Incenerire fa bene alle lobby ma fa malissimo alla popolazione.
“Bruciare rifiuti fa male…da morire?”. Sembrerebbe proprio di si, stando a quanto è emerso dalla relazione del dott. Agostino Di Ciaula nel corso dell’incontro pubblico di mercoledì 22 gennaio promosso dal Comitato No Inceneritore. Era affollata la sala consiliare della Provincia di Matera, con un pubblico interessato e partecipe. “Non sono qui per esporvi le mie opinioni personali – ha esordito Di Ciaula – ma per illustrarvi le evidenze scientifiche delle pesanti conseguenze prodotte dall’incenerimento dei rifiuti sull’ambiente e sulla salute dell’uomo”.
Impressionati i dati esposti, illustrati con grande semplicità e chiarezza dal medico di Modugno, presidente della sezione pugliese dell’Associazione Internazionale Medici per l’ambiente e uno dei massimi esperti in materia: era risaputo che le emissioni dell’impianto di Italcementi presente a pochi chilometri da Matera fossero altamente inquinanti, assolutamente sconcertante invece che siano nettamente superiori a quelle dell’inceneritore di Brescia, uno dei più grandi d’Europa. “Incenerire fa bene solo alle lobby del cemento e dei rifiuti ma fa malissimo alla popolazione”, ha evidenziato Di Ciaula esponendo dati inequivocabili di natura scientifica ed economica.
A maggior ragione occorre quindi rigettare la richiesta avanzata nei mesi scorsi da Italcementi di quintuplicare (da 12.000 a 60.000 tonnellate all’anno) la quantità di rifiuti da bruciare nell’impianto di contrada Trasanello. Come è stato chiesto ai rappresentanti istituzionali presenti in sala: il presidente del Consiglio Provinciale Aldo Chietera, l’assessore comunale Rocco Rivelli e il presidente del Parco della Murgia Materana Pierfrancesco Pellecchia. Ulteriormente incalzati dall’intervento di Michelangelo Camardo di SassiKult.Perrino che ha invitato il sindaco di Matera a “mettersi la fascia tricolore, andare alla cementeria e se necessario incatenarsi lì”.
Tanti anche gli interventi dei semplici cittadini presenti in sala e numerosi i contatti sul blog che ha trasmesso in streaming l’incontro, che ora può essere visto in versione integrale al link noinceneritorematera.blogspot.it.
Intanto è iniziata la petizione popolare promossa dal Comitato No Inceneritore secondo quanto previsto dallo statuto comunale: già numerose le firme raccolte in pochi giorni e in tutti i prossimi fine settimana sarà possibile aderire al banchetto presente in Piazza Vittorio Veneto.
Italcementi SpA in una nota precisa che “La cementeria di Matera non diventerà mai un inceneritore”.
Di seguito il testo integrale della dichiarazione con cui l’azienda replica all’iniziativa del “Comitato Mento sul cemento”
L’impianto continua a produrre cemento – La raccolta differenziata è il necessario presupposto della produzione del CSS – La richiesta di Italcementi riguarda la parziale sostituzione dei combustibili tradizionali con materiali che, al termine della raccolta differenziata, non possono essere riciclati in altro modo. In questo modo si può completare il ciclo della gestione dei rifiuti, evitando al territorio il problema del ricorso alle discariche e rispettando la gerarchia europea di gestione dei rifiuti. Miglioramento per le emissioni in atmosfera: ci sarà un calo degli NOx.
«La cementeria di Matera non è e non diventerà mai un inceneritore – lo ribadisce Agostino Rizzo, Direttore Tecnico di Italcementi. – L’attività industriale dell’impianto resta e resterà sempre la produzione del cemento. E proprio per continuare a produrre un cemento di qualità, qual è quello di Matera, la cementeria non impiegherà mai nei propri forni “rifiuti qualsiasi”, tali da alterare le caratteristiche dal clinker, continuando invece a operare nel rispetto della salute e dell’ambiente, oltre che naturalmente nel rispetto scrupoloso dei limiti emissivi e delle normative.
La cementeria, rispondendo a una necessità del territorio, ha manifestato la disponibilità a contribuire alla soluzione del problema dello smaltimento di quel 25% dei rifiuti urbani non pericolosi, che non può essere recuperato attraverso la raccolta differenziata e che può essere invece valorizzato come risorsa energetica. Il quantitativo richiesto corrisponde solo a una percentuale dell’energia necessaria per produrre il clinker e non alla sostituzione completa dei combustibili tradizionali che vengono invece integrati con materiali attentamente controllati. La cementeria vuole produrre cemento in modo sostenibile.
«L’utilizzo dei CSS in cementeria – prosegue Rizzo – non è in contrasto con la raccolta differenziata, anzi. La raccolta differenziata è il presupposto necessario per la produzione del CSS. Al termine del processo di recupero dei materiali, con il CSS possono essere valorizzati anche i materiali non riciclabili e questo rappresenta una soluzione utile alla comunità, perché evita il ricorso alle discariche che l’Unione Europea ci chiede di eliminare. Ciò ci consente di applicare ciò che L’Europa considera Migliore Tecnica Disponibile e di avvicinarsi a quanto i paesi europei applicano da decenni».
«L’uso di combustibili alternativi – spiega il Direttore Tecnico – non ha alcuna conseguenza negativa sulle emissioni dell’impianto. Al contrario: alcuni valori, come gli ossidi di azoto NOx, registrano un calo significativo. Il revamping dello stabilimento ha consentito l’applicazione di tecniche di eccellenza non solo per il processo produttivo, ma anche migliorando le prestazioni ambientali, che sono oggi tra le migliori nel mondo. Le emissioni sono sempre continuamente monitorate, come previsto dalle autorizzazioni ambientali dello stabilimento, e verificate dagli enti. L’uso di combustibili alternativi non produce nessun tipo di “cenere” da smaltire successivamente. A differenza degli inceneritori, infatti, alla fine del ciclo produttivo non si genera alcun tipo di scoria, proprio per la maggior efficienza del processo produttivo delle cementerie e senza alterare la qualità del prodotto».
L’azienda, conclude Rizzo, è disponibile a confrontarsi con tutti, per aprire un dialogo con la comunità locale sui vantaggi della soluzione proposta: «Noi facciamo parte della città di Matera e del suo territorio. Abbiamo a cuore la salute dei nostri lavoratori e di tutti i cittadini e siamo molto impegnati nella difesa dell’ambiente. Il rinnovamento che ha fatto di Matera una delle cementerie più pulite d’Europa ha avuto, tra i molti vantaggi, la riduzione di oltre il 75% delle emissioni dell’impianto».
L’uso di rifiuti nei cementifici è una pratica largamente diffusa in tutto il mondo ed è riconosciuta a livello europeo come BAT (Best Available Technique). Con il riutilizzo dei rifiuti si riducono notevolmente le emissioni di gas serra. Inoltre, le cementerie stesse diventano meno inquinanti, perché gli impianti che utilizzano CSS (combustibili solidi secondari) sono sottoposti ai limiti di emissioni più stringenti. Nei Paesi Europei più avanzati, il tasso di sostituzione termica dei combustibili fossili con i CSS nelle cementerie ha raggiunto il 98% in Olanda, il 61% in Germania, il 45% in Austria e Polonia, il 30% in Francia.