“Il patto siglato tra Eni e Coldiretti per la promozione della filiera agroalimentare della Basilicata ha dell’inverosimile. Petrolio e agricoltura, in particolare biologica, sono come il diavolo e l’acquasanta.
Coldiretti dovrebbe difendere l’ambiente senza prestarsi a operazioni di marketing con cui ENI punta a ricostruire una sua immagine green in un territorio messo a dura prova proprio dalle sue attività estrattive”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis dopo aver presentato oggi al Senato, insieme con il senatore Carlo Martelli, un’interrogazione parlamentare al Ministro per le politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, in merito al memorandum d’intesa firmato il 16 luglio a Potenza tra ENI e Coldiretti.
Il progetto complessivo prevede tre ambiti di attività: lo sviluppo della competitività dei prodotti lucani tramite progetti di valorizzazione agroalimentare e il supporto al marchio “Io sono Lucano”, lanciato da Coldiretti Basilicata nel 2019; iniziative volte alla commercializzazione dei prodotti lucani; sostenibilità ambientale, con progetti di monitoraggio della qualità dei prodotti locali, anche nelle aree di operatività di Eni attraverso l’uso di strumenti digitali.
“Ci sono diversi punti oscuri”, afferma il senatore De Bonis. “Per esempio, non si capisce cosa intendano per biomasse. Ma anche molti altri aspetti lasciano perplessi, per usare un eufemismo. Ci manca solo che Coldiretti, dopo un silenzio assordante sull’art 41 del decreto Genova, diventi complice dello smaltimento dei fanghi petroliferi nei terreni agricoli. Nell’accordo non si fa nessun riferimento alla bonifica dei territori contaminati. Parlare di qualità dei prodotti in aree contaminate è una contraddizione lapalissiana. Mi chiedo come possa, un’organizzazione che impiega tante energie con iniziative come ‘Campagna amica’ e altre, fare accordi con un ente che inquina dovunque metta piede. Bisogna innanzitutto caratterizzare i siti inquinati e bonificare, poi si può pensare alla promozione agroalimentare”.
Convinti – come si legge nell’interrogazione – che “l’agricoltura debba essere sganciata dai gruppi di potere, specie quelli che hanno voluto che il Parlamento consentisse lo spargimento di fanghi agli idrocarburi”, i senatori de Bonis e Martelli chiedono al ministro Centinaio “se non ritenga lapalissiano che l’accordo tra ENI e Coldiretti non può in alcun modo garantire che i prodotti agricoli delle aree inquinate dall’attività estrattiva siano affidabili e, magari, anche biologici; che i petrolieri abbiano già ampiamente devastato il territorio della Lucania con inquinamenti delle matrici ambientali (aria, acqua e suolo agricolo di cui ancora non è stata definita una caratterizzazione), in particolare contaminando il reticolo idrografico della Val d’Agri; che vadano anteposte a questo memorandum operazioni di bonifica integrale dei siti inquinati, già attenzionati dalle inchieste della magistratura”.