La terza Commissione consiliare (Attività produttive – Territorio – Ambiente), riunitasi oggi con la presidenza di Vincenzo Robortella (Pd), ha approvato a maggioranza due provvedimenti concernenti il “Piano triennale di attività” e la “Carta dei Servizi” dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpab). Il primo è stato licenziato con il voto favorevole di Cifarelli, Robortella e Giuzio (Pd), Bradascio (Pp) e Pace (Gm), con il voto contrario di Rosa (Lb-Fdi), Perrino (M5s), Castelluccio (Pdl-Fi) e l’astensione di Lacorazza (Pd). Quest’ultimo, che ha presentato una serie di emendamenti, ha annunciato che intende esplicitare in Consiglio regionale le sue valutazioni.
La Carta dei servizi è passata, sempre a maggioranza, con il voto favorevole di Cifarelli, Lacorazza, Robortella e Giuzio (Pd), Bradascio (Pp) e Pace (Gm) ed il voto contrario di Rosa (Lb-Fdi), Perrino (M5s) e Castelluccio (Pdl-Fi).
Il consigliere Romaniello (Gm) non ha partecipato al voto sui due provvedimenti. “Ho avanzato – ha detto – in terza Commissione la richiesta di audire sul piano triennale dell’Arpab le organizzazioni sindacali unitamente alle associazioni ambientaliste, al fine di acquisire il parere di chi quotidianamente opera ed è impegnato per la difesa dell’ambiente e del territorio. Al rifiuto del presidente di procedere all’audizione – ha concluso – non ho partecipato al voto riservandomi di esprimere il mio parere in Consiglio regionale”.
La programmazione delle attività dell’Arpab si articola in un piano triennale e un piano annuale. Il piano triennale contiene le valutazioni di contesto ambientale, considerazioni relative alla evoluzione normativa, gli elementi di riferimento strategico, il piano di investimento pluriennale e il piano industriale dell’agenzia, le attività interagenziali, la definizione degli standard operativi, i programmi di formazione dei dipendenti. Il Piano annuale ha come obiettivo quello di definire una strategia di intervento atta a fronteggiare le continue sollecitazioni alle quali è sottoposta l’Arpab, che opera su tematiche in continua e rapida evoluzione, quali la sostenibilità ambientale e la tutela della salute.
La Carta dei Servizi è da intendersi come un lavoro in progress per la definizione del ‘Progetto Arpab – Piano delle attività di monitoraggio e controllo da implementare’ che specifica l’insieme delle attività che gli uffici non riescono a svolgere per carenza di personale o strumentale, l’adozione del ‘Piano Industriale (Masterplan)’ per il finanziamento delle azioni di potenziamento del personale e delle strumentazioni, approvato dalla Regione e la realizzazione del relativo progetto esecutivo. Previste una serie di azioni, per le quali sono stati definiti degli output annuali che vanno verso il potenziamento dell’Arpab sul fronte della dotazione strumentale e della dotazione del personale. Queste azioni sono inquadrate nelle due macro-categorie di interventi: interventi di potenziamento dei dipartimenti provinciali di Potenza, Matera e Metaponto; interventi di potenziamento della capacità operativa per la realizzazione dei progetti speciali commissionati dall’Amministrazione regionale.
Nel corso della discussione, oltre al presidente Robortella, sono intervenuti i consiglieri Lacorazza e Romaniello.
La Commissione ha quindi audito la direttrice di Legambiente Basilicata, Valeria Tempone e il presidente dell’Anci Salvatore Adduce, accompagnato dai sindaci di Tito Graziano Scavone, di Pietragalla Nicola Sabina e di Miglionico Angelo Buono, in merito al disegno di legge della Giunta di “attuazione delle norme del decreto legislativo n. 152/2006 in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati, delle norme in materia ambientale e della legge n. 257/1992 sulle norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”.
Obiettivo del disegno di legge quello di adeguare la normativa regionale alle disposizioni europee e statali in materia di rifiuti, siti contaminati e rischio amianto, disciplinando in modo armonico le relative funzioni regionali, portando a coerenza le norme sui rifiuti e sulla bonifica con il Piano regionale dei rifiuti. Il provvedimento punta tra l’altro a rafforzare la funzione programmatoria e pianificatoria chiarendola nei suoi vari aspetti strutturali e gestionali e a stabilire la gerarchia dei livelli di pianificazione, articolata in ‘criteri per l’individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti’, ‘Piano regionale dei rifiuti’ e ‘Piano d’ambito’.
Tempone ha comunicato che, avendo avuto poco tempo per esaminare il disegno di legge, invierà alla Commissione una relazione scritta con le sue osservazioni.
“E’ importante – ha detto Adduce – che il testo del disegno di legge sia coerente con il piano rifiuti approvato e ci sono alcuni interrogativi che ci siamo posti a proposito. Rileviamo infatti una serie di incongruenze tra il piano e la norma come per esempio la parte riguardante la individuazione di aree idonee e non idonee o le disposizioni per la realizzazione degli impianti di trattamento dei rifiuti. Dubbi– ha continuato – anche sulle procedure amministrative ordinarie e sui poteri sostitutivi e i controlli che fanno presupporre il trasferimento delle criticità tutte a capo dei Comuni che per carenza di risorse si troverebbero in grosse difficoltà”.
Il sindaco di Pietragalla, Nicola Sabina, nell’annunciare la presentazione di una relazione dettagliata con le osservazioni addotte, ha contestato il comma 5 dell’articolo 17 laddove si dice che “in caso di interventi su impianti esistenti, in esercizio o dismessi, è consentito il rilascio di nuova autorizzazione alla realizzazione di altro impianto di smaltimento, trattamento o recupero di rifiuti..”. “Sembra – ha detto – che si preluda ad una deroga generale ai criteri andando a riesumare anche impianti dismessi. Così come al comma 7 dello stesso articolo, dove si dice che “sono procedibili le istanze relative ad impianti esclusivamente di recupero di materia che dimostrino, con specifica analisi, come un fabbisogno regionale possa essere soddisfatto utilizzando rifiuti provenienti da altri ambiti territoriali, rispettando i principi di prossimità, adeguatezza ed efficienza impiantistica rispetto agli ambiti di produzione, trattamento e recupero”. “Da questo comma – ha aggiunto – restano fuori gli impianti di smaltimento. Dubbi ancora sulla competenza delle Province alla individuazione delle aree idonee agli impianti”.
Per il sindaco di Tito, Graziano Scavone, “esiste un problema relativo ai controlli svolti dalle Province avvalendosi dell’Arpab. Se quest’ultima non è competente sarebbe giusto avvalersi di altri soggetti idonei. Per quanto riguarda l’obbligo di diffida da parte dei Comuni, crediamo utile eliminare o non appesantire la tempistica perché i procedimenti spesso non sono facili ed i Comuni devono agire senza copertura finanziaria con grandi difficoltà. Bisognerebbe prevedere finanziamenti per la caratterizzazione e la bonifica dei siti lì dove si agisce con interventi sostitutivi in danno di soggetti responsabili”.
Il sindaco di Miglionico, Angelo Buono – si è soffermato sulle bonifiche da amianto. “Spesso – ha detto – la rimozione di questi manufatti abbandonati su strada da privati, deve avvenire a carico del pubblico con costi elevati non sempre sopportabili dai Comuni. Sarebbe opportuno prevedere dei finanziamenti anche per questa casistica in modo da ovviare ai costi relativi ai piani di rimozione”.
Sull’argomento sono intervenuti i consiglieri Lacorazza, Giuzio e Romaniello.
Hanno partecipato alla riunione della terza Commissione il presidente Vincenzo Robortella (Pd) e i consiglieri Piero Lacorazza, Vito Giuzio, Vito Santarsiero e Roberto Cifarelli (Pd), Gianni Rosa (Lb-Fdi), Luigi Bradascio (Pp), Giannino Romaniello, Aurelio Pace (Gm), Giovanni Perrino (M5s) e Paolo Castelluccio (Pdl-Fi).