Vito Petrocelli, senatore lucano del Movimento 5 Stelle: “Alla ricerca dell’Arpab perduta”. Di seguito la nota integrale.
L’unico ente accreditato per le analisi di qualità delle acque degli invasi lucani è l’Acquedotto pugliese. Ente che in Basilicata analizza sia il Pertusillo che l’invaso del Sinni.
Stranamente, però, tutti vogliono confrontarsi con l’Arpab, che non solo non è un ente accreditato a certificare la qualità delle nostre acque, ma ha due caratteristiche che, da sole, già mi terrebbero lontano.
La prima: è un ente con un direttore generale di stretta nomina governativa, a chiamata diretta che, come dimostra la vicenda dell’ex dg, Vincenzo Sigillito, più che denunciare i dati di inquinamento, potrebbe nasconderli, anche per 9 anni, se occorre.
La seconda: ha la propensione a rassicurarci un po’ troppo generosamente e frequentemente sulla qualità delle nostre acque, che siano sotto l’inceneritore di Melfi o nella valle dell’Agri.
Nonostante ciò, dal presidente Marcello Pittella, alla stampa locale e nazionale, a molti soggetti impegnati a diffondere analisi delle acque dopo prelievi estemporanei, tutti vivono questa voglia matta di confrontarsi con l’ente che, è il caso di dire, non può certificare un tubo.
In tal modo, mentre tutti vanno alla ricerca dell’Arpab perduta, nessuno si prende la briga di cliccare su questo link, http://www.aqp.it/portal/page/portal/MYAQP/Trasparenza/Informazioni%20ambientali, che si trova sulla pagina web dell’Aqp. Qui vengono pubblicati periodicamente i dati di qualità dell’acqua dell’invaso del Pertusillo (ingresso potabilizzatore di Missanello) e quelli della qualità dell’acqua che arriva nelle case lucane e pugliesi (uscita potabilizzatore di Missanello).
Come posso documentare con la denuncia presentata alla Commissione europea a settembre 2014, è dal 2012 e non da oggi, che l’Aqp – e non l’Arpab – ci avvisa, senza che qualcuno abbia preso provvedimenti, che nel circuito dell’acqua potabile del Pertusillo entra acqua che contiene cobalto a 6 µg/l, bario a 27 µg/l, berillio a 1 µg/l, zinco a <5µg/l, i TOC a 1.615 µg/l e il range di idrocarburi pesanti C10 – C40 a un valore <50 µg/l.
In questo elenco, nel quale fino al 2014 si registravano anche dosaggi elevati di Ipa, Idrocarburi policiclici aromatici, cito solo gli elementi per i quali non sono contemplati limiti di legge e mi domando: in assenza di limiti, non sarebbe opportuno non trovarne traccia né nella diga del Pertusillo (dove i dosaggi rilevati dall’Aqp sono molto elevati) né tanto meno nell’acqua del rubinetto che entra nelle case?
Sul sito dell’Aqp troviamo anche altro di molto interessante.
Ad esempio, la presenza di “microcistine” nelle acque del Pertusillo (sia prima che dopo la potabilizzazione). Nelle acque del Sinni non c’è traccia di microcistine. Anche per la presenza di queste sostanze trovo irresponsabile la posizione ancora dubbiosa del presidente Pittella sull’inquinamento delle acque del fiume Agri, dato che cerca in ogni modo di localizzare l’inquinamento ai soli terreni sottostanti l’area industriale di Viggiano.
Presidente Pittella, nelle acque del Pertusillo – e non in quelle del Sinni – è rilevata da anni la presenza degli idrocarburi C10 – C40 e C<12. Addirittura, i C10 – C40 superano il potabilizzatore di Missanello ed entrano nel circuito dell’acqua potabile. Perché cerca ancora di guadagnare tempo? La sospensione per delibera del Cova è una forzatura fallimentare che mi ricorda tanto le sospensioni dei nuovi pozzi petroliferi deliberate dall’ex presidente Vito De Filippo, poco prima di affrontare la campagna elettorale del 2013: tutte annullate 8 mesi dopo, dal ricorso al Tar delle società petrolifere.
Io resto fermo alla mia convinzione più volte espressa: le attività estrattive devono essere interrotte, quelle del Cova devono essere fermate definitivamente e non solo sospese e l’intera area, compreso il bacino artificiale, va bonificata.
Vito Petrocelli, senatore lucano del Movimento 5 Stelle