“Adeguare i livelli di emissione elettromagnetica in Italia ai valori europei, tre volte più elevati, per accelerare lo sviluppo delle reti 5G, di comprovata pericolosità per la salute umana, è una proposta miope, da respingere al mittente. Con queste premesse non può esserci nessuna ripartenza post Covid-19”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis commentando un’interrogazione, firmata anche dal collega Carlo Martelli, e indirizzata al presidente del Consiglio dei ministri, ai ministri dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e della Salute.
“L’attuazione del Piano Colao sullo sviluppo delle reti 5G (al punto 27) – prosegue De Bonis – è un attentato all’ambiente, e con essa si vuole azzerare la volontà di ben 516 Comuni d’Italia ‘Stop 5G’, irradiando chiunque fino a 61 V/m. Sono precisamente le richieste avanzate dalle compagnie telefoniche, recepite senza scrupolo dal Comitato di esperti in materia economica e sociale che dal 10 aprile è guidato proprio dall’ex top manager di Vodafone. In questo modo viene disattesa qualsiasi civile opposizione e moratoria territoriale adottata dai sindaci in difesa della salute dei loro concittadini”.
“Nel Piano – aggiunge il senatore – viene richiesto al governo di non considerare la legittimità costituzionale delle ordinanze urgenti e contingibili Stop 5G, e di eliminare la consolidata giurisprudenza amministrativa in materia sanitaria, che trova nel Sindaco la massima autorità garante della tutela della salute pubblica. Nessuno si era mai spinto fino a questo punto”.
“Considerata la lunga carriera di manager del Dott. Vittorio Colao nella compagnia telefonica multinazionale Vodafone – conclude De Bonis –, si profila un palese conflitto di interessi nel dedicare un ampio capitolo allo sviluppo della tecnologia 5G, oltre che eludere le varie ed eliminare la consolidata giurisprudenza amministrativa in materia. Aspettiamo chiarimenti dal Governo. Per ora, quel che è certo è che siamo molto lontani da un’Italia ‘più forte, resiliente ed equa’”.