“L’art. 16 del decreto legge sulle liberalizzazioni diventa realtà con il decreto interministeriale varato dai Ministri dello Sviluppo economico e dell’Economia. Un primo ed importante traguardo viene raggiunto stabilendo un principio innovativo che assegna una quota del gettito fiscale dal 30 al 15 % prodotto delle imprese petrolifere ad un fondo per lo sviluppo dei territori interessati da impianti petroliferi. Il fondo istituito presso il Ministero dello Sviluppo economico servirà a finanziare progetti di sviluppo produttivo ed infrastrutturali attraverso accordi istituzionali di sviluppo realizzati d’intesa con le regioni che dovranno stabilire i progetti infrastrutturali ed occupazionali da sostenere”. Lo hanno dichiarato i parlamentari lucani del Pdl, il sen. Guido Viceconte e l’on. Cosimo Latronico. “Si compie un altro passo importante nella direzione di finalizzare tutto l’importante gettito finanziario che si realizza attorno alle risorse petrolifere nella direzione della crescita della regione Basilicata. Si tratterà di rinegoziare attraverso gli accordi di sviluppo una strategie di crescita della regione aggiungendo alle royalties, le quote fiscali dell’art.16 e le possibili compensazioni da chiedere ai soggetti concessionari. Abbiamo contestato ai Ministeri competenti l’apposizione di un tetto di 50 milioni euro all’anno preteso dalla Ragioneria generale dello Stato che limita obiettivamente le ricadute nei confronti dei territori interessati dalle produzioni petrolifere e lavoreremo per togliere tale tetto.
Noi continueremo a lavorare perché le risorse petrolifere lucane si trasformino in una reale opportunità di crescita e di lavoro per la Basilicata, con la speranza che il prossimo governo regionale guidato da un nuovo quadro politico rispetto al centro sinistra, sappia imprimere una svolta ai negoziati con risultati effettivi rispetto alla inconcludenza di questi anni”.
La firma del decreto ministeriale Economia e Finanze 12 Settembre 2013 (G.U. n 223 del 23/9/2013) previsto dall’articolo 16 del Decreto Liberalizzazioni (n.1/2012) – che mira allo sviluppo degli investimenti infrastrutturali ed occupazionali nei territori interessati da attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi – mette in risalto, tutta la sua drammaticità, il vero significato del Memorandum lucano. Quello che consentirà il raddoppio delle estrazioni petrolifere non solo nella valli del Sauro e dell’Agri ma nell’intera Basilicata…
Infatti, i “sensibili vantaggi – economici e sociali – soprattutto per il Mezzogiorno, in particolare per la Basilicata”, come propagandato perentoriamente da fonti ufficiali della Regione Basilicata, in realtà non passerebbero per l’attuazione dei programmi petroliferi già autorizzati, bensì sarebbero assolutamente vincolati alle autorizzazioni ed allo sviluppo di nuovi permessi di ricerca e concessioni”.
Questo è quanto si evince – fa rilevare la Ola – dalla lettura del decreto firmato dai ministri dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato e dell’Economia, Fabrizio Saccomanni. Lo speciale Fondo – in ottemperanza alle disposizioni della Strategia energetica nazionale – si applica alle “attività di coltivazione relative a progetti di sviluppo presentati a decorrere dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del presente decreto” e per quei “progetti strategici, sia di carattere infrastrutturale sia di carattere immateriale, di rilievo regionale, provinciale o locale, aventi natura di grandi progetti o di investimenti articolati in singoli interventi di consistenza progettuale ovvero realizzativa tra loro funzionalmente connessi”.
Ed ancora all’art. 4 creto si legge”le disposizioni del presente decreto si applicano alle società costituite a decorrere dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del presente decreto, che realizzano nuovi progetti di cui all’art. 1, comma 4…e per i dieci periodi di imposta
successivi al rilascio dell’autorizzazione all’esercizio degli impianti relativi ai nuovi progetti di sviluppo”.
Una nuova spada di Damocle dunque – denuncia la Ola (Organizzazione lucana ambientalista) – appesa sulla testa dei lucani e dell’intero territorio della Basilicata che in questo modo si rende totalmente disponibile alle compagnie petrolifere già attive ed a quelle che arriveranno.
Le Organizzazioni Sindacali e Datoriali della Basilicata chiedono un incontro al Ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato.
In queste ore, mentre si riaccende la discussione sul futuro delle estrazioni petrolifere (DL 1/2012, art. 16) le Organizzazioni Sindacali e Datoriali della Basilicata, CGIL, CISl, UIL, CONFINDUSTRIA Basilicata, Alleanza delle Cooperative, Confartigianato, Confapi Potenza, Confapi Matera, Confcommercio, UNCI, CNA, CIA, Confesercenti, Confagricoltura, Casartigiani, Copagri hanno ufficialmente chiesto al Governo Nazionale e in particolare al Ministro Zanonato, di aprire formalmente un confronto a tutto campo in relazione all’utilizzo delle risorse ex art. 16 per interventi strategici e tutela ambientale, razionalizzazione delle diverse voci legate alle royalties da finalizzare allo sviluppo e alla coesione sociale, investimenti da parte dei grandi player, ENI e TOTAL in testa , per la creazione diretta di lavoro in particolare nel settore manifatturiero.
Un confronto a tutto campo perché , a fronte del contributo che la Basilicata da al Sistema Paese, è ora di mettere in campo un progetto concreto e complessivo che ripaghi in termini di nuova occupazione e benessere per i nostri territori.
“E’ ancora presto per dire se la firma avvenuta oggi del decreto dei Ministri dello Sviluppo Economico e dell’Economia che istituisce il Fondo per il finanziamento di progetti locali mirati allo sviluppo delle infrastrutture e dell’occupazione (previsto dall’articolo 16 del DL 1/2012) nei territori interessati da attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi segna una svolta nella “storia” del petrolio lucano. Per ora ci limitiamo a considerarlo un primo passo e siamo in attesa della quantificazione della percentuale che nel decreto oscilla tra il 30% al 15% delle entrate fiscali. La determinazione della percentuale, naturalmente, avrà una sua influenza nel giudizio complessivo”. E’ il commento del consigliere regionale Antonio Autilio, aggiungendo che “la strategia messa in campo negli ultimi anni dalla Regione non deve modificarsi in nulla per affrontare a 360 gradi la questione relativa alla gestione degli idrocarburi, dell’impatto sul territorio e la salute dei cittadini, l’economia, l’occupazione, il modello di sviluppo eco-compatibile al quale guardiamo. La mia proposta di un disegno di legge del Governo Nazionale per modificare l’attuale normativa che determina l’ammontare delle royalties del petrolio pertanto – dice Autilio – conserva la sua attualità in modo da aggiungere le risorse del Fondo alle royalties e non certamente per un’operazione di “compensazione matematica”. La Basilicata ha infatti bisogno di nuove risorse finanziarie per i programmi di sviluppo eco-sostenibile, per rinnovare il contributo responsabile all’approvvigionamento energetico del Paese, per attuale politiche di coesione sociale indispensabili ad arginare il crescente stato di disagio sociale, segnato dall’indice più alto in Italia di famiglie che vivono sulla soglia di povertà, la fuga dei cervelli e lo spopolamento dei centri minori e di montagna. Oggi più che mai, proprio in considerazione del diniego a nuove ricerche, perforazioni ed estrazioni che proviene da altre Regioni, alla Basilicata (e conseguentemente alle aree interessate dalla estrazione petrolifera) che subisce da tempo tale attività, oltre a garantire interventi strutturali per la tutela della salute e ambientale (che costituisce una precondizione non trattabile), deve essere riconosciuta una compensazione in royalties, collegata con la quantità del greggio estratto, adeguata quantomeno alla media internazionale, anche in previsione del futuro regime di federalismo fiscale che potrà essere attuato al meglio solo con il riconoscimento di tali maggiore entrate collegate con le risorse del proprio territorio. E’ questo il modo concreto – conclude Autilio – per trasformare in azioni concrete i buoni propositi del decreto firmato oggi e presentati dai due Ministri come più ricadute economico-occupazionali per i territori interessati dalle attività estrattive e maggiore consenso delle popolazioni e degli enti locali verso progetti di sviluppo nel settore minerario ed energetico”.
I sindacati dovrebbero vergognarsi ! In particolare la CGIL : Di Vittorio si rivolta nella tomba!.
Far trivellare la Basilicata della multinazionali è un crimine contro i cittadini ed un attentato alla loro salute, bene di tutti. Vergognatevi ! i verici dei sindacati si dobrebbero dimettere !!!!