo;
considerato inoltre che:
– il cementificio di Matera, situato in località Trasanello, attualmente brucia già 12 mila tonnellate all’anno di rifiuti, più pet coke, pneumatici e altri rifiuti triturati;
– il cementificio di Matera ha chiesto di aumentare la quantità di rifiuti bruciati di 5 volte fino a 60 mila tonnellate all’anno;
evidenziato che:
– negli ultimi 40 anni, non è mai stata effettuata dal momento in cui la cementeria è nata (anni ’70) una valutazione di impatto sanitario (cosiddetta VIS) sui residenti in tutto l’abitato del Comune di Matera;
alla luce di tutto quanto sopra vito, considerato e evidenziato, le sottoscritte e i sottoscritti rivolgono alle SS.VV. il seguente accorato appello
a tutela della salute di tutti i cittadini e, principalmente, dei bambini, delle donne in stato interessante e degli anziani,
di non concedere autorizzazioni alla cementeria di Matera finalizzate ad incrementare la quantità di rifiuti da bruciare rispetto alle quantità attualmente previste, se non prima di aver svolto una seria, capillare e affidabile VIS su tutto il territorio del Comune di Matera.
Vogliamo vivere in un ambiente salubre: non ha più senso andare a contare e valutare i danni alla salute solo a posteriori quando, grazie all’epidemiologia moderna, i danni possono essere previsti a priori.
La fotogallery di www.SassiLive.it relativa alla manifestazione del comitato no inceneritore (foto www.SassiLive.it)
Con la salute non si scherza, ma si sa il soldo attecchisce bene nelle tasche degli amministratori, quindi auspico e plaudo a chi si batte per non farci morire!
Ben fatto! Non mollate avete tutto il sostegno dei materani di buon senso