Consigliere comunale Gianni Perrino (M5s): “La Regione deve chiedere il permesso a ENI per consegnarci i documenti delle ispezioni al Centro Oli di Viggiano. Di seguito la nota integrale.
Prima di scrivere questo comunicato, ho ritenuto opportuno attendere qualche giorno. Attendere che qualcuno dall’ENI, dall’ISPRA o dall’ARPAB si prendesse la briga di rispondere alla PEC che l’Ufficio Compatibilità Ambientale del Dipartimento Ambiente ed Energia ha inviato ai summenzionati destinatari, mettendomi in copia, in risposta ad un’altra mail che avevo inviato al medesimo ufficio, chiedendo che mi si informasse rispetto alle visite (sarebbero almeno quattro, stando a quanto affermato in un’altra PEC inviatami, sempre su mia sollecitazione, da un funzionario dell’ARPAB) che ISPRA, ARPAB e Regione hanno effettuato presso il COVA di Viggiano, nell’ambito dell’acquisizione degli elementi tecnici relativi al Piano di Manutenzione Straordinario, predisposto da ENI in seguito allo sversamento di greggio da uno dei serbatoi di stoccaggio interni al centro olio di Viggiano. Nella PEC, la dirigenza dell’ufficio , nell’informarmi del fatto che “.. il Gruppo di Lavoro [..] ed il Gestore, hanno convenuto che il verbale del sopralluogo, inclusi gli allegati, richiedono riservatezza nella diffusione e che pertanto devono essere tenuti riservati. L’unico atto che potrà essere reso disponibile, nelle modalità di legge, sarà costituito dalla relazione conclusiva, ad oggi non ancora disponibile .. “, chiede ad ENI, ISPRA ed ARPAB se “.. sia possibile espungere dall’informazione richiesta, le informazioni escluse dal diritto di accesso ai sensi dei commi 1 e 2 dell’art. 5 del d. lgs. 195 del 2005, onde consentire di riscontrare la richiesta “. Ironia della sorte, tale mail mi è stata recapitata proprio il giorno in cui il cane a sei zampe ha aperto le porte ai giornalisti (embedded, come quelli delle missioni di ‘pace’ in giro per il globo), provando – per l’ennesima volta – a vendere ai cittadini lucani una realtà che è difficile credere sussistente, persino agli occhi dei più possibilisti nei confronti delle attività estrattive. Una realtà che parla di falde incontaminate. Chissà che nei torrenti di Fossa del lupo non si abbeverino bianchi unicorni, a sei zampe pure loro. Come escludere tale possibilità? Niente si può escludere nell’incantato e fiabesco mondo di ENI! Scendendo al nostro penoso e desolato livello di percezione della realtà, viene da chiedersi che cosa ci sia di così indicibile in quel verbale (quello del 18 maggio) e perché nulla si dica, nella PEC, rispetto alle altre tre visite che ci sarebbero state. Il decreto legislativo che viene chiamato in causa, inoltre, andrebbe meglio circostanziato. Nei commi dell’articolo citato, c’è un universo parallelo di lettere, ciascuna delle quali rappresenta una galassia a sé. Non dico che dovremmo scendere a livello dei singoli pianeti, ma almeno, potreste dirci – meglio se pubblicamente – in quale galassia siamo localizzati? Con deferenza, sempre Vostro.