Pio Abiusi (Asssociazione Ambiente e Legalità): “Adduce smette il gioco delle tre carte e fa l’incantatore dei serpenti”.
L’amministrazione comunale di Matera in una conferenza stampa ha annunciato la probabile chiusura della discarica di La Martella. Il Dirigente, a modo di dire, preposto al settore comunica che la discarica ha ancora 600mc di volumi disponibili e chiude appena possibile; su un quotidiano locale giorni addietro lo stesso dirigente aveva annunziato che la discarica avrebbe chiuso il 19 di Aprile e tanto fu comunicato ai competenti uffici della Provincia di Matera e della Regione Basilicata. Noi lo avevamo detto già da tempo che la discarica di Matera è come la tela di Penelope ma che i volumi disponibili erano esauriti già dal Dicembre scorso . La discarica che ha inquinato, che ha già sovrabbancato senza autorizzazione 53 mila mc di rifiuti, ad opera dello stesso “dirigente” gioca con i volumi come se si trattasse di un elastico.Il 16 febbraio di questo anno, nel corso di un sopralluogo effettuato da scrupolosi dirigenti e funzionari dell’amministrazione prov.le di Matera e dell’Arpab, essi ebbero a dire che le comunicazioni del Comune di Matera datate 25/9/2014 e 14/1/2015 riportavano dati volumetrici parziali incoerenti e chiesero al dirigente comunale un chiarimento in proposito ed il rilievo strumentale delle volumetrie visto che non era possibile valutare l’eventuale sovrabbanco rispetto alla volumetria autorizzata perchè non vi erano i picchetti con le relative quote di riferimento per l’abbanco finale. Di tutto questo fu redatto un verbale che è stato inviato anche alle autorità che dovrebbero garantire la legalità. Ci soffermiamo senza dettagliare su quel lago che si innalza sempre di più e che è la parte visibile del percolato presente in discarica. In tre anni sono stati spesi circa 500 mila euro e l’incarico è stato dato sempre alla stessa ditta, una prima volta senza procedura di gara, la seconda volta senza che la stessa avesse acquisito i requisiti richiesti e solo la terza volta l’incarico fu conferito,sembra, in maniera regolare. Malgrado i 500mila euro spesi la situazione del percolato è peggiorata Questa volta ci si accinge a buttare a mare ben 430 mila euro per trattare una piccola parte del percolato presente in discarica ad un prezzo a tonnellata che è almeno il doppio rispetto a quello di un impianto fisso installato in discarica ed in grado di trattare i 100 mila mc di percolato stimati e presenti. Non ci soffermiamo sul tritovagliatore che il Comune ha in fitto e che con l’equivalente costo avrebbe potuto acquistarne almeno uno di occasione. Stranamente l’impianto di compostaggio in tutti i sopralluoghi compiuti è risultato non essere in funzione. Naturalmente di tutto quanto affermato le autorità inquirenti sono state portate a conoscenza direttamente dagli organi preposti alla vigilanza. Per farla breve chiudiamo soffermarndoci sullo sconosciuto pozzo profondo 200 metri e del quale il nostro dirigente ebbe ad affermare in consiglio comunale che :
L’acqua, al di là della presenza di calcare, è risultata perfetta tant’è che noi la utilizziamo per l’antincendio quindi per gli usi più massivi e massicci che abbiamo in discarica dell’acqua e la utilizziamo anche per i servizi igienici. Noi la utilizziamo correntemente anche per le forniture di acqua per le palazzine e uffici, tant’è che i nostri dipendenti regolarmente utilizzano quest’acqua, non per bere ma fanno la doccia, la utilizziamo per servizi igienici regolarmente. Asserendo altresì che regolari controlli erano stati fatti dall’ASM. Piccolo particolare è che gli organi di controllo: Asm ed Arpab ne ignoravano l’esistenza ed a seguito del sopralluogo predetto l’utilizzo del pozzo è stato sospeso in attesa di ulteriori verifiche da parte dei predetti enti.
Pio Abiusi – Associazione Ambiente e Legalità
Dopo la conferenza stampa convocata dal sindaco Adduce per annunciare la chiusura della discarica, motivata con la necessità di trovare un nuovo contenitore visto che quella di La Martella è quasi colma arriva una nota del consigliere comunale di Forza Italia Adriano Pedicini, che contiene la replica alle dichiarazioni di Adduce e quelle che sarebbero le reali motivazioni che hanno determinato la chiusura della discarica. Di seguito la nota integrale.
La discarica del borgo La Martella chiude e questo lo sapevamo tutti, chiude perché ha esaurito le volumetrie, stoccate come se non dovesse chiudere mai; tutto ciò non rappresenta la normalità, anzi è una tragedia: le vasche sono a cielo aperto, senza copertura; il sobrabbanco di due settori persiste; nulla si è fatto per ridurre la quantità di percolato ed oggi ne abbiamo un lago che dovrà essere prosciugato con una montagna di euro. Poi vi è anche una novità che si è sentita ieri nelle parole del sindaco: “la chiusura non è definitiva”. C’è un progetto che si intende pianificare dopo la chiusura, un qualcosa che rimane una assoluta originalità; un qualcosa, che nessuno sapeva, l’intero consiglio non ne era informato; chi ha deciso il “revamping?” cioè quella sorta di ristrutturazione della discarica; chi ha valutato che questa sia la cosa migliore? Si decidono cose fondamentali tenendo ancora una volta i consiglieri fuori dal potere decisionale, lontani dalle questioni importanti per la città. Tutti messi da parte, una farsa che dura da sempre, mentre su alcuni temi irrilevanti si sono sprecate le commissioni; spesso punti di assoluto scarso interesse. Sui rifiuti si decide sempre tra 4 intimi, forse perché in tale ambito ruotano interessi economici di elevato valore. Ho molti dubbi sul progetto, credo che tutti vorremmo capirne di più; è fuori luogo che alla vigilia delle elezioni, con la discarica chiusa, si venga fuori con una soluzione: quali i costi, quali gli impatti, il sindaco che ha tenuto nascosto tutto al consiglio lo spieghi adesso alla città. Nell’anno 2014 nel settore igiene vi è stato un impegno di spesa per circa 7 milioni di euro, un pozzo senza fondo che grava interamente sulla tassa dei rifiuti. Il sindaco in conferenza stampa ha omesso di dire che la chiusura della discarica comporterà un aggravio della tassa che come minimo raddoppierà. Si è palesata ed improvvisata una sapienza che non c’è nel momento più difficile dove, invece dovrebbero esserci elevate competenze nella gestione delle emergenze; il tempo è scaduto e quel che lascia maggior sconcerto è che non sappiamo ancora dove trasferire i rifiuti. Nella conferenza stampa del sindaco si è voluto lanciare un segnale di distensione, ma non si comprende come mai la Regione Basilicata non abbia ancora fatto sapere quale sarà il sito di trasferenza; incertezze, approssimazione, questo è apparso. Incombono le elezioni ed è chiaro che si voglia lasciar passare il tutto nelle dimensione della situazione sotto controllo, dove vi è stato il rispetto dei patti, ma sappiamo bene che così non è; “si è giunti alla chiusura in assenza di pianificazione” perché quel che oggi decidi, ha attuazione negli anni successivi. Si pensi all’AIA scaduta nel 2011 vede la richiesta di rinnovo nel 2014, con grave ritardo; e la raccolta? Il contratto è scaduto nell’aprile scorso, prorogato di un anno, ed è ovvia una ulteriore proroga al 2016, mentre di un nuovo bando non si parla. Questa amministrazione ha il dovere di non imbrogliare, non vi è stata alcuna impostazione, solo rattoppi pagati a caro prezzo con l’abbondante aggravio di spesa. È proprio questo il punto di maggior dispersione; aldilà delle giustificazioni che il sindaco puntualmente ricorda, non bisogna dimenticare che vi è un capitolato d’appalto mai rispettato, mai contestato; una previsione sulla raccolta differenziata che non ha mai visto alcun impulso con percentuali vicino allo zero. Questa è la verità.
Adriano Pedicini consigliere comunale Forza Italia