Pasquale Tucciariello, presidente del Centro Studi Leone XIII in una nota torna ad occuparsi della vicenda relativa alla nomina del presidente del Parco regionale del Vulture. Di seguito la nota integrale.
“Il Parco e la scelta impossibile”
Ci sono segnali positivi ed incoraggianti dal governo regionale che non dà ancora corso alla nomina del presidente del Parco regionale del Vulture. Evidentemente la rosa dei nomi presentata dalla maggioranza dei sindaci che si sono autodeterminati, in grado cioè di assumere il ruolodi guida del Parco per sé medesimi, se da un lato presenta aspetti positivi per l’autostima in tema di competenze e di capacità di relazionarsi col territorio, dall’altro non convince perché in democrazia l’autodeterminazione esclude altri soggetti per la forte carica di autonomia indipendentemente da un mondo intorno in grado di porsi o per pari meriti o per presunti meriti superiori. Capiamoci bene. Sapere per un cittadino che il proprio sindaco regolarmente eletto si senta in grado di affrontare un lavoro di rappresentanza anzi di gestione e di sfida credo sia motivo di conforto e diciamo anche di stima. E nel nostro territorio cinque sindaci, letta la legge regionale istitutiva del Parco, ritengono di trovarsi nelle condizioni adeguate a ricoprire quel ruolo sia per capacità di gestione di un Ente sia per conoscenza e vocazione del territorio stesso. E dunque bene farebbe il presidente Bardi a procedere nella nomina di uno di essi nonostante l’atto, dovendo escludere gli altri quattro (ma tu vedi cosa ha combinato il presidente Pittella) implichi riconoscimento di pratica politico-amministrativa per uno e rigetto dell’attività politico-amministrativa per gli altri quattro, uno promosso quattro bocciati. Riteniamo che il presidente Bardi si trovi in questa posizione di sospensione, dovendo lui giudicare – ma non ne ha il diritto istituzionale – il lavoro dei sindaci che si manifesterebbe attraverso una scelta. Il saggio Vito Bardi, da galantuomo quale egli è, non ha molte piste da battere: o fare il Ponzio Pilato come farebbe il buon burocrate in ossequio ad una legge regionale approvata in Consiglio in ciò approvandone metodi e contenuti,o fare il politico (finalmente con una robusta spina dorsale) prendendo a spunto la rivolta dei territori e ridisegnare strategie economiche in grado di proiettare l’area del Vulture – per ora si tratta di questa – verso traguardi socio-economici importanti e assolutamente possibili, anzi urgenti ed inderogabili. Occorre: un primus inter pares e gestione collegiale provvisoria degli stessi sindaci per un tempo limitato e strettamente definito (infondo hanno pari dignità e comunque se lo scelgano loro), riscrivere solo alcuni articoli relativi alla rappresentanza e alla gestione per meriti da leader aziendale, decidere finalmente se un parco regionale – come scrive il prof. Antonio Romano da molto tempo e finora purtroppo inascoltato – debba essere mantenuto e sovvenzionato con contributi pubblici come si fa per le situazioni in sofferenza o invece proporsi motore di sviluppo traendo risorse per sé e anche per altri. Basta contributi pubblici a carrozzoni inutili e dispendiosi. Il presidente Bardi decida per il cambiamento e noi continueremo a sostenerlo.