Pio Abiusi, in rappresentanza di Città Plurale Matera ha inviato un comunicato per commentare la decisione del Tar Basilicata che di fatto consente la ripresa l’attività del termovalorizzatore dei rifiuti Fenice. Lo riportiamo integralmente.
A che gioco giochiamo?
E’ sempre più evidente che la carrellata di interventi fatti in consiglio regionale e richieste di trasparenza servano solo per distrarre i cittadini e riprendersi la patente di buoni amministratori.
Quando, poi, Fenice fa la sua prevedibile abbaiata per dire che non ci sta al blocco del impianto tutti fuggono e si discute del Sesso degli Angeli. La Regione pur chiamata in causa invia degli osservatori per essere informata. Al Magistrato viene dato campo libero per discettare sul rapporto di Asp ed Arpab. La prima dice che non avendo dati non può ritenere che la salute sia messa a grave rischio da Fenice. In realtà il non sapere significa esattamente non essere a conoscenza e quindi ogni situazione è possibile. Studi accreditati dimostrano, invece, presenza di diossina fuori soglia fino a 25 Km. di distanza dagli inceneritori ed anche nel latte materno, nel raggio di 5 Km. Parliamo di inceneritori monitorati e con le carte in regola; parliamo di Romagna, non ci riferiamo ad un impianto che va a ruota libera ed ha inquinato sin dal momento in cui ha iniziato ad operare. L’ Arpab e risponde in maniera bizantina pur evidenziando :difficoltà di campionamento e ad effettuare precise valutazioni; le valutazioni sono considerate non attendibili, dalla stessa Arpab, e scarsamente rappresentative ed esprimono, ancora, criticità di piena e chiara lettura dei dati e poi conclude ” che il processo è governato nell’ambito del procedimento sui siti contaminati nel pieno rispetto della normativa vigente”. Il classico burocratese che gioca con la salute delle persone. Dopo tutto quanto diremo ancora che i biomonitoraggi sono sconosciuti e potrebbero non esistere.
la Regione è a perfetta conoscenza del carteggio intercorso ma fare evidenziare le incongruenze sarebbe come gettarsi la zappa sui piedi ed allora si fanno dibattiti in sede di Consiglio Regionale e si istituiscono commissioni ed i vari e dotti interventi, non escluso quello dell’Assessore Mancusi, invocano la presenza del Istituto Superiore della Sanità e dell’ISPRA.
Viene spontaneo dire: se non ora quando verrà richiesto l’intervento della Croce Rossa ?
Le carrellate di interventi servono solo a dimostrare che il fiato in gola c’è , si respira si può passare alla cassa a percepire quanto previsto, tutto qui.
Si lascia, così, che la situazione scorra senza seria opposizione al ricorso di Fenice ed anzi una volta che il TAR avrà accettato la tesi del ricorrente si potrà dire che anche l’indagine che la magistratura ordinaria sta mandando avanti non è del tutto fondata, che quanto è accaduto è solo dovuto a meri disguidi amministrativi e che tutto è stata una caccia alle streghe ed allora: liberi tutti. Se c’erano dubbi diremo che la tanto attesa direzione regionale del Partito- Regione è servita esattamente a ratificare tale linea di condotta si farà ancora un pò di chiasso e poi tutto verrà digerito: Tutto a posto non è successo nulla!
Bloccare Fenice! ma a chi è venuto in mente e poi tutti i giri di affari che ruotano intorno alla munnezza ed all’inceneritore dove vanno a finire? Per fortuna che l’Edf ha fatto opposizione si potrà andare in battaglia con i fucili caricati a salve o meglio ancora disarmati, come fa la Regione, ci si rimette alla “clemenza della corte” e lo scandalo si chiude senza una risposta ai cittadini e tutti vivono felici e contenti o felici e gabbati come si preferisce.
Pio Abiusi – Città Plurale Matera