Il presidente della Regione ha riunito il comitato dei 35 primi cittadini. Tutti a favore del rilancio dell’unità di azione delle amministrazioni. I sei sindaci dimissionari annunciano il ritiro delle dimissioni. Il loro documento sarà al centro della discussione nel prossimo incontro
Un rinnovato impegno ad affrontare in modo puntuale e congiunto tutti i temi della Val d’Agri e della Val Camastra che, per le questioni energetiche, si trovano ad affrontare problemi di primo piano a livello Europeo. E’ il risultato a cui è giunta la conferenza dei sindaci di Val d’Agri e Val Camastra convocata dal presidente della Regione Vito DE Filippo a margine della quale i sindaci dei sei Comuni che avevano rassegnato le proprie dimissioni hanno annunciato che le ritireranno. E proprio il documento dei sei sindaci sarà al centro della discussione nel corso della prossima riunione della conferenza dei sindaci, con l’obiettivo di giungere ad un documento che abbracci più complessivamente le questioni e sia più largamente condiviso.
Il tema della condivisione e del confronto è stato il leit motiv di tuto l’incontro quando le diverse posizioni di merito e di metodo emerse sulla situazione determinata dalla protesta hanno trovato una saldatura nella convinzione che solo una gestione unitaria delle questioni può garantire buone speranze di successo per le rivendicazioni dei territori ed evitare l’avanzamento di localismi e campanilismi che finirebbero per indebolire le posizioni di tutti i centri. Tutti gli amministratori presenti hanno lamentato le difficoltà di finanza pubblica nell’assicurare i servizi, dovuti alle recenti politiche di rigore, auspicando che risposte possano venire anche grazie ai proventi del petrolio, ma hanno sottolineato come sia da considerare prioritario un progetto di sviluppo rispetto alle pure fondate esigenze economiche degli enti.
Unanimemente i sindaci hanno mostrato apprezzamento per l’azione già posta in essere dalla Regione tra moratoria e memorandum confidando che le questioni portate avanti dalla Regione possano avere ricadute più evidenti, specie in tema di occupazione e salvaguardia ambientale, nelle zone interessate alle attività estrattive. A tal fine è stato ritenuto opportuno di dare corso subito dopo il periodo elettorale, per evitare interferenze e possibili fraintendimenti, ad un serrato approfondimento dei temi di interesse dei territori, sfruttando così anche l’attenzione suscitata dall’iniziativa dei sei sindaci che, nelle scorse settimane, hanno incontrato rappresentanti delle istituzioni e delle forze politiche. I rappresentanti dei 35 comuni lucani del petrolio, insieme al presidente De Filippo, hanno anche convenuto sulla necessità di elevare il grado di coesione nella convinzione che l’importante partita di sviluppo dell’area che si sta inseguendo proprio sulla scorta dei principi ispiratori del memorandum, possa essere vanificata da istanze di parte, nella convinzione che la sfida potrà essere vinta solo congiuntamente da tutti i territori dell’area.
CSAIL-INDIGNATI: PROTESTA SINDACI VAL D’AGRI CONCLUSA “A TARALLUCCI E VINO”
“Le clamorose proteste dei sei sindaci dell’Alta Val d’Agri che avevano rassegnato le dimissioni, da noi, in nome e per conto del “popolo del petrolio” prontamente accettate, sono finite “a tarallucci e vino”, proprio come avevamo previsto e come ci hanno abituato tanti sindaci sicuramente a loro agio più nelle sagre paesane che nei municipi”. E’ il commento del presidente del Csail-Indignati Lucani Filippo Massaro sottolineando che “la nota diffusa dall’agenzia di stampa di regime, in pieno clima di informazione di regime, è la prova provata di un atteggiamento ipocrito assunto da sindaci e Presidente De Filippo. Come è accaduto per il regime siriano di Assad quando ha parlato in pubblico alla nazione, diffondendo messaggi rassicuranti nonostante la nota situazione di guerra civile, nel documento si legge testualmente che “le diverse posizioni di merito e di metodo emerse sulla situazione determinata dalla protesta hanno trovato una saldatura nella convinzione che solo una gestione unitaria delle questioni può garantire buone speranze di successo per le rivendicazioni dei territori ed evitare l’avanzamento di localismi e campanilismi che finirebbero per indebolire le posizioni di tutti i centri”. Mi pare davvero ingenuo pensare da parte dei sindaci rivoltosi – dice Massaro – di aver raggiunto il proprio scopo attraverso un ennesimo impegno del Governatore-candidato che, specie in questa fase elettorale, era più che scontato. Persino le parole di “apprezzamento” espresse dai sei sindaci contestatori all’operato di De Filippo suonano come una beffa per le rispettive comunità locali amministrate dove la tensione sociale è palpabile. Questa volta però sindaci e Governatore hanno fatto male i propri calcoli elettorali perché la gente della Val d’Agri non riconfermerà la fiducia a quanti continuano a giocare sulla nostra pelle. Sono certo – afferma il presidente del Csail-Indignati – che il Partito-Regione che è il partito di gran parte dei sindaci del comprensorio petrolifero uscirà ridimensionato dal voto di febbraio, unica arma di vera protesta che si presenta ai cittadini. Noi che da tempo indichiamo ai residenti dell’area il voto utile, quindi non a partiti e coalizione che si limitano a raccogliere lo scontento popolare, guardiamo con interesse a proposte di gestione diversa delle risorse petrolifere che non si esauriscano in una percentuale maggiore di royalties o in ennesimi proclami teorici di difesa del territorio e dell’ambiente e della salute. L’idea di Nicola Benedetto di istituire una società Petrolucana, tra le poche che abbiamo ascoltato in questo avvio di campagna elettorale, ci sembra una valida proposta, soprattutto fortemente innovativa che affronta nella sua globalità gli aspetti economico-produttivi e sociali la questione, che, come tale, merita un approfondimento e un confronto con i soggetti sociali e le popolazioni locali”.