“La politica deve fare un cambio di passo, ma non utilizzare la risorsa sarebbe un suicidio. A partire dalla prossima finanziaria dovremo dimostrare una nuova capacità di pianificazione”
“Sono aperto al dialogo con chi vuole confrontarsi con me in maniera civile ma non rincorro nessuno. Sul tema delle estrazioni petrolifere le criticità non vanno nascoste. Sono disposto ad andare a fondo nelle questioni, scandagliando anche eventuali ‘aree grigie’ di responsabilità, ma non sono disposto a far passare la Basilicata come la ‘terra dei fuochi’. Non intendo partecipare al processo di costruzione di un’immagine distorta della nostra terra”.
E’ questo il messaggio lanciato dal presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, nel corso di una conferenza stampa convocata questa mattina per spiegare i motivi per i quali ieri sera a Marsico Nuovo ha lasciato l’incontro aperto alla cittadinanza sui temi del petrolio.
“Sono rammaricato e dispiaciuto – ha detto ancora Pittella – perché ieri un gruppo minoritario di persone, rispetto ad una più vasta platea si è assunto la responsabilità di non favorire lo svolgimento di un dialogo necessario per comprendere a fondo i problemi legati alla realizzazione del quarto pozzo previsto degli accordi del ’98”.
Il presidente Pittella ha poi manifestato la necessità di un sostanziare cambio di passo della politica tutta.
“Su questo tema – ha detto – la Regione Basilicata deve saper indicare con chiarezza una precisa direzione, dimostrando coraggio nelle scelte e capacità di sintesi tra le varie istanze, anche a costo di operare scelte impopolari”.
Dopo aver parlato della riforma del titolo V della Costituzione che prefigura nuove competenze a favore dello Stato a scapito delle Regioni anche in materia energetica il presidente Pittella ha detto che “questo argomento fa il paio con l’incapacità di governare, a livello regionale, un processo complesso come questo. L’intesa con l’Eni del 1998 non è stata per buona parte soddisfatta. Una parte di questa responsabilità è da attribuire proprio a un corto circuito tra cittadini e istituzioni. Chi governa ha il dovere di comprendere che la gente è arrabbiata perché non sono state create ottimali condizioni per l’occupazione. Ma, fatto salvo il rispetto per l’ambiente, non utilizzare questa risorsa sarebbe un suicidio. La Val d’Agri merita un ristoro ambientale ma sono per un sostanziale superamento della logica dei ‘bonus’ e per l’individuazione di più complessive misure di sostegno a favore dagli ultimi e dai penultimi. Servono poi ricadute in termini di efficientemento energetico e di vantaggi localizzativi per le imprese. Il patto di stabilità è il nodo dei nodi. A partire dalla prossima finanziaria dovremo dimostrare una nuova capacità di pianificazione delle risorse. Ce lo chiede l’Europa, ma ce lo chiede soprattutto la Basilicata che non vuole fermarsi”.
Petrolio; Tancredi e Giordano (Ugl): “condividere appello Pittella per bene territorio”.
“L’Ugl è pronta a sostenere il Presidente della giunta della regione Basilicata, Marcello Pittella e per affrontare in modo trasparente e ognuno con la propria competenza e responsabilità su tale questione seria e delicata sullo sfruttamento sostenibile delle risorse minerarie e su quali benefici per il territorio. Ripartiamo a condizione che oggi le priorità si chiamino difesa del lavoro e del sistema produttivo locale e soprattutto creazione di nuova occupazione, sostegno alla ricerca e all’innovazione, investimenti in coesione sociale”.
E’ quanto fanno sapere i segretari dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi e Pino Giordano per i quali, “riteniamo che l’intesa con l’Eni del 1998 non è stata per niente soddisfatta. Una parte di questa responsabilità è da attribuire proprio alla mala politica che in questi anni ha governato la regione creando solo illusioni ‘gratuite e prese in giro’ ai cittadini”. Per la procedura sull’attuazione del ‘memorandum’ e più complessivamente dell’articolo 16 del decreto legge sulle liberalizzazioni, l’Ugl ricorda che “ha già consumato un passaggio presso il Mise con l’ex ministro, Flavio Zanonato, consegnando un dossier del centro studi Ugl Basilicata, riportante pochi e buoni punti realizzabili, dove si ipotizzavano nuove strategie e risoluzioni in tal merito a beneficio dei lucani. La governance regionale precedente alla gestione Pittella, ha sempre visto l’Ugl come o.s. di scomodo – proseguono Giordano e Tancredi – ed oggi il risultato è che, la gente è arrabbiata perché nulla si è ricavato in termini occupazionali ed in termini economici. Condividiamo che, fatto salvo il rispetto per l’ambiente, non utilizzare questa risorsa sarebbe un suicidio, ma ricordiamo al Presidente che tutto il territorio lucano è castigato da questi sistemi petroliferi che non sono stati chiari dall’inizio con i cittadini, complici di una mala politica affaristica. Pittella ci convochi ed in sede sottoporremo al Presidente che l’Ugl ritiene una beffa, un memorandum sul petrolio che non può che dirsi tradito. Tradito insieme alle aspettative dei cittadini lucani che dal decreto attuativo del 12 settembre 2013, firmato dal Ministero dello Sviluppo economico e da quello all’Economia, e che avrebbe dovuto ultimare la trattativa sul petrolio lucano, si attendevano di sicuro più benefici. Per tale motivo – concludono i segretari, Giordano e Tancredi – chiederemo di rianalizzarlo unitariamente alla rettifica dell’art. 16 sulle liberalizzazioni e sottoporlo al Governo Renzi”.