Sembrano un lontano ricordo gli eventi climatici che nel febbraio- marzo del 2011 e ancora nell’ottobre-novembre 2013, provocarono danni ingenti al comparto agricolo ed alle comunità della Basilicata, che allora spazzò via campi e strade. Oggi il Metapontino sembra essere ripiombato in quell’incubo, con tanto di promesse non mantenute.
“L’intero comparto agricolo del Metapontino, è stato nuovamente mortificato, sotto la sferzata violenta ed inaspettata dal vento e dalla pioggia, che come allora ha creato danni ingenti alle strutture ed alle produzioni. È necessario – dichiara Emanuele Brescia – Consigliere di Presidenza nazionale di Acliterra, procedere in tempi brevi alla ricognizione dei danni, così da poter predisporre tanto a livello periferico, quanto a livello governativo – tutti gli atti necessari ed utili per adottare le misure economiche e non solo a sostegno del settore.
Intere strutture produttive sono state abbattute dal vento, divelte le serre che ospitano culture di pregio, per non parlare dei danni alla rete viaria di accesso strategico anche per i soccorsi. Il duro colpo inferto al cuore produttivo della Basilicata – continua Brescia- avrà ripercussioni forti con il serio rischio che ad essere pregiudicato sia il futuro produttivo di interi lotti che accolgono produzioni molto pregiate e rappresentative dell’area”.
Occorre un piano straordinario, come straordinaria è stata la calamità che ci ha travolti. Questi fatti, ormai imprevedibili nella misura, rappresentano il chiaro campanello d’allarme del rischio idrogeologico a cui siamo esposti e che i cambiamenti climatici in atto, non potranno che esasperare nella loro violenza.
E’ tempo di alleanze nel territorio tra pubblico e privato e tra tutti gli stakeholder che agiscono nel comparto.
Il Governo non si lasci distrarre dalla infelice “lotta tra poveri” che vuole generare uno sterile e pernicioso dibattito, sulla diversa attenzione riservata a Venezia ai danni del sud con le vicende metapontine, di Amalfi o del Salento.
Ci sta a cuore il Paese, nella sua piena rappresentazione e tutti siamo chiamati a sortirne insieme.