Michele Morelli per conto di Legambiente Matera, ha inviato una nota in vista della nomina del nuovo presidente dell’Ente Parco della Murgia Materana. Di seguito la nota integrale.
Il Parco della Murgia materana ha bisogno di un rilancio e investimenti attraverso nomine di qualità e scelte coraggiose.
In questi giorni il parlamento europeo ha approvato la proposta di legge della Commissione europea per il Ripristino della Natura con 336 voti a favore e 300 contrari.
Si tratta di un provvedimento importante della strategia del Green Deal vale a dire l’insieme delle misure necessarie per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Con il voto favorevole del Parlamento, contrari le destre e il PPE, entro la fine della legislazione sarà approvato un provvedimento vincolante per i paesi membri che impegna gli stessi al raggiungimento di alcuni obbiettivi entro il 2030: destinare il 20% del territorio a parchi e riserve; migliorare la produzione agricola rafforzando la biodiversità; ripristinare il paesaggio; tutelare gli insetti impollinatori; ridurre il consumo del suolo; azzerare la perdita netta di spazi verdi e di coperture arboree in ambito urbano. Per attuare questi programmi la Comunità Europea metterà a disposizione risorse finanziarie. E mentre le forze progressiste presenti nel Parlamento europeo (Socialisti, Verdi, Sinistra e M5S) si battono, se pure con forti contraddizioni, per realizzare politiche che vanno nella direzione dello sviluppo sostenibile, a livello locale le scelte di governo del territorio sono spesso di segno opposto.
Il voto del Parlamento europeo dei giorni scorsi è senza dubbio una buona notizia. Così come è stata una buona notizia la pubblicazione dell’avviso pubblico da parte della Regione per la nomina del nuovo Presidente del Parco della Murgia Materana. Buona notizia che presto potrebbe confermare vecchie e note pratiche o, e questo è il nostro auspicio, finalmente giungere a nomine di qualità al di fuori dalle logiche spartitorie tra i partiti di maggioranza di governo regionale.
Il Parco insieme ai Sassi e il lascito del Moderno (con particolare riferimento ai quartieri popolari del “risanamento”) rappresentano la parte pregiata del nostro capitale naturale e culturale.
Il Parco della Murgia materana è il nostro futuro ma servono nuove politiche, non solo bellezza ma tutela del suolo, dell’acqua, della biodiversità, del patrimonio culturale diffuso.
Il Parco ha bisogno di un rilancio e di investimenti che passano attraverso nomine di qualità e scelte coraggiose. Abbiamo più volte denunciato come nell’ultimo decennio le politiche di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio hanno ceduto il passo agli interessi economici che hanno indotto fortissimi cambiamenti della scena urbana e periurbana.
In questo contesto di euforia del «mercato» si consumano e si sprecano i lavori cosiddetti di «valorizzazione e restauro» dei beni culturali e degli itinerari escursionistici di Murgia Timone all’interno del Parco. I lavori di Murgia Timone, voluti dall’Amministrazione comunale, con i pareri favorevoli dell’Ente Parco e della Soprintendenza, realizzati da Invitalia, rappresentano l’ennesimo esempio di spreco di risorse economiche pubbliche e di paesaggi depredati. Un cattivo esempio di intervento pubblico svolto con mano pesante e opere inutili, banali e dannose.
Comportamenti inaccettabili nei confronti del nostro patrimonio, fino alle folli richieste di stralcio delle aree prospicenti o più prossime al perimetro urbano (Murgia Timone, Murgecchia, Parco delle cave), il tutto avvolto da neo populismo e da pseudo rivendicazioni autonomistiche nei confronti dell’odiata città capoluogo.
Per contrastare tutto questo sono necessarie nomine di qualità che sappiano interpretare, tutelare, valorizzare, implementare e comunicare, i caratteri costitutivi del Parco. Figure che, così come ricorda l’art. 5 della legge istitutiva dell’Ente Parco e l’art. 18 dello Statuto, oltre a possedere competenza e esperienza in materia di tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio naturalistico, ambientale e culturale, conoscano il territorio e le sue problematiche. Figure che nel corso del loro impegno pubblico o accademico si siano distinte per la loro attenzione in tema di tutela dell’ambiente. Sarebbe auspicabile, inoltre, che la nomina del Presidente del Parco sia accompagnata da un programma condiviso dove obiettivi e risorse siano verificabili in tutto il tempo del mandato.
Una cosa è certa, questa volta non staremo a guardare.