Dopo i dinieghi alla richiesta di proroga di due concessioni minerarie per la coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, rispettivamente denominate “Candela” e “Serra Pizzuta” arriva un terzo diniego riguardante la proroga alla concessione “Tempa Rossa”, come nelle altre due, sempre nella titolarità di Eni spa.
La Giunta regionale, infatti, ha deliberato anche in questo caso “la presa d’atto del parere negativo espresso dalla Conferenza delle Autonomie Locali e di non esprimere l’intesa di cui all’accoro Stato-Regioni del 24.4.2001 sulla proroga di vigenza”.
Nel caso della concessione “Candela” sebbene il programma lavori associato alla proroga di vigenza non preveda interventi ed opere che riguardino direttamente il territorio lucano, la conferenza delle autonomie ha espresso parere sfavorevole in considerazione del fatto che” non è escluso a priori che la proroga di vigenza non possa comportare per eventuali modifiche/integrazioni di programma interventi diretti di lavori sul territorio lucano”, e “che non sono riconosciti benefici in termini economici al territorio (pagamento royalties, compensazioni ambientali)“.
Per quel che riguarda la Concessione Serra Pizzuta, ricadente nel territorio della provincia di Matera (comuni di Craco – Pisticci – Ferrandina) il Ministero dello Sviluppo Economico, ha chiesto l’intesa regionale sulla proroga di vigenza per i periodi 2001-2006; 2006–2011; 2011-2016, della concessione di coltivazione idrocarburi gassosi. La conferenza delle autonomie locali, nella seduta del 14 novembre 2016, ha espresso parere negativo all’intesa sul provvedimento di proroga.
La terza e ultima concessione, quella denominata “Tempa Rossa”, sempre nella titolarità di Eni s.p.a e da non confondere con il giacimento Tempa Rossa ricadente nella concessione Gorgoglione, affidata a Total E&P Italia, dell’estensione di 69,05 Km2 ricadente nel territorio dei comuni di Salandra, Ferrandina, San Mauro Forte è stata conferita nel 1984 alle società eni/Agip (70%) e Montecatini Edison (30%), per la durata di 30 anni.
Nell’ottobre 2011 la società Eni ha presentato al Mise istanza di proroga decennale. Il Ministero dello Sviluppo Economico, nel maggio 2016, ha pertanto chiesto l’intesa regionale. Anche per questo procedimento la conferenza delle Autonomie ha espresso parere sfavorevole, adducendo motivazioni connesse a mancati benefici per il territorio.
Si tratta di tre provvedimenti di chiusura di procedimenti avviati tempo addietro presso il competente Ministero dello sviluppo economico che ora, nell’ambito del riassetto organizzativo, ha accelerato la definizione di procedimenti sospesi.
Si ricorda che con DM 30.10.2015 è stata definita la separazione delle funzioni relative al rilascio dei titoli minerari, affidata alla Direzione generale per la sicurezza dell’approvvigionamento e per le infrastrutture energetiche, dalle attività di controllo e sicurezza anche ambientale, affidata, invece, alla Direzione Generale per la sicurezza anche ambientale delle attività minerarie ed energetiche.