Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (con 13 voti favorevoli di Pd, Pp, Udc, Psi e Pace del Gm e 2 astensioni del M5s) il Piano regionale di gestione dei rifiuti, che ha l’obiettivo di “massimizzare la riduzione della quantità di rifiuti prodotti, il riuso dei beni, il recupero di materiali e di energia ed il riciclaggio, in modo da tendere a zero entro l’anno 2020; proteggere l’ambiente e la salute prevenendo e riducendo gli impatti negativi legati alla produzione e alla gestione dei rifiuti”.
I nove documenti che compongono il Piano (Piano di gestione dei rifiuti urbani, Direttive per lo sviluppo delle raccolte differenziate, Piano di gestione degli imballaggi, Piano di gestione dei rifiuti speciali, Piano di bonifica dei siti inquinati, Anagrafe dei siti, Piano amianto, Programma di prevenzione della produzione di rifiuti, Criteri di localizzazione) sono stati predisposti dai 39 tecnici del raggruppamento temporaneo di imprese che ha vinto la gara per la progettazione. In tutto si tratta di 1700 pagine di testo, 11 elaborati complessivi, più 5500 circa di pagine schede di anagrafiche, a cui si aggiunge un Sistema informativo territoriale che contiene 320 mila dati ambientali.
La parte cruciale è senza dubbio quella che riguarda i rifiuti urbani, supportata da analisi merceologiche per la definizione dei fabbisogni e il dimensionamento degli impianti oltre alla raccolta differenziata.
Il programma di prevenzione della produzione di rifiuti prevede la “stabilizzazione” della produzione pro capite di rifiuti, che in Basilicata è di circa 350 chili per abitante all’anno, il valore più basso d’Italia. Si prevede inoltre la riduzione della produzione pro capite di rifiuti urbani residui (Rur) al di sotto dei 100 chili per abitante all’anno. L’obiettivo strategico è di portare la raccolta differenziata al 65 per cento, con una particolare attenzione alla qualità della raccolta differenziata, che deve essere correttamente finalizzata a massimizzare il recupero ed il riuso dei materiali.
La raccolta “porta a porta” è il modello prioritario scelto per la differenziata, ed è supportato da direttive specifiche per le diverse frazioni (umido, carta, plastica, rifiuto residuo) e da linee guida per la comunicazione ai cittadini. Previsti inoltre una serie di criteri di premialità e penalizzazione, peraltro già presenti in recenti provvedimenti legislativi della Regione, per sostenere il raggiungimento degli obiettivi. In ossequio al il principio di prossimità tutti i rifiuti della raccolta differenziata vanno trattati nella regione, dove entro il 2020 va realizzato almeno un impianto di trattamento.
Fra gli altri aspetti del Piano si segnalano in particolare la previsione della riduzione di quantità e pericolosità dei rifiuti speciali (attualmente 1 milione e 200 mila tonnellate annue) attraverso idonei cicli produttivi e la totale rimozione entro vent’anni delle 60 mila tonnellate di amianto presenti in Basilicata (si prevede di completare il censimento per la stima dei quantitativi di questo materiale, dopo l’approvazione di una legge regionale che assegna contributi ai cittadini per questo scopo).
Per la bonifica dei siti inquinati Sin (in Basilicata si stima la presenza di 190 siti segnalati, 160 potenzialmente contaminati, 20 contaminati, 130 non contaminati) l’obiettivo è quello di aggiornare l’anagrafe regionale monitorando lo stato di avanzamento dei procedimenti di bonifica.
Il testo approvato dall’Aula contiene anche tre emendamenti del consigliere Perrino (M5s), fatti propri dalla terza Commissione, sui criteri di localizzazione degli impianti nelle aree a vincolo paesaggistico (esclusione) e nelle aree di interesse ambientale (penalizzazione) e sulla previsione del ricorso agli impianti di trattamento meccanico biologico (fabbrica dei materiali). L’Aula inoltre ha approvato gli emendamenti del consigliere Leggieri (M5s) in merito ai siti non idonei riguardanti le aree ricomprese nei piani di tutela delle acque.
Nel dibattito sul provvedimento sono intervenuti il presidente della terza Commissione Robortella (Pd), che ha illustrato il provvedimento, l’assessore all’Ambiente Pietrantuono ed i consiglieri Cifarelli (Pd) e Pace (Gm).
Piano rifiuti, Aula approva due odg di Leggieri. Con il primo si chiede l’attivazione del codice Cer (Catalogo europeo dei rifiuti) per le acque di strato / scarto / processo o formazione derivanti dalle attività minerarie; con il secondo si chiede un sistema di monitoraggio dei flussi radioattivi.
Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimitàdue ordini del giorno del consigliere regionale del M5s Gianni Leggieri collegati al Piano regionale dei rifiuti.
Con il primo si impegna la Giunta ad attivarsi, in sinergia con il ministero dell’Ambiente o altri ministeri individuati per competenza, “ad intervenire in sede europea per stabilire un codice Cer (Catalogo europeo dei rifiuti) specifico per le acque di strato / scarto / processo o formazione derivanti dalle attività minerarie”. “Nel Piano rifiuti – si legge nel documento – compaiono come rifiuti speciali maggiormente prodotti le acque di scarto petrolifero e non compare l’esigenza di caratterizzare anche radiologicamente tale rifiuto. La composizione chimica delle acque di strato può variare nel tempo per ragioni sia naturali che antropiche e nessun impianto lucano può, per esempio, caratterizzare ed eliminare la radioattività naturale presente in queste acque fossili”.
Con il secondo ordine del giorno si impegna la Giunta “a realizzare in tempi brevi un sistema di monitoraggio dei flussi di rifiuti radioattivi all’interno del suolo regionale, nonché l’installazione di contatori di flusso in ingresso ed in uscita ai centri di trattamento reflui, utilizzando piattaforme digitali non accessibili al controllato (principio della scatola nera)”. Per quanto riguarda i rifiuti sanitari – si legge nel documento – la fotografia dello stato attuale inerente tale tipologia di rifiuti ci presenta dati insufficienti per flussi e tipologie e sono completamente omessi i rifiuti radioattivi dei reparti di medicina nucleare ed affini; stessa cosa per le ceneri dove manca l’obbligo di ricercare anche in esse la radioattività.
Assessore regionale Pietrantuono su Piano gestione rifiuti. Nel suo intervento in Consiglio prima della votazione l’assessore regionale all’Ambiente ha illustrato le peculiarità dello strumento, definendolo di fondamentale importanza per far uscire la Basilicata da un’emergenza rifiuti che dura da anni.
“Con il Piano dei rifiuti diamo uno strumento di fondamentale importanza nelle politiche per la gestione dei rifiuti”. Lo ha detto questa sera, l’assessore regionale all’Ambiente, prima della votazione in Consiglio del provvedimento. “Il piano regionale dei rifiuti – ha spiegato il rappresentante dell’esecutivo lucano – si inserisce in una serie di azioni che giunta e consiglio stanno mettendo in atto e che puntano sulla massimizzazione e sul recupero, ma anche sull’azzeramento dei conferimenti in discarica ed in inceneritore. Si tratta – ha detto ancora – di un provvedimento che ha una valenza che non va sottovalutata e che diventa fondamentale non solo nel definire gli obiettivi ma anche nel dare gli strumenti per raggiungerli. Dobbiamo aggiungere ancora alcuni tasselli, fra cui una serie di direttive che nel Piano sono tracciate e che riguardano le azioni concrete che ci consentiranno di superare le difficoltà del vecchio piano. Non parliamo solo di aumento delle percentuali di raccolta differenziata, ma anche di incremento della qualità della stessa. Gli strumenti per raggiungere questi obiettivi – ha proseguito – stanno anche nella possibilità che abbiamo previsto di aggiungere elementi di premialità e di penalità. Dall’altra parte, il Piano intende accompagnare un’azione più veloce dal punto di vista dell’impiantistica. Rimangono alcuni tasselli da posizionare, e chiedo al presidente della commissione e al Consiglio di completare quell’iter che sta accelerando in un riassetto complessivo del sistema dei rifiuti, nell’intento di raggiungere quegli obiettivi di programma che facciano uscire la nostra regione da una emergenza che ha caratterizzato gli ultimi venti anni. Quello che si concretizzerà nel disegno di legge che è in commissione – ha continuato Pietrantuono – è un altro pezzo fondamentale rispetto al Piano, al quale andranno agganciate le altre materie che riguardano le bonifiche, la vicenda amianto ed i vincoli che definiscono l’idoneità dei siti”.