Pattiaforma per trasformazione rifiuti nell’area della discarica di La Martella, PSI Matera contraria alla proposta dell’Amministrazione Bennardi. Di seguito la nota integrale.
In una nota del segretario Psi Matera Raffaele Tantone si rende noto che sabato scorso la locale sezione del Partito Socialista ha tenuto un incontro con i propri iscritti alla presenza dei consiglieri ed assessori del PSI oltre che del segretario regionale Livio Valvano, per discutere circa la presentazione di una proposta di candidatura sull’avviso AVVISO M2C.1.1 I 1.1 emesso dal ministero per la transizione ecologica, per il finanziamento di un impianto di biogas presso la piattaforma sita in La Martella, dopo un’approfondita discussione i socialisti sottolineano quanto segue.
Per prima cosa il “ brutto pasticciaccio” dell’impianto di La Martella riassume in se tutti i fallimenti degli ultimi 20/30anni di programmazione regionale , provinciale e cittadina, fatta di impianti nati per l’umido o per “avanzate tecnologie di selezione dei rifiuti”, che hanno finito nel migliore dei casi per accogliere i rifiuti “tal quale”, smentendo le tante rassicurazioni date ai cittadini.
Cosiche ad oggi la Basilicata non ha nemmeno un impianto per lo smaltimento della frazione umida, per cui paradossalmente la collaborazione richiesta ai cittadini nella raccolta differenziata, determina la produzione di una frazione umida che non si sa dove smaltire e che comporta un aumento dei costi per i comuni e per gli stessi cittadini.
Invece i socialisti ritengono che il risanamento ambientale, sia una questione centrale per il futuro della Basilicata, di fatti siamo stati noi negli anni scorsi a trovare i 10 milioni di euro occorrenti alla bonifica di La Martella, per tale ragione riteniamo necessario per prima cosa finalizzare la bonifica della discarica gravemente pregiudicata dall’incendio del 4 agosto scorso.
Situazione su cui occorre tenere alta l’attenzione e su cui è necessario marcare stretto Invitalia e Regione,affinchè si continui l’iter di bonifica senza impantanarsi in pastoie burocratiche e contrattuali, in continuità con l’ottimo lavoro svolto dall’Assessore Lucia Summa.
Inoltre ricordiamo a chi parla di chiusura dell’impianto, che il progetto di bonifica implica la riapertura dell’impianto per almeno un paio di anni, per ricevere almeno circa 30mila tonnellate di tal quale(Matera ne produce 7 mila) nel cosiddetto quinto settore, facoltà di cui l’Amministrazione può avvalersi e che bisognerebbe attentamente valutare.
Rispetto invece alla paventata volontà di candidare a valere sui fondi PNRR la realizzazione di un impianto di biogas nel sito in parola, per prima cosa si ritiene occorra non farsi prendere dalla “ sindrome da Bando” , cioè dal rischio che le amministrazioni e le imprese tendano a piegare i loro progetti futuri ai bandi in corso, invece di elaborare le proprie strategie di sviluppo e poi cercare l’opportuna possibilità di finanziamento.
In secondo luogo già adesso tenere chiuso l’impianto costa quasi 1 milione di euro l’anno e sarà cosi per i prossimi 25 anni anche a seguito del progetto di bonifica, pertanto per la sicurezza dei cittadini risulta sicuramente preferibile realizzare progetti di economia circolare, che non si esauriscono nel biogas, che implicano la presenza costante in sito di personale ed aziende che si occupino di trattare il percolato, del monitoraggio e dei controlli ambientali, invece di “chiudere e buttare la chiave”, perchè le vasche di rifiuti non scompariranno a prescindere da cosa si decide di fare nei capannoni attualmente vuoti.
Riguardo a quella che sembrerebbe essere la tecnologia che ci si propone di utilizzare, cioè quella della produzione di biogas, sicuramente si tratta di una tecnologia sperimentata, ma non ovunque con buoni risultati, di fatti è necessario calibrare bene il dimensionamento dell’impianto, selezionare attentamente le matrici ambientali con cui s’intende alimentarlo ed assicurarne una gestione trasparente ed ambientalmente sostenibile.
Dal punto di vista prettamente giuridico ed amministrativo al momento l’ente Comune è chiamato ad approvare una delibera di Consiglio Comunale che modifichi i precedenti indirizzi consiliari che prevedevano l’impossibilità di realizzare impianti di compostaggio a La Martella, ed una successiva delibera di Giunta che in sintesi dia mandato all’Egrib ( Ente di governo dei rifiuti e risorse idriche di Basilicata) di presentare una candidatura al citato bando PNRR oppure che si faccia delegare sempre dall’Egrib alla presentazione della proposta ai sensi dell’Art 4 dell’avviso.
Per quanto riguarda la delibera consiliare occorre osservare che le delibere che anni fa prevedevano l’impossibilità di realizzare impianti di umido a LaMartella, a distanza di 10/15 anni risultano ammantate da un velo d’ipocrisia, poiché nel mentre si prometteva “mai piu rifiuti a LaMartella” si procedeva ad accogliere migliaia di tonnellate di rifiuti non lasciando neanche un euro per la bonifica della discarica, tanto che il sito è finito in infrazione comunitaria e come detto siamo dovuti intervenire noi Socialisti con l’ alloraAssessore regionale all’ambiente, per trovare i 10 milioni di euro e successivamente per commissariare il Comune in quanto non si procedeva alla bonifica.
Quindi sulla modifica di tali delibere si può essere d’accordo in via di principio, ma occorre evitare che la “toppa sia peggio del buco”, pertanto è opportuno e necessario che nuovi indirizzi del Consiglio contengano un chiaro limite dimensionale ad impianti di questo tipo, limite che ragionevolmente dovrebbe coincidere al massimo con la quantità di umido prodotto dal subambito di cui Matera fa parte, che ad oggi risulta ampiamente inferiore alle 15mila tonnellate annue.
Sul punto non rilevano i ragionamenti per cui la ridotta dimensione renderebbe antieconomico l’impianto, poichè si tratta di un impianto realizzato non da un’azienda privata che ha legittimamente interesse alla sostenibilità dell’investimento, ma di un impianto realizzato al 100% con fondi pubblici e fatto per ridurre gli almeno 2 milioni di costo annuo attualmente pagato dai Materani per smaltire l’umido, quindi non per produrre un ritorno economico per i privati ma per aumentare il benessere e la sostenibilità dei Materani.
Pertanto l’indicazione di tali paletti dimensionali e tecnologici negli indirizzi del Consiglio comunale , permetterebbe di meglio orientare la Giunta nella predisposizione della richiesta di candidatura da inoltrare all’Egrib, preso atto che allo stato attuale sembra molto improbabile la presentazione di una candidatura, in considerazione delle tempistiche stringenti e dell’assenza di una bozza di proposta, che indichi i limiti dimensionali e le matrici in ingresso oltre ad un piano di sostenibilità economica ed ambientale.
A questo proposito si ritiene opportuna la convocazione di una riunione con i rappresentanti politici ed i capogruppo consiliari della maggioranza, al fine di meglio definire l’iter amministrativo in parola e soprattutto per costruire una visione di medio lungo periodo dell’Amministrazione, che determini un approccio al PNRR maggiormente proattivo e condiviso, la cui necessità è di tutta evidenza.
Ad esempio non avremo un progetto pronto per il biogas, ma si può facilmente candidarsi all’acquisto di una decina di ecostation( misura prevista dall’Avviso linea A), che si unirebbero alle 3 in corso di acquisizione, tali dispositivi tanto richiesti dai Materani permetterebbero ai cittadini di conferire i rifiuti quando gli pare emancipandosi dalla “ schiavitù del mastello” , in tal modo rapidamente potremmo ridurre i giorni di raccolta dei mastelli, riorientando risorse e uomini del servizio rifiuti verso attività di pulizia dei quartieri e di migliore selezione delle filiere di raccolta differenziata.