Così come già preannunciato dalla Ola, Organizzazione lucana ambientalista, dopo il diniego di intesa della Regione Basilicata alle istanze di permesso di ricerca sul territorio regionale e dopo la bocciatura della moratoria bluff da parte della Corte Costituzionale, le compagnie petrolifere ricorrono al TAR per poter effettuare le attività di ricerca di idrocarburi e trivellare l’intero territorio regionale. E’ la volta della società texana Aleanna Resources LLC che, con ricorso al TAR Basilicata n.504 del 11 Ottobre scorso, ha impugnato, per l’annullamento, la deliberazione della giunta regionale n.682 del 7 giugno 2013 avente oggetto “istanza di permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi Palazzo San Gervasio – accordo Stato-Regioni – mancata intesa”…
Una nuova e concreta minaccia incombe dunque sul territorio lucano e sull’area del Vulture-Alto Bradano all’indomani dei propositi petroliferi del cosiddetto “new memorandum”, ovvero del decreto attuativo dell’articolo 16 della legge sulle liberalizzazioni a partire dai possibili ricorsi al TAR contro le “mancate intese regionali”, dopo quella Palazzo San Gervasio, relative alle istanze Satriano di Lucania, Anzi e Frusci (ENI), Masseria La Rocca (Medoilgas – ENI – Total) e Grotte del Salice (Shell).
Il ricorso legale dell’Aleanna Resources, che ricordiamo avere sedi a Matera e Ferrara, a firma degli avvocati David ed Emanuele Turco, quest’ultimo anche rappresentante legale della Aleanna Resources (con studio legale in Roma), da il via all’assalto delle trivelle all’intero territorio regionale, a partire proprio dal Vulture- Alto Bradano. L’area del permesso di ricerca “Palazzo San Gervasio” – ricorda la Ola – è estesa 470 Kmq circa e coinvolge 13 comuni (Acerenza, Banzi, Barile, Forenza, Genzano di Lucania, Ginestra, Maschito, Montemilone, Oppido Lucano, Palazzo San Gervasio, Rapolla, Ripacandida e Venosa).
Il provvedimento di “mancata intesa” dell’ex giunta regionale assunto all’indomani della decisione della Corte Costituzionale di bocciare la cosiddetta moratoria petrolifera (rilevatasi un bluff) – dichiarò l’ex presidente della giunta regionale Vito De Filippo – giungeva “in virtù di una valutazione che riguarda il livello di pregio naturalistico, storico e ambientale dell’area interessata e la compatibilità con la pianificazione energetica regionale” e per il fatto che “occupando più della metà del territorio regionale, creano vincoli e condizionano la programmazione ed il governo del territorio… mentre la valorizzazione e la protezione dell’ambiente costituiscono obiettivi primari ed ordinari della gestione del territorio, attuata attraverso strumenti di programmazione e pianificazione contenenti azioni di sviluppo sostenibile, che mirano al contenimento del consumo di suolo in ragione delle esigenze ecologiche, sociali ed economiche dei diversi territori”. “Possono cambiare molte cose – commentò l’ex presidente Vito De Filippo – ma non la nostra volontà di tutelare cittadini, territorio, e di lasciare le scelte strategiche nelle mani dei lucani”.
La Ola ricorda come con Determinazione Dirigenziale n.276 del 9 marzo 2011, pubblicata sul BUR Basilicata n. 9 del 1/4/2011, l’Ufficio Compatibilità Ambientale rilasciò parere favorevole alla fase di screening , con prescrizioni, all’esclusione dalla procedura di V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale), ai sensi dell’art. 15 comma 1 della L.R. n. 47/1998, relativamente all’istanza di “Permesso di ricerca idrocarburi – Palazzo San Gervasio” – sovvertendo la fase di assoggettabilità alla VIA della suddetta istanza che veniva pubblicata in data 1 aprile 2010 sul BUR n.17 p.te 2 con possibilità da parte di enti, cittadini e associazioni, di presentare le osservazioni entro il 17 maggio 2010. Un guazzabuglio burocratico messo in piedi dagli uffici regionali che oggi spiana la strada ai ricorrenti ben consapevoli che quella esclusione VIA diventa la spina nel fianco verso coloro che affermavano che la vicenda si fosse chiusa con la mancata intesa da parte della Regione Basilicata.
A quelle parole pronunciate dall’ex Governatore, Vito De Filippo, oggi smentite nuovamente dai fatti, la Ola replica con l’appello ai Lucani, ai vitivinicultori e produttori agricoli del Vulture, alle forze sociali sane della società per difendere il proprio territorio non solo dalle compagnie petrolifere ma da chi non è stato capace di garantirlo, offrendo con il Memorandum la resa incondizionata alle servitù coatte delle compagnie petrolifere.
Le compagnie petrolifere chiedono oggi alla giustizia amministrativa il lasciapassare alle trivelle, anticipando le decisioni del governo centrale intenzionato ad abolire il Titolo V della Costituzione che garantisce potestà alla Regione ed agli enti locali. La Ola chiede ai comuni compresi nell’istanza del permesso di ricerca “Palazzo San Gervasio” di unire senza indugio le forze ed assieme ai cittadini fare fronte comune contro l’invasione petrolifera attraverso azioni legali e con la mobilitazione delle comunità.
A cosa servono i tanti soldi buttati alle campagne per la valorizzazzione del territorio e dei prodotti che vi si producono, come si continua tutt’ora a sponsorizzalre con progetti anche della comunità europea.
Non dimentichiamo lo spot sulla Basilicata andato in onda qualche tempo fa su tutte le reti nazionali, bisognava inserire fra tutte quelle bellissime immagini di paesaggi e prodotti tipici anche quelle dei pozzi petroliferi e dei pesci morti del Pertusillo. Ci vorrebbe una mobilitazione dobbiamo decidere noi lucani, non il governo centrale o la regione, sul tema petrolio in Basilicata come quella che ci fù a Scanzano Ionico per la scorie, purtroppo il problema grave è quello che ci tengono, queste compagnia petrolifere e chi ci svende, al guinzaglio del ricatto occupazionale e si sa che quando si ha fame si scende a compromessi. Cosa grave e non ci rendiamo ancora conto è che sembra un problema territoriale e non investe tutta la regione, intanto queste compagnie petrolifere non la pensano così visto che si fanno ancora più pressanti le richieste di ricerche petrolifere sia terrestri che marine.
Svegiamoci e non reagiamo solo quando ci troveremo le trivelle nel nostro orticello!