Davide contro Golia?
La sacra Bibbia racconta di come Davide ebbe ragione di Golia con una semplice fionda; nel nostro caso: il popolo lucano è insorto contro Fenice ma i ruoli non sono chiari e neppure il campo di battaglia è ben definitoFenice S.r.l. non è più un gigante,giuridicamente risponde con voce da nano – 10 mila Euro- ma richiede licenza di inquinare minacciando risarcimenti stratosferici. La quinta colonna è all’opera; Fenice deve tornare a fare utili costi quel che costi. Domani il caso tornerà davanti ai magistrati del TAR , apparirà la preoccupata nota del Dirigente dell’Ufficio Ambiente della Provincia di Potenza che constatava il generale aggravamento della situazione nei dati rivenienti dal monitoraggio pubblicato da Arpab l’11 ottobre scorso? Quella nota precludeva il passo che lo stesso si sarebbe accinto a fare non avendo ricevuto rassicurazioni dall’Arpab la quale affermava che : solo a valle della bonifica del sito si potrà dare piena e chiara lettura dei dati provenienti dai pozzi di monitoraggio P1-P9 ( due su nove si badi bene ndr.)pubblicati sul sito istituzionale dell’Agenzia. Tutto questo a termine di una disamina che non scioglieva alcun dubbio ma esponeva una situazione nebulosa. Dire che la corda è stata tirata troppo è legittimo ed alla fine si è spezzata e colui che in mancanza di una AIA- Autorizzazione Integrata Ambientale-, la cui richiesta giace in un cassetto di un qualche ufficio regionale ormai da quasi 6 anni, ha concesso una autorizzazione “provvisoria” di 10 anni, ha preso poi atto che Fenice ha fatto una grossa cura dimagrante passando da S.p.A. ad S.r.L., ha concesso per l’ennesima volta che le ceneri da inertizzare viaggiassero per l’Italia . Alla fine, stanco di essere lapidato quotidianamente ha fatto una cosa che avrebbe dovuto fare tempo addietro. Non ha ritirato l’autorizzazione ad operare l’ha solamente sospesa. Era , quello, un termine prudenziale affinchè ognuno mettesse le carte a posto. Avviare il processo di bonifica e verificarne il risultato e chiudere, comunque, il procedimento A.I.A., questi sono i fatti. La nota con protocollo 42413, non avendola depositata Fenice- non aveva interesse a farlo- è stata consegnata da altri alla magistratura amministrativa? Nella risposta a quella lettera l’Arpab in un chiaro oscuro fumoso conferma il contenuto delle dichiarazioni espresse nella conferenza dei servizi del 20 settembre , passaggio richiamato anche dal Magistrato. Quali sono queste dichiarazioni? quelle relative alla sensibile riduzione dei livelli di contaminazione delle acqua sotterranee ma come la mettiamo con i segni algebrici positivi e con i tanti valori di contaminazione emersi ed assenti nei precedenti monitoraggi così come ha fatto evidenziare il dirigente provinciale ? A quanto appare, Il magistrato non è stato messo in condizione di conoscerei fatti con compiutezza emergerà domani la richiesta dell’ufficio ambiente della Provincia o per evitare scontri tra poteri o, peggio ancora, per legittimare il tutto a posto è finita anche questa in qualche cassetto ?
Pio Abiusi – Città Plurale Matera