Le Amministrazioni Lucane a partire da quella guidata dal Presidente Bardi ribadiscano con forza al Governo centrale la loro contrarietà al deposito di scorie nucleari in Basilicata e in Puglia. La posizione deve essere espressa entro natale dagli Enti coinvolti nella prima fase della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) sulle aree idonee ad ospitare il deposito delle scorie nucleari. La Regione Basilicata e la Puglia hanno numerose aree che sono state considerate idonee attraverso un processo gestito dalla Sogin che per noi non si è mai concluso. Abbiamo denunciato più volte che, contrariamente da quanto riportato nella documentazione preliminare della VAS, la Sogin deve ancora fornite le risposte alle centinaia di osservazioni inviate nella fase di individuazione delle aree dall’Associazione Antinucleare ScanZiamo le Scorie, dalla Regione Basilicata, dai Comuni e da numerose Associazioni Lucane. E’ molto grave inoltre che nel documento preliminare della VAS si faccia riferimento per ben quattro volte all’ipotesi di trasferire in modo definitivo le scorie nucleari in un deposito geologico, proprio quello che abbiamo ostacolato nel 2003 con le 15 giornate di Scanzano che si voleva realizzare nel Comune in zona Terzo Cavone. Un’ipotesi che è fallita perfino nelle miniere di sale in America e Germania, costrette ora a riportare i rifiuti radioattivi in superficie, con tutte le conseguenze per la sicurezza della salute e i costi, lasciando ancora il problema irrisolto.
Cosi in una nota Pasquale Stigliani, portavoce dell’Associazione Antinucleare ScanZiamo le Scorie, nata nei giorni della “protesta civile di Scanzano” del 2003.