“Il Wall Street Journal scopre l’acqua calda: l’accelerazione da parte degli ultimi due Governi (Monti e Letta) all’attività di estrazione e, aggiungo, di ricerca di idrocarburi in Basilicata è nota da tempo, come da tempo ho indicato le contromisure nell’interesse delle nostre comunità, a cominciare da quelle della Val d’Agri e del Sauro”. E’ il commento del consigliere provinciale di Potenza Vittorio Prinzi.
“La strada – sottolinea Prinzi – è quella di battersi perché non sia il Ministero dello Sviluppo Economico a gestire direttamente e centralisticamente l’intera partita petrolio che – su questo il giornale Usa dimostra di non essere informato – non registra alcun accordo tra Regione Basilicata e Stato, in quanto l’interlocuzione è ferma al Memorandum dei tempi dell’ultimo Governo Berlusconi e non ha fatto alcun passo in avanti soprattutto rispetto ai 2 miliardi di euro (anche se tutti ancora da verificare) derivanti dall’art. 16 del decreto liberalizzazioni”.
“Pertanto, non è possibile avallare – aggiunge – alcuna scelta centralistica che ripeterebbe l’esperienza sinora consolidata in Val d’Agri con lo Stato che incassa il gettito fiscale, le compagnie che fanno profitti e la Regione che non riesce nemmeno a spendere le briciole delle royalties per effetto del meccanismo perverso de Patto di Stabilità. E su questo terreno ci conforta la posizione assunta durante la consultazione elettorale dal Presidente Pittella che ha annunciato una nuova iniziativa politico-istituzionale”.
“Mi sono sottratto al “rito” delle prese di posizione dopo l’ennesimo incidente avvenuto ieri al Centro Oli Eni d Viggiano – continua Prinzi – perché ritengo sufficiente l’iniziativa assunta da Pittella e dall’assessore Berlinguer nei confronti di Eni, Arpab e Osservatorio Ambientale. Occorre affermare sempre e comunque che il comma 1 del’art. 16 del decreto Liberalizzazioni ha come obiettivo la promozione di nuovi investimenti di ricerca e sviluppo delle risorse energetiche nazionali strategiche di idrocarburi nel rispetto del dettato dell’articolo 117 della Costituzione, dei principi di precauzione, di sicurezza per la salute dei cittadini e di tutela della qualità ambientale e paesistica, di rispetto degli equilibri naturali terrestri e acquatici, secondo i migliori e più avanzati standard internazionali di qualità e sicurezza e con l’impiego delle migliori tecnologie disponibili. E’ questo comunque un aspetto che non ci mette del tutto tranquilli perché estrarre più petrolio non equivale, automaticamente, a più strumenti di tutela del territorio, nonostante la ripresa dell’attività dell’Osservatorio Ambientale di Marsiconuovo”.