Permesso di ricerca “Masseria La Rocca”, consiglieri regionali Gianni Perrino e Gianni Leggieri (M5s): epicentro dell’incubo petrolifero che da Potenza si diffonde in tutta la regione. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Il territorio della Basilicata ha dovuto subire negli anni ben 487 perforazioni: 271 nella provincia di Matera e 216 in quella potentina (fonte: Ministero dello Sviluppo Economico, UNMIG), di cui 94 sono i pozzi produttivi ovvero eroganti petrolio o gas (comprendendo anche quelli utilizzati per la “reiniezione” delle acque di strato). Una vera e propria gruviera: tra attività di ricerca ed estrattive è tutto il territorio lucano ad essere ormai interessato dalle attività petrolifere. Ci sono poi i “permessi di ricerca”: per la Basilicata ne risultano attualmente 9 (fonte MISE, UNMIG) divisi tra le due province, mentre le concessioni di coltivazione sono 23. Si tratta di numeri che, già insostenibili per il delicatissimo equilibrio ecologico della nostra regione, paiono destinati a crescere atteso che vi sono altre 17 istanze di permessi di ricerca in terraferma. Tra questi vi è anche quella di Masseria La Rocca, situata a cavallo dei territori comunali di Potenza e Brindisi di Montagna: istanza che ha vissuto innumerevoli vicissitudini amministrative, politiche e giudiziarie.
Lo scorso 20 dicembre 2016, il Consiglio regionale approvava all’unanimità una mozione del M5S che impegnava il Presidente della Regione, Pittella, e la sua Giunta ad approvare entro 7 giorni un’apposita deliberazione contenente il parere negativo al progetto/permesso di ricerca “Masseria La Rocca”. La delibera fu varata il 29 dicembre 2017 (n. 1528): la società Rockhopper propose ricorso al TAR Basilicata ritenendo illegittimo il provvedimento. Dello stesso avviso è stato purtroppo il TAR Basilicata che, con sentenza n. 387 pubblicata il 26 maggio 2017, ha annullato la delibera che fermava il progetto petrolifero alle porte del capoluogo di regione.
A questo punto, dal 26 maggio scorso la Regione ha 6 mesi a disposizione per impugnare a sua volta in Consiglio di Stato la sentenza del TAR lucano: la “deadline”, il termine ultimo per depositare il ricorso a Palazzo Spada a Roma è il 27 novembre 2017 (27 dicembre 2017 se si considera l’agostana sospensione dei termini). Alcune fonti riferiscono che il Comune di Brindisi di Montagna sarebbe interessato a intervenire nel ricorso in appello al Consiglio di Stato, probabilmente consapevole del devastante impatto che sul suo territorio potenzialmente potrebbe avere un pozzo petrolifero.
Tempus fugit, i giorni scorrono inesorabili: a tutt’oggi, tuttavia, non risulta che Regione e Comune abbiano ancora ottemperato a tale onere finalizzato alla difesa e tutela del rispettivo territorio e delle produzioni agricole e di allevamento di qualità. Per questo martedì, presenteremo in consiglio una mozione che chiede a PIttella di impugnare la sentenza del TAR n. 387/2017.
Anche il territorio del Comune di Potenza rischia molto. E di grosso: le istanze che vi impattano direttamente sono almeno 4, a cui si aggiunge il già concesso permesso denominato “Serra San Bernardo”.
La “deriva” petrolifera in terra lucana è ormai evidente e conclamata: solo uno stop immediato e totale delle nuove istanze potrebbe, forse, evitare il definitivo tracollo, anche demografico, della Basilicata, con l’irrimediabile cancellazione della sua originaria vocazione agricola e turistica. Nonostante l’imbarazzante negazionismo e “tuttappostismo” pittelliano, le rovinose conseguenze della filiera petrolifera sull’ambiente e sulla salute umana sono chiaramente palesate dallo studio VIS commissionato dai comuni di Viggiano e Grumento. Pino Aprile, giornalista e storico, qualche giorno fa ha lanciato un ulteriore allarme: non possiamo permettere che la Basilicata sia “una colonia da sfruttare e da svuotare” e i lucani un popolo condannato alla povertà o, in alternativa, all’emigrazione. I lucani non lo permettano: bocciando Pittella e le finte opposizioni, e permettendo al M5S di poter scrivere una pagina finalmente nuova per il popolo lucano. Fuori dal petrolio, dalla miseria e dal disastro ecologico della Basilicata e verso un’economia realmente verde.
Nov 20