Con l’impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri della legge regionale n. 37 del 14/09/2015, “Riforma agenzia regionale per l’ambiente di Basilicata (Arpab)”, in quanto una disposizione, attribuendo la qualifica di ufficiale o agente di polizia giudiziaria a personale della Agenzia regionale per l’ambiente, eccede dalle competenze regionali violando l’art. 117 della Costituzione che riserva allo Stato la materia «giurisdizione e norme processuali” , Giunta e Consiglio Regionali rimediano un’altra figuraccia in materia di tutela ambientale. Lo afferma il coordinatore regionale di Italia Unica Pietro Sanchirico per il quale al di là della questione costituzionale, non certamente formale, perde autorevolezza il progetto che avrebbe voluto dare una svolta all’Agenzia così come l’abbiamo conosciuta in fasi diverse che hanno prodotto proteste e sfiducia specie nel comprensorio energetico della Val d’Agri. Non so con quale faccia tosta a questo punto la Giunta pensi di poter realizzare a Villa d’Agri il Centro di Medicina Ambientale. Dopo l’esperienza del direttore Sciassi, il nuovo che sarà nominato sempre con il criterio della scelta politica rispetto a quelli della professionalità e della esperienza si troverà – dice il coordinatore del partito di Corrado Passera – ad affrontare i problemi che si trascinano da sempre aggravati dalla nuova conflittualità con il Governo. E non si sottovaluti che l’Arpab è già costata, al 2013, 14 milioni di euro e che i laboratori sono in cattivo stato di conservazione, mancano intere unità, diversi tipi di analisi sono addirittura fatte da Agenzie esterne. E’ evidente che la sfiducia sull’operato Arpab da parte dei cittadini che vivono direttamente emergenze ambientali è solo destinata a crescere.
Nov 07