“La nuova fase di ripresa nazionale deve trovaci pronti a dirottare la nuova programmazione verso assi strategici come economia della cultura e turismo, a partire da Matera dove è atteso un milione di persone nei prossimi anni e da dove dovremo essere in grado di dirottare questi turisti verso altre mete lucane. Risorse, petrolio, Matera 2019, Fiat, start up e spin off, sono i capisaldi di una azione articolata che ci mettono in condizione di sperare per il futuro della nostra regione”
“Oggi non stiamo decretando l’ok o lo stop alle trivelle, stiamo solo provando a ragionare su come migliorare la qualità della ricaduta delle risorse. Se qui a Calvello percepiamo un clima diverso su questi temi è perché gli anni passati hanno determinato una percezione positiva rispetto alle ricadute derivanti dal petrolio. Non stiamo discutendo di nuove estrazioni, si tratta di questioni che non sono in campo. Stiamo discutendo solo dei pozzi rinvenienti dagli accordi del 1998.
La richiesta di innalzamento della soglia di vigilanza è un messaggio sano da recuperare. Noi abbiamo percepito questo segnale ed abbiamo vinto. Su questo tema c’è un rischio forte di frattura sociale. Abbiamo corso il rischio che vicende strumentali legate esclusivamente alla politica potessero impattare con una corretta percezione delle questioni. Non accetto che la nostra regione possa essere marchiata anche da certa tv come un territorio “macchiato” dal petrolio e senza sviluppo.
Lancio qui la proposta di rendere stabili momenti di confronto e discussione come questi. Da ex sindaco ho compreso perfettamente le pressioni psicologiche di voi sindaci, me ne sono fatto carico mantenendo la “barra” dritta, instaurando un dialogo serrato col Governo, con l’intermediazione del capogruppo Speranza, sulle modifiche all’artico 38. Il 30% dell’Ires in dieci anni garantirà un gettito di 2 miliardi e mezzo”.
“In pochi anni dobbiamo giungere a una idea di sviluppo e di nuova articolazione della regione. Oggi con Vicari abbiamo chiuso il lavoro sull’utilizzo delle risorse della card benzina di cui prima dividevamo ben 75 milioni con Liguria e Veneto. Abbiamo diversificato l’utilizzo di risorse finora destinate a tutti patentati e da oggi dirottate verso le fasce sociali deboli. Il 20% lo useremo con social card per le fasce deboli sia per il carburante che per beni di prima necessità. Il resto per politiche attive del lavoro. 50 milioni di euro saranno destinati al reddito minimo di inserimento.
Vorrei che questo risultato non fosse solo ascrivibile ad una squadra di governo, ma che fosse patrimonio della regione intera. Proviamo a ragionare su progetti di sistema condivisi sul territorio. Attraverso i vostri interventi mi persuado che siamo sulla strada giusta per una migliore spesa delle royalteis. Lo faremo insieme, senza prevaricazioni della Regione. Con le risorse Ires puntiamo all’efficentamento energetico e sulla microgenerazione diffusa, anche sugli edifici pubblici e sugli ospedali. Lo studio epidemiologico che vogliamo sviluppare”mapperà” ogni cittadino della regione per la sicurezza di tutti.
Vogliamo entrare nel merito delle questioni, contiamo di destinare 20 milioni di euro perché la nostra Arpab possa essere pienamente operativa. Scienziati di livello internazionale saranno al servizio della Regione per monitorare questi processi. Se condividiamo e comunichiamo correttamente questo progetto ai nostri cittadini, avremo un ritorno di fiducia da parte loro. La sterile protesta sui social, la non esatta rappresentazione della Basilicata in alcune trasmissioni televisive richiede uno scatto di orgoglio per difendere e rilanciare la nostra regione, certi che nessuno la sta svendendo. Solo la coralità nel segno della responsabilità ci permetterà di progredire e, se serve, di correggere il tiro facendo tesoro degli errori.
La nuova fase di ripresa nazionale deve trovaci pronti a dirottare la nuova programmazione verso assi strategici come economia della cultura e turismo, a partire da Matera dove è atteso un milione di persone nei prossimi anni e da dove dovremo essere in grado di dirottare questi turisti verso altre mete lucane. Risorse, petrolio, Matera 2019, Fiat, start up e spin off, sono i capisaldi di una azione articolata che ci mettono in condizione di sperare per il futuro della nostra regione”.
Lo ha dichiarato il presidente della Regione, Marcello Pittella, concludendo i lavori dell’incontro con i sindaci a Calvello sul tema petrolio.
Rocco Guarino – sindaco di Albano:
“La cultura della paura e del terrore deve essere sconfitta da una maggiore trasparenza delle informazioni e dalla certezza di essere compartecipi di una strategia complessiva di crescita della nostra Regione. Parte delle royalties deve essere utilizzata come calmiere del prezzo della benzina, magari anche solo nel fine settimana per incentivare il turismo”.
Rocco Cancellara – sindaco di Genzano:
“Siamo interessati da due progetti relativi allo Schema irriguo Basento Bradano. Il nostro territorio sta puntando sull’agricoltura. L’Imu agricola è uno degli ultimi problemi a seguito del declassamento a Comune parzialmente montano. La viabilità è un altro dei grossi problemi, gli interventi della Provincia non sono sufficienti. Siamo sprovvisti come regione di un impianto di compostaggio dei rifiuti. Riguardo al petrolio e a Fenice sarebbero opportune maggiori dati circa l’andamento del registro tumori del Crob di Rionero”.
Domenico Mitidieri – sindaco di Lagonegro:
“Il confronto con i sindaci sui temi del petrolio è un fatto importante, come pure la condivisione dei temi che saranno oggetto di future interlocuzioni con il Governo nazionale. La prevista perforazione in località Tardiano in Campania per induzione interesserà anche Lagonegro e Lauria. Con le royaltes abbiamo tenuto in vita centri d’eccellenza ma come amministratori non dobbiamo trascurare il sentimento comune di perplessità e timore. Ci serve il conforto di professionisti del settore ai quali la Regione deve affidare l’incarico di analizzare e certificare l’andamento di queste attività. Per tutelare tutti questi interessi non possiamo che delegare il presidente Pittella ad avere un ruolo forte nella contrattazione con il Governo, con lo scopo di migliorare le opportunità esistenti”.
Giuseppe Filippo – sindaco di Gorgoglione:
“Ho deliberato per lo Sbocca Italia perché ritenevo importante che il presidente Pittella avesse l’adesione dei territori. La Concessione Gorgoglione però ha sinora prodotto risultati negativi. Le imprese e la manovalanza sono esterne alla regione. Persino le imprese locali vengono usate come “grimaldello” per entrare sui nostri territori. Le strade provinciali versano in stato d’abbandono. Noi non prendiamo royaties dal 2003, dal blocco del Po Val d’Agri. Il Piano intercomunale del 2010 ha escluso Comuni importanti, la Regione era poco attenta. Quel Piano va rivisto. Dagli errori commessi a Viggiano possiamo imparare. I piani di monitoraggio futuri dovranno essere elaborati dalla Regione e non dalle Compagnie petrolifere. L’esclusione dei sindaci da questi processi rappresenta un’offesa al territorio. Chiediamo al presidente Pittella maggiore concertazione sui Piani di monitoraggio, al fine di offrire ai Comuni maggiori possibilità di condivisione e risposte ai cittadini”.
DC: SALVARE I “COMUNI POLVERE” E’ UN’IMPRESA POSSIBILE
“Solo qualche anno fa era definito da sociologi e ricercatori “comune polvere”. Adesso invece può rappresentare un esempio per tanti comuni che hanno nel proprio territorio attività petrolifere. Ha ragione dunque il consigliere segretario dell’Ufficio di Presidenza Mario Polese del Pd a riconoscere in Calvello un “caso virtuoso” nell’uso delle royalties perché è necessario indicare alle nostre comunità un percorso che serva innanzitutto ad invertire la campagna di comunicazione negativa sul petrolio basata essenzialmente sull’emotività”. E’ quanto sostiene il segretario regionale della Dc-Libertas Giuseppe Potenza.
“E’ da tempo – aggiunge – che in Basilicata si respira un clima di “tutti contro tutti” nel quale il “totem nero” sta esercitando un ruolo fondamentale. Per i cattolici impegnati in politica proprio perchè il totem è abiurato dalla fede cristiana c’è da compiere uno sforzo in più nel fare da anello di congiunzione tra sacrosante esigenze, domande e richieste di garanzia per la salute e l’ambiente che provengono dai cittadini e il Palazzo Regionale che, nonostante il diffuso uso dei social e adesso gli incontri presidenziali itineranti sul territorio con sindaci e popolazioni e all’Università con docenti e giovani, purtroppo, continua a faticare non poco a sintonizzarsi con il comune sentire dei cittadini. E’ il linguaggio che va adeguato per non correre il rischio di apparire o “amici” o “nemici” dei petrolieri. Questo significa non solo non negare le problematiche ma fare in modo che il Tavolo della trasparenza sul petrolio introdotto con la Legge di Stabilità Regionale sia uno strumento efficace e quindi non si limiti alla formalità. Continuiamo piuttosto a registrare innanzitutto un deficit di informazione adeguata e siamo fortemente preoccupati perché l’ammortizzatore sociale-famiglia non ce la fa più e ancor più preoccupati perchè di questo ci sia ancora scarsa consapevolezza. Ne è passato di tempo dal film di Visconti Rocco e i suoi fratelli, che dalla Basilicata arrivano a Milano per poi perdersi nella città che si faceva metropoli industriale. I sassi di Matera, da luogo di intervento di comunità di Adriano Olivetti, sono oggi patrimonio dell’Umanità. A Melfi negli anni 80 è atterrata la Fiat, in quello che è diventato il suo più importante stabilimento italiano. A cavallo del secolo sono atterrati Eni, Shell, Total, interessati allo sfruttamento del più importante giacimento petrolifero su terra ferma d’Europa. Si rappresentano le identità, i luoghi e le bellezze di questa periferia mediterranea nel film Basilicata Coast to Coast. Nessuno si illudeva – dice ancora Potenza – che nelle zone interne del Mezzogiorno, quelle che Rossi Doria definiva le ‘terre dell’osso’ per contrapporle alla ‘polpa’ delle zone costiere e pianeggianti, il ‘midollo petrolifero’ avrebbe risolto ogni problema di spopolamento e di profondo disagio sociale. Ma diventa necessario che la politica si interroghi su cosa non ha funzionato nei progetti delle compagnie petrolifere. Salvare le piccole comunità, come dimostra il “caso Calvello” è dunque un’impresa possibile”.