Alla festa della CGIL è previsto l’intervento del ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato che recentemente ha dichiarato “di aver dimezzato le zone marine aperte alla ricerca di idrocarburi”. In proposito il movimento Med No Triv e la Ola avevano dedotto che lo “Ionio e la Basilicata non si salvano”.
Parlerà del decreto di riordino delle zone marine aperte alla ricerca e coltivazione di idrocarburi?. Si parla di quasi un dimezzamento delle aree complessivamente aperte alle attività off-shore che passano
da 255 a 139 mila chilometri quadrati…ma i conti non tornano.
Ma il dimezzamento riguarda solo il mar Tirreno e la zona marina prospiciente la Regione Veneto, fanno rilevare i movimenti No Triv e la Ola. Per tutte le altre regioni la situazione rimane
sostanzialmente immutata e quindi, nessuna effettiva restrizione per le ricerche di idrocarburi nel mar Jonio.
Forse l’esclusione di attività di ricerca off-shore per il tratto di mare della Regione Veneto rispetto al Golfo di Taranto – chiedono Med No Triv e la Ola- trova spiegazione nelle parole del ministro Zanonato
che con un passato da sindaco di Padova (Veneto) parla di concentrazione delle attività di ricerca di idrocarburi in poche aree marine e terrestri a maggior potenzialità e minor sensibilità
ambientale?.
Oggi alla festa della CGIL l’ombra del memorandum del raddoppio delle estrazioni petrolifere in Basilicata, dopo la moratoria delle trivelle bluff bocciata dalla Corte Costituzionale mentre tutti i partiti impegnati in campagna elettorale per le regionali non dicono nulla sul
rischio che la regione diventi la gruviera d’Italia, con i 2/3 del territorio interessato da sfruttamento petrolifero che autorizzerà il ministro Zanonato che oggi prometterà, a nome del governo, alla CGIL
ed ai Lucani, il miraggio dei posti di lavoro del petrolio.
Il solito ricatto del lavoro con lo sfruttamento-avvelenamento del territorio e delle risorse umane.
Siamo nel 2013 e non si riesce ancora ad uscire da questa spirale di morte che attanaglia alcune zone dell’Italia;
a questo punto ci togliessero anche l’istruzione così l’ignoranza sarà totale, oltre la fame, in modo da poterci gestire meglio come avveniva nel passato quando le masse erano influenzate dai preti e dai mangiapreti.
Povera e bellissima regione, non è cambiato nulla! La cosa più triste è quella che sembra (a mio modesto parere) che il problema trivelle è delimitato ad alcune zone della Basilicata non vi è la consapevolezza che è un problema dell’intera regione, perchè la questione non è un NO ad oltranza, è il rispetto delle regole e la trasparenza che non c’è da parte delle società petrolifere e anche della nostra classe dirigente e politica e di questo ne dobbiamo tener conto alle prossime elezioni regionali.