“Abbandonati senza una regione! Questo il titolo dell’iniziativa presentata ufficialmente nel corso dell’incontro “Fine della nostra scoria?” promosso nella sala Pasolini è dedicato all’approfondimento dei criteri e criticità del sito unico per le scorie nucleari. Sono intervenuti il Dott. Pasquale Stigliani di ScanZiamo le scorie, Felice Santarcangelo dell’Osservatorio Jonico Indipendente, il sindaco di Craco Dott. Giuseppe Lacicerchia, Piero Castoro di Altamura, Domenico Genchi per il Comitato “No inceneritore a Matera”.
Di seguito i contenuti emersi nel corso del dibattito.
“Abbandonati senza una regione! Difendiamo insieme la Basilicata”.
La legge Sblocca Italia, con il suo carico di devastazione e morte, come sappiamo, non è stata impugnata da Pittella e dal Consiglio Regionale lucano. Alla scadenza del 10 gennaio soltanto 6 regioni, tra cui le confinanti Puglia e Campania, hanno impugnato vari articoli e commi della Sblocca Italia.
Il Presidente Pittella, forte di alcuni “autorevoli” pareri, e supportato dalla maggioranza dei Consiglieri regionali, ha ritenuto che la modifica di una sola parte dell’art. 38 della legge Sblocca Trivelle fosse tranquillizzante, nonostante 65 comuni lucani equivalenti al 52% della pololazione lucana, cioè la maggioranza, avessero chiesto formalmente a Pittella ed al Consiglio regionale di impugnare la Sblocca Italia. Deliberatamente, lui e la sua maggioranza PD, non hanno rispettato la volontà della maggioranza dei lucani, decidendo così di non rappresentare più la popolazione lucana.
Tuttavia il diavolo fa le pentole, anzi le trivelle, ma non i coperchi.
Le Norme Integrative per i giudizi dinanzi alla Corte Costituzionale pubblicate in G.U. 7/11/2008 n. 261, all’art. 4, comma 3 consentono che “soggetti diversi” possano intervenire nel ricorso principale proposto per la declaratoria di illegittimità costituzionale di disposizioni legislative.
Naturalmente resta alla Corte il compito di decidere se l’intervento di questi soggetti sia ammissibile oppure no; e se è vero che fino a questo momento la giurisprudenza della Consulta è stata piuttosto restrittiva nell’ammettere l’intervento di soggetti privi di potere normativo, è anche vero che non era mai successo prima che una Regione ignorasse totalmente la istanza della maggioranza dei suoi cittadini.
Abbiamo dunque interpellato un costituzionalista di chiara fama, (il prof. Avv. Alberto Lucarelli di Napoli) che, con successo (come per il referendum sull’acqua pubblica), in molte occasioni si è occupato dei beni comuni e dei temi della sovranità popolare. Non è naturalmente lo stesso professionista che il governatore Pittella ha ripetutamente richiamato nei suoi interventi a sostegno della non-impugnativa della Sblocca Italia sia in atti formali e istituzionali, sia nelle interviste alla stampa.
Dal Prof. Lucarelli abbiamo ricevuto la disponibilità a presentare, in affiancamento al ricorso principale presentato dalla Puglia o dalla Campania, un atto di intervento a sostegno delle ragioni di incostituzionalità delle norme della legge Sblocca Italia nei ricorsi presentati dalle altre Regioni, in modo da rafforzarne le critiche e contribuire così a farla decadere.
Questa rimane, purtroppo, l’unica strada che potrebbe permettere ai cittadini Lucani di far sentire la loro voce dinanzi alla Corte Costituzionale.
Siamo consapevoli che qualcuno potrà dire che è una iniziativa inutile, visto che il ricorso è già stato presentato da altre Regioni, ma riteniamo che l’apporto qualificato del difensore dei cittadini lucani può dare spunti di riflessione ulteriore e rafforzare gli argomenti trattati da altri, oltre che rendere “visibile” la presenza di una intera comunità abbandonata senza alcuna “regione”.
Siamo anche consapevoli che l’intervento possa essere dichiarato inammissibile dalla Consulta, ma questo risultato, lungi dal rappresentare una sconfitta, sarà la prova evidente che Pittella ed il Consiglio Regionale sono venuti meno al loro dovere di rappresentare la nostra comunità.
Per attuare questa iniziativa, sostituendoci alla istituzione che per noi avrebbe dovuto farsene carico, occorre sostenere una spesa di un certo impegno. E’ perciò indispensabile il sostegno di tutti quelli che credono che valga la pena tentare anche questa strada.
Ci rivolgiamo:
– a tutti i cittadini lucani che sono scesi in piazza alle varie manifestazioni contro la legge Sblocca Italia;
– ai sindaci ed ai consiglieri comunali di quei comuni che hanno deliberato per chiedere a Pittella di impugnare la legge Sblocca Italia, ai quali chiediamo di devolvere, anticipando, un gettone di presenza;
– ai consiglieri comunali e regionali che avrebbero voluto deliberare, per chiedere di impugnare, ma che non ci sono riusciti;
– a tutti i possessori di card carburanti che non intendono più accettare l’elemosina in cambio di tumori;
– a tutti i comitati, associazioni, partiti non collusi con il sistema chiediamo di affiancare il Comitato No Inceneritore in questa “autodifesa” per dare mandato all’avvocato Prof.Lucarelli.
Un piccolo apporto di ciascuno può consentire di raggiungere un risultato significativo destinato a questa iniziativa. E’ possibile contribuire:
– tramite versamento/bonifico su IBAN IT66P0760105138284412584415
– tramite versamento su Postepay 5333 1710 1206 5724
– tramite versamento con Paypal, per chi ha un conto Paypal, all’indirizzo comitatomentosulcemento@gmail.com
– ai banchetti e centri di raccolta cittadini.
Fino alla trattazione del ricorso nella udienza pubblica dinanzi alla Corte Costituzionale ci sarà modo e tempo, con il sostegno e l’apporto di tutte le intelligenze e le forze sane della Basilicata che si oppongono allo sfruttamento indiscriminato del territorio, di promuovere incontri ed iniziative che spieghino a tutti cosa sta accadendo in Basilicata da quando è iniziato lo sfruttamento petrolifero e quello che potrebbe accadere se le norme della legge Sblocca Italia non dovessero essere annullate.
LA OLA CHIEDE ALLE REGIONI (MA NON ALLA REGIONE BASILICATA) DI IMPUGNARE GLI EMENDAMENTI PETROLIFERI NELLA LEGGE DI STABILITA’
Salvino le comunità e il territorio regionale dalle trivelle
petrolifere le altre Regioni italiane, considerato che il governo
regionale si è dichiarato non disponibile a farlo!
La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, chiede alle altre Regioni
italiane, ma non alla Regione Basilicata che ha già deciso con la
vicenda della legge sblocca Italia la sua dichiarata “subalternità”
alle compagnie petrolifere, di impugnare presso la Corte
Costituzionale gli emendamenti pro trivellazioni ed infrastrutture
petrolifere di cui i punti n. 552, 553, 554 della Legge di Stabilità
(Legge n.190 del 26/12/2014) pubblicata in Gazzetta Ufficiale n.300
del 29/12/2014. C’è tempo per farlo – evidenzia la Ola – fino al 27
Febbraio 2015.
Dopo la “legge sblocca trivelle” del governo Renzi (L.164/2014), i tre
emendamenti del governo nazionale contenuti nella legge di Stabilità
“caldeggiati” dalla Regione Basilicata, pongono l’Italia in una
posizione di “retroguardia” nello scenario energetico europeo,
favorendo lo sviluppo delle fonti fossili e gli interessi commerciali
delle compagnie petrolifere, contro le comunità e gli enti locali,
costretti a subire sul proprio territorio infrastrutture dichiarate
“di interesse strategico“.
I “famigerati” punti 552, 553 e 554 della Legge di Stabilità
garantiscono infatti :
Punto 552 della Legge di Stabilità: la “semplificazione” per le
autorizzazioni non solo per le ricerche ed estrazioni di idrocarburi
ma anche alle cosiddette “opere necessarie al trasporto, allo
stoccaggio, al trasporto degli idrocarburi in raffineria, delle opere
accessorie, ai terminali costieri e alle infrastrutture portuali
strumentali allo sfruttamento dei titoli, comprese quelle localizzate
al di fuori del perimetro delle concessioni di coltivazioni”. Tali
opere strategiche vengono autorizzate anche nel caso in cui non si
“raggiunga” l’intesa con le Regioni, ovvero nel caso le Regioni non
rilasdcino le intese, con i poteri dell’art.38 della Legge”sblocca
Italia” .
Tali “poteri” si applicano in in base al Punto 553 della Legge di
Stabilità anche per quelle opere che hanno già ricevuto il parere VIA.
Punto 554 della Legge di Stabilità: modifica il comma 1 bis
dell’art.38 della Legge “blocca Italia” ed è addirittura peggiorativo
nella sua versione finale, quantunque “blaterino” alcuni presidenti di
Regione, tra i quali quello della Basilicata.
Infatti secondo il punto 554: “il ministro dello sviluppo economico,
con proprio decreto, sentito il Ministro dell’Ambiente e Tutela del
Territorio e del Mare, predispone un Piano delle aree di cui al comma
1 ovvvero i titoli abilitativi per “attività di prospezione, ricerca e
coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas
naturale rivestono carattere di interesse strategico, di pubblica
utilità, urgenti e indifferibili” previa intesa con la Conferenza
Unificata Stato-Regioni (prima l’intesa era rilasciata dalle Regioni
interessate da attività petrolifere).
Su questo punto si è esercitata una “disinformazione” da parte del
Presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, che lo ha
presentato come una “vittoria“, ma omettendo la parte restante del
punto 552 che recita: “fatte salve le disposizioni in materia di
valutazione di impatto ambientale, nel caso di mancata espressione da
parte delle amministrazioni regionali degli atti di assenso o di
intesa, comunque denominati, inerenti alle funzioni di cui ai commi 7
e 8 del presente articolo, entro il termine di centocinquanta giorni
dalla richiesta nonche’ nel caso di mancata definizione dell’intesa di
cui al comma 5 dell’articolo 52-quinquies del testo unico di cui al
decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327, e nei
casi di cui all’articolo 3, comma 4, del decreto legislativo 1º giugno
2011, n. 93, il Ministero dello sviluppo economico invita le medesime
a provvedere entro un termine non superiore a trenta giorni. In caso
di ulteriore inerzia da parte delle amministrazioni regionali
interessate, lo stesso Ministero rimette gli atti alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri, la quale, entro sessanta giorni dalla
rimessione, provvede in merito con la partecipazione della regione
interessata. Le disposizioni del presente comma si applicano anche ai
procedimenti amministrativi in corso e sostituiscono il comma 6 del
citato articolo 52-quinquies del testo unico di cui al decreto del
Presidente della Repubblica n. 327 del 2001“.
In parole semplici, decide alla fine l’attuale presidente del
Consiglio dei Ministri, ovvero Matteo Renzi, al quale sono demandate
le sorti dei territori regionali e quelle della Basilicata, coperta –
lo ricordiamo – per i 2/3 del suo territorio da istanze di permesso di
ricerca (18), permessi di ricerca (10) e concessioni di coltivazione
(20).
Un Piano idrocarburi inserito nellaLegge di Stabilità nazionale che
condanna i lucani e la Basilicata ad una servitù energetica, con tutte
le conseguenti problematiche ambientali e sulla salute che esso
comporta.