Il Movimento 5 Stelle invita i cittadini lucani a Matera venerdì 31 ottobre 2014 alle ore 18.30 presso il Cinema Piccolo Duni, via XX settembre n. 14 , a partecipare ad un incontro dedicato all’approfondimento degli articoli che si occupano delle trivellazioni nel “Decreto Sblocca Italia”. All’evento, oltre ai parlamentari lucani del M5S Mirella Liuzzi e Vito Petrocelli, parteciperanno anche i portavoce pentastellati Massimo De Rosa, membro della Commissione Ambiente e Alberto Airola, neo capogruppo al Senato, che interverrà sul documentario di Roberto Olla “ Nero Petrolio ” proiettato per l’occasione.
“È una vittoria dei lucani la social card per ricompensare un territorio violentato? È una vittoria subire perforazioni, inquinamenti delle falde acquifere e avere in cambio di far uscire le royalties dal patto di stabilità? Se tutto questo per il presidente della Regione Marcello Pittella è una vittoria, per noi del M5S è una sonora sconfitta. Il decreto Sblocca Italia, in questi giorni in via di approvazione alla Camera, sancisce una sonora sconfitta, quella dei lucani, e una vittoria, delle compagnie petrolifere»: è il commento della parlamentare lucana del M5S Mirella Liuzzi alla lettera che il governatore lucano ha inviato ai sindaci, chiedendo sostegno al decreto.
«La tecnica è sempre la stessa – precisa la Portavoce Liuzzi – prima ti affamano (perché condizionano l’occupazione, la libera impresa e persino gli investimenti dei fondi europei) e ti disinformano sul petrolio (l’oro nero in Basilicata non ha portato né ricchezza né occupazione), e poi ti danno il tozzo di pane in ossequio ai più caritatevoli principi cristiani».
Per quanto riguarda la Basilicata, come la deputata ha detto ieri in aula alla Camera in occasione degli Ordini del giorno al voto finale dello Sblocca Italia, «a fronte del raddoppio delle estrazioni in Basilicata (in teoria si dovrebbe passare da 80mila barili a circa 150mila), aumenteranno i costi sanitari, i costi ambientali e quelli di bonifica. Per cui non vedo cosa possa cambiare in meglio»
L’appuntamento di Matera è solo uno dei numerosi eventi tematici organizzati in tante città italiane contro il decreto ribattezzato dagli stessi pentastellati “Sfascia Italia” alla luce dei provvedimenti in esso contenuto che avranno forte incidenza sull’ambiente e la salute degli italiani, lucani compresi.
Movimento 5 Stelle Basilicata: No alle trivelle del decreto Sblocca Italia. Si alle energie pulite e rinnovabili
Il 9 novembre mobilitazione in otto regioni contro le devastazioni provocate dalle estrazioni petrolifere su terra e in mare.
Domenica 9 novembre prossimo, in otto regioni italiane ci sarà una grande mobilitazione popolare per protestare contro il decreto Sblocca Italia che vuole consentire l’estrazione di petrolio e gas in terraferma e in mare senza rispettare vincoli e adeguate procedure di sicurezza ambientale e sanitaria.
Decine di presidi e manifestazioni verranno organizzati dal M5s in Basilicata, Campania, Puglia, Abruzzo, Molise, Calabria, Sicilia e Sardegna per dire no al decreto del governo Renzi che vorrebbe raddoppiare l’estrazione di idrocarburi in Italia con conseguenze catastrofiche come l’inquinamento delle falde acquifere e dei bacini idrici, la distruzione delle produzioni agricole e dello sviluppo turistico, il rischio di terremoti e l’aumento di patologie tumorali. Tutto questo con notevoli ripercussioni sul piano occupazionale, in particolare per i giovani disoccupati che abbandonerebbero le aree dove ci sono gli impianti petroliferi.
Il grido d’allarme lanciato dal M5s vuole evitare che il decreto Sfascia Italia venga convertito in legge entro il 12 novembre e trasformi vaste aree dell’Italia in un grande campo petrolifero in mano agli interessi delle multinazionali.
In particolare, la protesta mette sotto i riflettori gli articoli 36, 37 e 38 del decreto che sono stati scritti per favorire le aziende di idrocarburi, a svantaggio del territorio e delle popolazioni. Le inaccettabili norme proposte dal governo Renzi riportano nelle strette competenze dei ministeri competenti le autorizzazioni ambientali per le concessioni offshore (in mare), mentre per quelle in terraferma si fa riferimento ageneriche “intese” con le Regioni interessate, tutte in seno ad un titolo concessorio unico (concesso dal ministero dello Sviluppo economico), in odore di illegittimità ed incompatibilità con il diritto dell’Unione Europea. Pertanto, per ottenere i permessi, sarà sufficiente una sola domanda per eseguire ricerche e sondaggi prima e trivellazioni permanenti poi. E se la terra è privata ed appartiene a qualcuno che non la vuole vendere perché non condivide la logica della “pubblica utilità petrolifera”, ci sarà l’esproprio.
Tutto questo porterà ad una totale estromissione degli enti locali sia per il procedimento amministrativo, sia per la possibile violazione del “diritto di proprietà dei privati”, in più, se i progetti petroliferi comportano una variazione degli strumenti urbanistici, il rilascio dell’autorizzazione avrà effetto di variante urbanistica.
L’Italia è quindi ancora una volta un luogo dove le necessità di fare cassa di Renzi e il profitto delle multinazionali del petrolio contano più della salute delle persone e della tutela dell’ambiente.
Il M5s, in alternativa, propone programmi molto precisi per far allontanare l’Italia dall’uso delle fonti fossili e per andare verso il rispetto dei vincoli dell’Unione europea previsti dai “Piani 2020 e 2030” sulla riduzione delle emissioni, sul risparmio energetico e sulla produzione delle energie rinnovabili.
Il decreto Sblocca Italia va in tutt’altra direzione e, per queste ragioni, va a tutti costi contestato.