L’ambientalista Pio Abiusi per conto dell’Associazione Ambiente e Legalità in una nota fa il punto su quella che viene definita “la gestione fallimentare dei rifiuti a Matera”. Di seguito la nota integrale
l’amministrazione comunale di Matera ormai si avvia malinconicamente al termine del suo mandato. Ha avuto un periodo fortunato male utilizzato perchè Matera per il 2019 è stata ed è al centro della attenzione nazionale ed internazionale ed ha avuto disponibilità aggiuntive in buona parte non spese che saranno a disposizione dalla prossima amministrazione. Non si può attendere, però, che arrivino i nuovi per gestire quanto è rimasto in capo al Comune in materia di rifiuti.La Corte di Giustizia Europea il 21 Marzo 2019 ha emesso sentenza di condanna per non aver prevenuto o ridotto l’inquinamento nei termini previsti dalla direttiva ed alla sentenza di condanna è interessata anche la discarica di La Martella- Matera-. Delle 23 discariche lucane per le quali l’Italia è stata condannata, sicuramente quella che richiede maggiori risorse per la bonifica è Matera con i 10,5 Meuro programmati. Le somme necessarie sono state messe a disposizione dal Governo Centrale e dalla Regione ma il profilo contabile andrà esaminato perchè bisognerà individuare i responsabili del disastro e rivalersi, almeno in parte, delle spese che si dovranno sostenere. Per la bonifica della discarica è stato nominato un Commissario “ad acta” stessa cosa crediamo si debba fare per l’aggiudicazione del Servizio di raccolta rifiuti ed igiene urbana dell’Area Metropolitana di Matera –Sub-Ambito 1 di cui Matera è capofila e veniamo a motivare. Attualmente per la gestione del servizio è in essere il Contratto di appalto registrato il 13/10/2014 con il Consorzio Nazionale Servizi “C.N.S.” di Bologna. Il servizio ebbe inizio l’ 11/04/2011 ma solo il 31/12/2013 con delibera 459/2014 la giunta che era in carica decise di autorizzare la sottoscrizione per i tre anni previsti dal bando più un altro ancora e si arrivò alla scadenza contrattuale del 10/04/2015. I termini contrattuali di quel bando con le modifiche di costo apportate nella suddetta delibera sono finiti alla attenzione della Procura Regionale della Corte dei Conti che ha deciso di vederci chiaro ed ha citato in giudizio con suo decreto i membri della giunta presenti in quella seduta con diversa intensità di responsabilità, il dirigente addetto al Settore Manutenzione Urbana ed i componenti la commissione giudicatrice del bando. Era un contratto che avrebbe dovuto portare in poco tempo la raccolta differenziata al 65% ad oggi, invece, siamo al 17,50%. Con altra Delibera di Giunta del 14 Aprile 2015 quel contratto venne prorogato fino al 31-12-15 in vista della approvazione dello schema di convenzione che si sarebbe concluso in tempi brevissimi e della fase progettuale del servizio gestione dei rifiuti da realizzarsi entro i successivi sei mesi. Il 22/12/2015, con Ordinanza Sindacale n° 412, il contratto venne prorogato una prima volta a fronte dell’art. 191 del D Leg.vo n. 152 del 03/4/ 2006 il quale prevede che “ qualora si verifichino situazioni di eccezionale ed urgente necessità ovvero di grave pericolo per la tutela della salute pubblica e dell’ambiente, e non si possa altrimenti procedere, il Presidente della Giunta Regionale o il Presidente della Provincia ovvero il Sindaco possono emettere, nell’ambito delle rispettive competenze, ordinanza contingibile ed urgente per consentire il ricorso temporaneo a forme, anche speciali, di gestione dei rifiuti, anche in deroga alle disposizioni vigenti garantendo un elevato livello di tutela della salute e dell’Ambiente”. La manfrina dell’art.191 appena declarata venne utilizzata per altre 4, dicosi 4, ordinanze contingibili ed urgenti e si arrivò al 31/12/2017 oltre non si poteva più invocare l’art.191, ad ogni cosa c’è un limite. Il periodo emergenziale di tale tipo di provvedimento non può andare oltre i 24 mesi perchè oltre questo termine le amministrazioni hanno l’obbligo di ricondurre a normalità la gestione dei rifiuti. Bisogna evidenziare che le Ordinanze che si rifanno all’art.191 del suddetto D.Leg.vo sono atti assolutamente eccezionali e l’amministrazione deve procedere a nuova gara ad evidenza pubblica per affidare il servizio ed invece l’amm.ne comunale di Matera va a nuove ordinanze ma si cambia musica e si adottano 4 ordinanze contingibile ed urgenti di cui all’art.50 d.lgs.18/8/2000 per arrivare con proroghe fino al 31/5/2019. Le ordinanze di cui all’art.50 non vengono notificate a nessun ente preposto al controllo della gestione dei rifiuti e così si è andati avanti a ruota libera in deroga alle disposizioni vigenti in materia ambientale! Non crediamo proprio che lo strumento emergenziale di cui all’art. 191, utilizzato fino alla scadenza dei termini possa essere aggirato dalla normativa generale di cui all’art.50 per un periodo che ad oggi è risultato essere di 17 mesi. Il Presidente della Giunta regionale di concerto con il Ministero dell’ambiente debbono intervenire per garantire quanto previsto in materia di raccolta differenziata, di riutilizzo, di riciclaggio e di smaltimento dei rifiuti. Temiamo che si vada incontro alla emissione di una ennesima ordinanza contingibile ed urgente e che sposterà ancora nel tempo la corretta gestione dei rifiuti. Provvederemo ad informare dell’accaduto sia il Presidente della Giunta regionale che il Ministero dell’Ambiente dandone notizia anche al membro competente della Commissione Europea per le valutazioni che intenderà intraprendere.La misura è colma! Ad oggi Matera è ferma al 17,50% o giù di lì, non sembra proprio che le iniziative necessarie per garantire la raccolta differenziata, il riutilizzo, il riciclaggio e lo smaltimento dei rifiuti siano state intraprese.