Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Gianni Perrino in una nota commenta quell’appoggio inesistente a Pittella sulle “royalties” del petrolio e dice no al “piatto di lenticchie” elettorale di Benedetto: “Dal petrolio solo povertà, gravi danni ambientali e alla salute”. Di seguito
In riferimento all’articolo a firma di Salvatore Santoro apparso sul Quotidiano, al fine di fare corretta e completa informazione, è opportuno precisare qual è la posizione del M5S Basilicata sulle royalties del petrolio. Contrariamente a quanto maliziosamente riportato dal vostro cronista, naturalmente non vi è stato alcun appoggio né salvataggio della maggioranza e di Pittella da parte del sottoscritto sull’emendamento, a firma di Benedetto ed altri, che intendeva far giungere ad altri comuni lucani una piccola parte del già misero “piatto di lenticchie” rappresentato dalle royalties sul petrolio. L’interpretazione fornita dal vostro cronista è smentita dai fatti, per altro impressi nella registrazione della seduta del consiglio regionale del 22 aprile. Basta rivederla (o leggere la documentazione agli atti del consiglio regionale) per apprendere che il M5S Basilicata, tramite il sottoscritto, ha presentato – già alcuni giorni prima dell’emendamento presentato, come al solito, all’ultimo momento dalla giunta Pittella – un proprio emendamento che chiedeva la cancellazione della proposta elettorale di Benedetto. La posizione del M5S Basilicata sulle royalties del petrolio è, difatti, nota da tempo ed è scritta a chiare lettere nel programma elettorale regionale: il M5S è per il progressivo abbandono delle estrazioni petrolifere e per una graduale transizione verso un economia realmente “verde” che metta al primo posto ambiente e salute. Le “royalties” del petrolio sono solo un misero “piatto di lenticchie” che lascia ai lucani solo povertà, gravi danni ambientali e alla salute. Pensare di voler ripartire le (magrissime) royalties petrolifere fra tutti i comuni lucani è per il M5S la solita trovata elettoralistica, che può essere apparsa buona solo a chi è candidato alle Europee, come Benedetto. Un’idea fuorviante e, per questo, completamente inidonea a ricercare una seria e radicale soluzione ai gravi problemi che le attività estrattive hanno provocato alla salute e al territorio lucano, senza apportare né sviluppo né occupazione. Dal (presunto) Texas d’Italia (come la Basilicata è stata impunemente definita da taluni politicanti e da cosiddetti “analisti”) emigrano più di 3000 giovani ogni anno. La Basilicata è la regione più povera d’Italia: il 31,6% di chi ha tra 15 e 34 anni non lavora, e più del 28% delle famiglie vive al di sotto della soglia di povertà. Numeri impietosi, inquietanti. La domanda sorge spontanea: che fine fanno le royalties? Dalle royalties la Basilicata, negli ultimi 11 anni, ha “racimolato” oltre 669 milioni, che diventano 800 se si calcolano anche quelli incassati dai comuni. Solo una piccola parte della ricchezza munta dal sottosuolo lucano dalle compagnie petrolifere e davvero poca cosa rispetto alla “royalty camuffata”, quel 42% di tasse che lo Stato centrale riscuote dalle compagnie petrolifere (450 milioni di euro solo per il 2010), Nel 2013 sono stati 168 i milioni di euro entrati nelle casse della regione e dei comuni lucani (soprattutto della Val d’Agri). Soldi che, come ha denunciato la Corte dei Conti, sono stati completamente gettati al vento: le royalties vengono sistematicamente “bruciate” in spese correnti (ovvero nelle note filiere clientelari, oltre che in qualche inutile e deturpante “rondò”). Risorse sprecate, che non sono state mai utilizzate per creare posti di lavoro (di qualità e stabili), incentivando, ad esempio, i settori della autentica “green economy”, favorendo la migrazione dai combustibili fossili ad una economia basata sull’energie rinnovabili (micro impianti domestici), investendo nella ristrutturazione e riqualificazione energetica ed antisismica del patrimonio edilizio, nella manutenzione e nella cura sistematica del territorio lucano, sul quale pende un costante rischio idrogeologico, nella tutela e valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale e ambientale lucano, nella ricerca scientifica e tecnologica. Per tutti questi motivi, ben prima del volubile e ondivago Pittella, il M5S Basilicata ha rispedito al mittente (Benedetto) “il piatto di lenticchie” ed ha annunciato di voler elaborare e proporre un proprio progetto di legge (serio, ben articolato e strutturato) in materia di royalties e, soprattutto, di estrazioni petrolifere. Perché la Basilicata e i lucani meritano sempre il massimo rispetto: la salute e la tutela ambientale sono la vera ricchezza e non hanno prezzo!
Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Gianni Perrino.